Scillichenti: primo centenario dell’edificazione della chiesa

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Era il lontano 14 aprile del 1912 quando, con una prima messa celebrata da monsignor Pasquale Pennisi Alessi su un altare di legno e in un tempio incompleto, veniva aperta al culto la chiesa di Scillichenti; un vasto santuario intitolato a Maria SS. del Rosario di Pompei per volontà della fondatrice, la gentildonna acese Rosina Geremia che in quel territorio, in quella plaga boscosa fino a quel momento segnata dalla solitudine e dalla desolazione, aveva voluto edificare un luogo di preghiera in cui tutti i fedeli potessero sciogliere il proprio voto alla Madonna, evitando di intraprendere un oneroso e impegnativo viaggio fino alle falde del Vesuvio. Fu poi attorno a quella chiesa, per la cui realizzazione tanto si adoperarono anche altri due benefattori, vale a dire Nicolò Leotta e Salvatore Russo “Pecorella”, che in breve tempo prese forma e vita un paese, una comunità. Comunità che in occasione della celebrazione del primo centenario dell’edificazione della chiesa, il 15 aprile, ha ritrovato il legame con le origini e con il culto della Beata Vergine del Rosario.Un percorso di fede che ha portato a rinnovare la scommessa sulla Parrocchia e la Famiglia come Chiesa domestica e ha coinvolto i fedeli non solo nella riscoperta delle radici e dell’identità comunitaria del paese, ma anche in un gemellaggio nella fede con il Sacro Tempio di Pompei, avvenimento che ha lasciato un forte segno nella comunità parrocchiale.

Dopo il triduo di preparazione tenuto da don Roberto Strano  e la svelata della sacra effige della Beata Vergine di Pompei, a concludere le celebrazioni è stato il solenne pontificale di dedizione della chiesa e del nuovo altare in marmo collocato in pianta stabile al centro del presbiterio, in sostituzione di quello mobile in legno. A presiedere la solenne cerimonia il vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti. Celebrazione che non è servita solamente a ricordare i cento anni dalla fondazione del tempio, migliorato per l’occasione con il restauro del fonte battesimale e la realizzazione dell’ambone, ma soprattutto, come ha sottolineato il parroco della frazione acese don Angelo Pennisi, ha portato la comunità religiosa ad un rinvigorimento della fede e dell’esperienza spirituale. 

Monica Trovato