Domani, 6 aprile, sull’Etna, presso il Santuario Santa Maria della Vena di Piedimonte Etneo, si svolgerà il “Giubileo degli uomini della montagna“, dedicato a chi la montagna la vive e a chi in essa lavora, spesso con eroismo. Il programma prevede vari momenti, oltre alla parte religiosa che culmina con la Santa Messa, presieduta dal vescovo della Diocesi di Acireale, monsignor Antonino Raspanti, celebrazione che sarà animata dal coro Venerabile Ignazio Capizzi di Bronte.
Seguirà l’inaugurazione delle ceramiche dei misteri del Rosario, che lascerà memoria dell’evento nel Santuario all’aperto. L’annullo filatelico su cartoline appositamente realizzate interesserà in modo particolare i collezionisti.
Saranno poi effettuti gli innesti con delle marze dei due “patriarchi” dell’Etna (Castagno dei Cento Cavalli di Sant’Alfio e Castagno Sant’Agata “della Nave” di Mascali) su dei polloni di castagno già presenti nel boschetto Santa Silvia, che insiste nel terreno dello stesso Santuario.
Quest’ultimo evento, curato dall’associazione Tutela Marroni di Castione di Brentonico (Trento), darà un seguito di vita nuova alla missione di questi millenari monumenti arborei. E sarà segno di comunione Nord-Sud, per un gemellaggio Dolomiti-Etna in nome della pace e della speranza. Il messaggio di pace del Castagno dei Cento Cavalli di Sant’Alfio e il messaggio di speranza del Castagno Sant’Agata /della Nave saranno infatti motivo di riflessione per la giornata di partecipazione e per il tempo a venire.
A Vena il Giubileo degli uomini della montagna
Perché la scelta del Santuario di Vena? Perché effettuare questi innesti proprio a Vena? Da secoli, addirittura dal VI secolo d.C. (la data del 597 è riportata infatti in cifra araba sulla soglia lavica dell’antica chiesa), questo luogo mariano è stato centro di culto a Maria per tutte le popolazioni dell’Etna, diffondendo pace e speranza.
Il Santuario di Vena, immerso in boschi di quercia e di castagni, è il più alto dei Santuari dell’Etna, con i suoi 735 metri di altitudine. Dalle analisi al radiocarbonio del legno che costituisce il manufatto dell’icona della Madonna è emerso che si tratta di un legno di castagno recuperato da un tronco di almeno 150 centimetri di diametro.
Un po’ di storia del Santuario
La sua storia è di oltre 1400 anni. Voluto da Papa Gregorio Magno che lo fondò, fu eretto ed insiste su una proprietà della madre dello stesso Pontefice, santa Silvia.
Il santuario di Vena nel 1392 passa di proprietà dalla famiglia Colonna al principe Giacomo Gravina, sposato con la duchessa Crujllas. Ancor prima che nel 1687 venisse fondata la città di Piedimonte Etneo da Ignazio Sebastiano Gravina.
La religiosità dei Gravina era ben nota. Fu proprio per questo che, anche nel caso di Piedimonte, come primo atto di fondazione della città si eresse una chiesa, dedicata
a Sant’ Ignazio di Lojola, dotata di ornamenti sacri per il culto di inestimabile valore, oltreché di una rendita annua legata al culto e per le Messe.
I principi di Palagonia fregiarono la chiesa di Vena del titolo di Abbazia “Sancta Maria in ara coeli”. Nei primi anni del 1800 il principe Salvatore Gravina Cottone istituì un legato per Messe, da celebrarsi nella stessa Abbazia. Il legato era di lire 66 annue ed era intestato a nome del parroco di Sancta Maria ara coeli. Passata parte della eredità dai principi di Palagonia all’ospedale Civico e Benfratelli di Palermo, le suddette annualità fino al 1933 furono garantite e regolarmente pagate. Questo ha fatto sì che la chiesa di Vena rimanesse viva anche quando le chiese siciliane nel 1867 passarono allo Stato Piemontese ed in Sicilia non ebbero più supporto e sostegno.
Giubileo degli uomini della montagna: Enti interessati
Gli organizzatori dell’evento ringraziano quanti parteciperanno all’evento e quanti lo hanno autorizzato. Cioè la Diocesi di Acireale, la Direzione Generale dell’Economia Montana e delle Foreste, la Regione Siciliana, l’Associazione Tutela Marroni di Castione. Il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, il Corpo Forestale della Regione Siciliana, il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. Il Club Alpino Italiano, l’Associazione nazionale Alpini, l’Associazione Filatelica Numismatica Acese, le Poste Italiane, i Comuni di Piedimonte, Sant’Alfio, e di Mascali. Il proprietario del Castagno Sant’Agata, dott. Giambattista Grassi Bertazzi, il Coro “Capizzi” di Bronte e la tipografia Massimino di Acireale.
Sarà possibile acquistare durante la manifestazione delle cartoline commemorative, dotate di francobollo con annullo postale. L’annullo sarà effettuato con un timbro creato appositamente che ricorda l’evento degli innesti e un altro timbro che ricorda l’anno giubilare.
Giuseppe Lagona