Maria Grazia Cutuli, nata a Catania, era un’inviata del Corriere della Sera. Fu uccisa in Afghanistan il 19 novembre del 2001. Con l’obiettivo di onorarne, con una manifestazione annuale, la memoria, dal 2002 per volere del Comune di Santa Venerina e il Corriere della Sera è nato il prestigioso Premio internazionale di giornalismo Maria Grazia Cutuli. In questo 2023, la XIX edizione si è svolta sabato 18 novembre nel medesimo comune presso il cine-teatro Eliseo. La serata è stata condotta da Laura Bonasera e trasmessa in diretta su Etna Channel. Per chi fosse interessato, è possibile rivivere la serata sul canale Youtube della trasmissione.
L’evento si è aperto con la proiezione di un video estratto dal racconto di Marta Serafini nel podcast “Giornaliste” di Annalisa Camilli. Alla serata era presente la sorella, Sabina Cutuli che per l’occasione ha indossato un suo abito acquistato in Pakistan prima del suo ultimo arrivo in Afganistan. Sabina Cutuli ha sottolineato la propria commozione nel vedere come a distanza di tempo, ancora oggi tutti si ricordino della giornalista che è stata Maria Grazia Cutuli. In suo onore vengono organizzati eventi e intitolati nuovi spazi pubblici.
Santa Venerina / Premio Maria Grazia Cutuli 2023: il premiato della categoria “Giornalista siciliano emergente”
Per la categoria “Giornalista siciliano emergente” è stato premiato Tullio Filippone. La motivazione del premio recita: “ottimo giornalista, cronista scrupoloso e attento”. Il giornalista ha dedicato il premio ai colleghi che in questo momento storico particolare continuano a svolgere questa professione con passione nonostante le difficoltà economiche e precariato. Ai giovani consiglia di verificare ogni notizia ricorrendo alle fonti ufficiali nazionali o internazionali. Perchè la verità deve essere l’elemento guida sia per i giornalisti che per i lettori. Sulla scelta di ritornare in Sicilia dice: “l’ho fatto con cognizione di causa, è una scelta di cui sono contento perché raccontare quello che non va è il mio modo di dare un contributo a questa terra che né ha molto bisogno”.
Santa Venerina / Premio Maria Grazia Cutuli 2023: Veronica Fernandes per la categoria “stampa nazionale”
Per la categoria “stampa nazionale” il premio è andato a Veronica Fernandes. La motivazione: “inviata di guerra in Ucraina e Cisgiordania, ha raccontato con maestria anche le paure dei soldati stretti nella morsa tra orrore e umanità. Numerosi i reportage in Africa. Tutto con estrema misura e professionalità”. Dedica il premio alle sue due figlie per le quali, ogni sua partenza è un’assenza da sopportare. Ha raccontato che rivive sempre un conflitto interiore tra il restare e la necessità di partire perché la curiosità è la stella polare di questo lavoro.
Nei suoi reportage non è mai sola, accanto a lei c’è sempre un importante lavoro di squadra. Per restituire al pubblico la sua idea di giornalismo ha citato una frase di una poetessa somala “casa non è il posto da cui provengo ma è il posto verso cui sto andando”. Ciò che la porta a rischiare la vita in luoghi di guerra è la necessità di essere lì dove succedono le cose e la rabbia che ti assale quando non puoi trovarti lì subito. “È un lavoro bello, intenso e profondo“.
Santa Venerina / Premio Maria Grazia Cutuli 2023: Marina Ovsjannikova per la categoria “stampa estera”
Per la categoria “stampa estera” il premio è toccato alla giornalista russa Marina Ovsjannikova. A pochi giorni dallo scoppio del conflitto russo-ucraino, è diventata nota per la sua irruzione durante il telegiornale russo con il cartello che recita “no war”. Condannata in contumacia a 8 anni di prigione, è stata messa agli arresti domiciliari con l’accusa di diffusione di fake news contro l’esercito russo. È riuscita a fuggire grazie all’intervento dell’organizzazione francese Reporter senza frontiere. Oggi vive a Parigi con la figlia. Ha lo stato di rifugiata politica. La motivazione la descrive come: “giornalista vera, forte, intrepida, soprattutto limpida”.
