La festa del Redentore a Nùoro è l’evento più importante di tutto l’anno e ricorda l’inaugurazione, avvenuta nel 1901, della statua di Gesù Redentore posta sulla cima del monte Ortobene, che domina la città (*). I festeggiamenti si svolgono nel mese di agosto e durano una settimana, ma la manifestazione più spettacolare è la sfilata che si svolge l’ultima domenica del mese per le vie del centro storico, a cui partecipano i gruppi folcloristici provenienti da tutte le parti della Sardegna.
In questa giornata accorrono nella città in festa moltissimi turisti, provenienti, oltre che dalla stessa Sardegna, anche da altre parti d’Italia e forse anche dall’estero. Si tratta di un evento unico di grandissima importanza, che ha pochi riscontri uguali o simili in altre parti dell’isola.
Più di cinquanta gruppi folcloristici provenienti da tutti i centri dell’isola
La sfilata inizia alle dieci del mattino ed è aperta da un carro trainato dai buoi. Seguono poi i gruppi folcloristici (ben 53) provenienti da tutte le parti della Sardegna. Ogni città ed ogni paese dell’isola è presente con una sua rappresentanza, un gruppo di persone (adulti, giovani e bambini) che sfilano con i costumi tipici tradizionali della zona di provenienza. Attirano l’attenzione le mamme che portano pure dei neonati in braccio, rivestiti con delle lunghe vesti bianche, anch’esse sicuramente antiche e tipiche della tradizione, abbinate a graziose cuffiette, pure bianche.
Costumi e copricapi
La molteplicità dei costumi, sia maschili che femminili, offre una varietà cromatica ampia e fantasiosa. Prevalgono, in particolare, i colori bianco, nero e rosso nei costumi femminili, ed i colori nero e bianco in quelli maschili. Molto interessanti sono poi i copricapi, con un vasto assortimento che va dai semplici fazzoletti e veli bianchi o neri delle donne, fino a delle composizioni più complesse, ricche di ricami, che ricordano le mantiglie spagnole. Anche i copricapi degli uomini, quasi sempre neri, sono di varie fogge: rotondi, a cupoletta, a cilindro, morbidi con una parte che pende dietro la testa o di lato. Quest’ultimo è il caratteristico copricapo sardo maschile: sa berrita.
Nei tessuti, oltre alla seta e al cotone, prevale l’orbace, sia per l’abbigliamento maschile che per quello femminile. Si tratta di un panno di lana pesante, tipico della Sardegna, che ha la caratteristica di essere impermeabile a seguito di un processo particolare di lavorazione dopo la tessitura. E’ quindi molto adatto per i pastori ed i contadini, che così possono continuare a lavorare all’aperto anche quando piove.
I vari gruppi si soffermano nello spiazzo antistante il santuario di Nostra Signora delle Grazie (di fronte alla quale viene montata la tribuna per le autorità e per il pubblico) per farsi ammirare. Alcuni si esibiscono pure in danze tipiche sarde, suscitando scroscianti applausi da parte dei presenti.
I gruppi a cavallo sono i più attesi
A mezzogiorno comincia poi la parte più attesa della sfilata: i gruppi a cavallo, preceduti da una rappresentanza dell’Arma dei Carabinieri a cavallo. I cavalli procedono lungo il percorso al piccolo trotto guidati dai loro cavalieri (tra cui anche delle amazzoni). Sui cavalli ci sono anche dei bambini insieme con i loro genitori, ma qualche ragazzino più grande e più intraprendente cavalca anche da solo.
Alcuni cavalieri rallentano e si soffermano girando i loro cavalli davanti alla tribuna, in segno di saluto e di omaggio alle autorità. Gli applausi al passaggio dei cavalli e dei cavalieri sono ancora più intensi e più scroscianti di prima.
Il corteo procede lungo un percorso che li conduce alla Cattedrale di Santa Maria della Neve, dove alle ore 13 il Vescovo di Nuoro impartirà loro la solenne benedizione.
I festeggiamenti si concludono il 29 agosto, giorno in cui nel 1901 avvenne la solenne inaugurazione e benedizione della statua del Redentore: nelle prime ore del mattino si svolge un pellegrinaggio a piedi fino alla sommità del monte Ortobene, dove alle 11 il Vescovo celebrerà la messa solenne.
Nino De Maria
Richiamo
(*) La posa di questa statua fa parte di una iniziativa di Papa Leone XIII che nel 1896 propose, in preparazione al Giubileo del 1900, di consacrare 20 monti delle diverse regioni italiane a Gesù Redentore, con la costruzione di altrettanti monumenti a lui dedicati. Attualmente esistono infatti 21 statue, cappelle o monumenti (in media uno per ogni regione italiana) dedicati al Redentore e costruiti negli anni a cavallo tra la fine del XIX secolo e i primi anni del XX. Anche in Sicilia c’è una statua simile a quella sarda, che si trova a Caltanissetta, sul monte San Giuliano. Qui le celebrazioni commemorative (di tipo prevalentemente religioso) vengono fatte il 6 agosto, giorno della Trasfigurazione di Gesù.
(continua)