Scuola diocesana di corresponsabilità / Percorso formativo per partecipare attivamente nella vita della Chiesa

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Scuola diocesana di corresponsabilità

In sintonia con il Cammino Sinodale delle Chiese in Sicilia e supportata dall’Istituto Diocesano di Teologia “Sant’Agostino”,  la Diocesi di Acireale ha  lanciato la Scuola Diocesana di Corresponsabilità. Un percorso formativo di cinque appuntamenti per promuovere la partecipazione attiva e la corresponsabilità nella vita della Chiesa.

Gli incontri, iniziati il 20 novembre scorso, si tengono simultaneamente e  con cadenza mensile fino al mese di marzo 2025, in quattro sedi scelte nella nostra diocesi.
Precisamente nelle parrocchie:  Santi Cosma e Damiano, in  Acireale per il  I Vicariato; chiesa Divina Misericordia, in San Nicolò – Acicatena per il II Vicariato; San Francesco d’Assisi, in Giarre, per il III e IV Vicariato; parrocchia dell’Immacolata in Fiumefreddo di Sicilia per V e VI Vicariato.

Il primo appuntamento ha beneficiato dell’intervento multimediale  del vescovo mons. Antonino Raspanti: “Rendere ragione della propria fede nel contesto culturale contemporaneo”, è stato l’impegno fortemente ribadito dal Pastore della diocesi acese, nonchè presidente della Cesi.

Successivamente, i convenuti  in sede laboratoriale  hanno discusso su come riscoprire la corresponsabilità ecclesiale attraverso esperienze formative, impegnandosi in prima persona e interpretando la vita personale ed ecclesiale con i suoi eventi, cambiamenti, responsabilità, crisi ed evoluzioni.

Scuola diocesana di corresponsabilità / Il secondo incontro in quattro sedi

Nell’ambito di questo percorso, lo scorso 11 dicembre, si è espletato il secondo incontro di formazione. Erano presenti, nelle quattro location designate, i vari operatori pastorali che, insieme ai rispettivi parroci, hanno approfondito e riflettuto sul nucleo tematico: “Corresponsabili nella missione”.

Dopo la preghiera iniziale, i quattro moderatori in separata sede ma in armoniosa sinergia, hanno introdotto il tema della serata. Dalle interessanti esposizioni, sono emersi alcuni punti cardini.
Essi andranno ad arricchire la “fucina di idee” del cammino sinodale che, anche nella nostra diocesi, sta vivendo la fase profetica che culminerà nel 2025.

Attraverso lo scorrimento di alcune “slide”, le compagini sono state rese edotte sulla necessità di identificarsi con fermezza come membri di una Chiesa missionaria.
Nello specifico, mettendo a fuoco passaggi salienti di alcune Esortazioni Apostoliche, è stato ribadito che abbracciare lo spirito missionario rappresenta la vocazione primaria della Chiesa.

E quando si parla di missione, non si intende soltanto la risposta di chi si offre a portare conforto e sostegno in terre distanti dalle nostre realtà.
Essa si concretizza anche nella quotidianità, ogni qualvolta si avverte il desiderio di arrivare ai lontani, a coloro che sono ancora alla ricerca di Dio.

gruppi di studio
Gruppi di studio

Scuola diocesana di corresponsabilità / I gruppi di studio

Dopo questa introduzione,  le assemblee si sono scorporate e ricomposte in gruppi di studio, nell’ambito dei quali i partecipanti si sono interrogati su due quesiti:
Fino a che punto siamo in grado intercettare i segni della missione?
Come fare per essere concreti nel promuovere la missione di prossimità?

È emerso un po’ dovunque che la sinodalità deve essere a servizio della missione della Chiesa. Ogni battezzato, dunque, è un “inviato”, spinto a vivere nell’ordinario il proprio ruolo di “costruttore” della missione.
Pur con limiti e fragilita’, ciascuno deve  mettersi in ascolto del prossimo per migliorare la qualità della relazione. Solo così si potranno captare i bisogni di coloro che incrociamo, di chi chiede la nostra testimonianza.

Avvicinare i giovani alla Chiesa

Un altro grosso problema che preoccupa è quello dei giovani che si allontanano dalle celebrazioni, dalle attività parrocchiali e dalla vita vissuta in sintonia con il vangelo.
La missione della Chiesa suscita in tal senso una grande responsabilità che non ammette deroghe: avvicinare tutti  e spalancare le porte delle nostre comunità.

E’ fondamentale  entrare nell’ottica che la missione è un esercizio ordinario, non rappresenta un “altro tempo” rispetto alla quotidianita’. Ci invita ad agire  con slancio nell’attimo presente e diffondere ovunque il fascino del Vangelo.in chiesa

Nel corso dei lavori si è stati coesi nel ritenere che per una concreta “missione di prossimità” della Chiesa, bisogna spendersi nella ricerca di nuovi linguaggi.
Un codice linguistico-operativo  vicino alla realtà giovanile e non solo, contribuirà senz’altro a riconoscersi nelle nostre comunità. Sarà di aiuto ad offrire la frequenza giusta per sintonizzarsi con Dio. E’ una sfida verso chiunque non siamo “noi”.

Siamo tutti pellegrini di speranza

Parlando di coloro che stanno ai margini delle nostre strade o alla ricerca silenziosa del senso della vita, penso che ciascuno di noi, in essi, vi si debba riconoscere.
Perché ci sono momenti in cui capita di perdere l’orientamento e, spesso, ci ritroviamo sotto lo stesso cielo nuvoloso, proprio come loro.
Allora mi affiora alla mente la poesia di David Maria Turoldo che si esprime così:

Fratello ateo nobilmente pensoso
alla ricerca di un Dio che io non so darti,
attraversiamo insieme il deserto.
Di deserto in deserto andiamo oltre la foresta delle fedi,
liberi e nudi verso il nudo Essere,
e là,
dove la parola muore,
abbia fine il nostro cammino“.

Tutti siamo pellegrini di speranza, desiderosi di avere a fianco un buon compagno di viaggio. E chissà che, camminando insieme pur nelle specificità di ciascuno, non riusciamo a svelare il mistero di un Dio che ci ama senza “se” e senza “ma”.
Sempre con il desiderio di  riconoscerLo più vicino di quanto non immaginiamo.

A conclusione del dialogo nei vari laboratori, sono state elencate le successive tappe della scuola di formazione. Come da calendario, la prossima tappa è prevista, per tutti i sei vicariati, il 22 gennaio 2025.

Marcello Distefano