Santa Venerina / Ospiti importanti
Oltre ai premiati, le presenze importanti sono state quelle di Salvo Raciti Sindaco di Santa Venerina, Catia Scapellato Consigliere dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e Antonio Ferrari giornalista per il Corriere della sera. Il Primo cittadino Salvo Raciti si è così espresso in merito alla serata: “Nonostante le difficoltà economiche in cui ci troviamo, ci siamo molto impegnati affinché questo premio avesse luogo proprio qui. Il nome di Maria Grazia Cutuli è un nome di cui il nostro comune va molto fiero. Abbiamo intenzione di continuare ad ospitare questo evento anche negli anni a seguire perché vogliamo sottolineare l’importanza del giornalismo fatto bene“.
Le parole di Catia Scapellato ci ricordano le difficoltà del mestiere, soprattutto nel contesto siciliano. “Le realtà giornalistiche siciliane vivono momenti difficili. Molti colleghi vanno fuori perché trovano più opportunità. In Sicilia il futuro resta complicato ma bisogna continuare a crederci. Chiudere una redazione significa spegnere una voce importante”.
Santa Venerina / Libertà e guerra
Nella seconda parte della serata i premiati hanno partecipato ad una tavola rotonda su due temi: la liberà e la guerra. Per Tullio Filippone la libertà si declina in termini di libertà di espressione. Oggi esprimere la propria opinione diventa un atto quasi eroico. Come nel caso da lui scoperto della professoressa accusata di scarsa vigilanza sul lavoro dei suoi alunni che hanno paragonato le leggi razziali al decreto sicurezza del ministro dell’Interno Salvini. Riguardo alla guerra si è espresso così: “anche in Sicilia esistono delle “guerre”, sono quelle che si combattono nei quartieri poveri e degradati di Palermo come Ballarò dove a pagare un prezzo alto sono soprattutto i bambini“.
Santa Venerina / Premio Maria Grazia Cutuli 2023: focus sulla libertà di muoversi
I reportage in Africa e in Ucraina hanno fatto riflettere la premiata Veronica Fernandes sulla libertà di movimento. Un esempio sono le strade della Cisgiordania che vengono letteralmente cancellate oppure la mobilità che permettono o limitano certi passaporti. Infatti non tutti i rifugiati hanno lo stesso trattamento: in Polonia i rifugiati ucraini ricevevano un’accoglienza splendida ma lo stesso non si può dire di altre zone di guerra dove addirittura i rifugiati vengono respinti alla frontiera di un paese che per loro rappresenta un posto sicuro. “La liberà è un concetto frammentato, non è uguale per tutti. In Ucraina ho conosciuto persone che hanno rinunciato al proprio futuro per difendere la libertà collettiva“. Nelle zone di guerra l’ha colpita la contrapposizione tra il cinico calcolo politico e l’umanità delle persone che subiscono la guerra in prima persona.
Per la russa Marina Ovsjannikova la libertà è associata alla democrazia. “Il mondo è ancora diviso in due blocchi con gli Stati Uniti da una parte, la Russia, la Corea del Nord, Iran e il regime di Hamas dall’altra. Il destino delle democrazie occidentali dipende dai risvolti della guerra in Ucraina. Sono una rifugiata per la seconda volta in vita mia. La prima è stata durante la guerra in Cecenia”. L’aver vissuto la guerra in prima persona le ha permesso di sviluppare quell’empatia che le permette di comprendere gli altri rifugiati e l’ha spinta ad andare contro un uomo così potente come Putin. Curiosità, passione, coraggio e ricerca della verità sono gli elementi fondamentali che definiscono un giornalista. E non è una professione semplice perché, come afferma Antonio Ferrari, “i giornalisti sono responsabili della nostra rappresentazione del mondo“.
Eugenia Castorina