Il Cammino di Santiago è stato quest’anno la meta scelta dai ragazzi del clan “Eclissi” del gruppo scout Acireale 4°, comprendente i giovani della fascia d’età che va dai 16 ai 21 anni. E così la loro “route”, il campo mobile tipico della loro branca, si è svolta lungo il cosiddetto “Cammino francese”, il percorso che, partendo dai Pirenei, porta, attraverso la Spagna settentrionale, fino al santuario di Santiago de Compostela, dove si trova la tomba di SanGiacomo apostolo, meta da secoli di devoto pellegrinaggio. Dopo avere raggiunto Madrid in aereo e la Spagna settentrionale in pullman, hanno compiuto gli ultimi 140 chilometri a piedi, in sei tappe da Triacastela a Santiago, ciascuna di circa 20-25 chilometri al giorno. Un’esperienza forte che ha rappresentato la conclusione di un percorso di formazione durato tutto l’anno e che ha dato ai ragazzi la conferma di quella che è la loro specifica attività, basata sui principi del confronto e della condivisione. Il Cammino di Santiago ha reso ancora più forte questa esperienza perché ha consentito anche il confronto con gli altri con cui hanno condiviso lo stesso percorso. Alla “route”, svoltasi dall’1 al 9 agosto, hanno partecipato 15 ragazzi e quattro capi.
Li abbiamo incontrati, al ritorno, nella loro sede ubicata nell’ex Città del Fanciullo, per sentire dal vivo le loro impressioni.
Dopo un primo momento di imbarazzo per la presenza dell’“estraneo”, hanno cominciato ad aprirsi e a comunicare l’entusiasmo con cui avevano vissuto questa bella esperienza, mentre i loro occhi brillavano ancora per le immagini viste e per i segni che avevano colto lungo il percorso. Un percorso in cui avevano condiviso la loro esperienza con altri, anche sconosciuti, provenienti da varie parti del mondo: giovani e adulti, credenti e non credenti, gente che faceva il cammino di Santiago per i motivi più svariati.
Tutti, comunque, “pellegrini”, contraddistinti dal simbolo della conchiglia, con cui scattava, istintivamente, la solidarietà.
E poi, all’arrivo a Santiago, dopo lo stupore davanti a questo immenso tempio dell’arte e della fede, hanno vissuto, pur tra la folla dei pellegrini, la sensazione del silenzio che invita al raccoglimento. “Sensazione – ci dice una ragazza – che si prova soprattutto nella stanza della veglia, un piccolo locale all’interno della basilica in cui c’è un rigorosissimo silenzio che agevola l’incontro con Dio e ispira tanta serenità, fino a sentirsitotalmente svuotati”.
All’incontro in sede si sono presentati tutti, ragazzi e capi, con la “credenziale” e l’attestato rilasciato a Santiago. La credenziale, o “Charta peregrini”, è una sorta di pagellina che serve a convalidare il percorso, ed in cui ad ogni tappa bisogna farsi mettere un timbro di attestazione, perché solo se si fanno a piedi almeno gli ultimi 100 chilometri, si ha diritto all’attestato, scritto in latino, e rilasciato, a firma del canonico “deputatus pro peregrinis”, dal capitolo della basilica di Compostella. “Un’esperienza – ci dice in conclusione il capo clan Salvo – che è sicuramente servita a consolidare la comunità”.
Nino De Maria