Scuola / Disabili nelle Paritarie non più a carico delle famiglie

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il simbolo dei disabili

A scuola i disabili nelle Paritarie non saranno più a carico delle famiglie. Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi  intende mettere al centro del Paese la scuola. E non aggiunge attributi, “parla sempre e solo di “scuola”, che nel “Servizio Nazionale di Istruzione“ comprende la scuola  statale e paritaria.

Si registra  un cambio epocale quando il ministro Bianchi firma il decreto che definisce i criteri e i parametri per l’utilizzo dei 61.944.000 euro destinati all’ampliamento dell’Offerta formativa.  Chiarisce che saranno utilizzati dalle scuole  “per mettere in campo azioni mirate, in risposta ai problemi determinati dalla pandemia, soprattutto nelle aree maggiormente disagiate del Paese”.

Il decreto, firmato il 12 marzo scorso, stanzia 513.734.589 euro per i 900 mila allievi (circa 570 euro ad allievo) che frequentano le scuole Paritarie.ragazzi disabili

A queste risorse si aggiungono 113,4 mln di euro destinati a favorire l’inclusione degli alunni con disabilità. E stabilendo una corrispondenza con il “costo standard di sostenibilità per allievo” come più volte richiesto e sollecitato da suor Anna Monia Alfieri.
Suor Anna è legale rappresentante delle Scuole Marcelline Italiane, e tenace sostenitrice della libertà di scelta educativa.

Per i disabili  scuole paritarie a costo zero

Per i disabili, il decreto stanzia circa 8mila euro per allievo e a questi vanno aggiunti eventuali contributi erogati dalle Regioni o dai singoli Comuni. E garantiscono assistenza, ausili e sussidi per una concreta e attiva “integrazione scolastica ed inclusione sociale”.

Ecco un grande traguardo che consente anche ai genitori di un disabile di scegliere, a costo zero, fra una scuola statale e una buona scuola paritaria.  Esercitando anche  “il diritto della libertà di scelta educativa senza dover pagare rette aggiuntive e discriminanti”, come afferma suor Anna  Alfieri.

Pari opportunità e riduzione delle diseguaglianze sociali

Il cammino di crescita della scuola è sempre proteso in avanti e l’esercizio del “diritto di apprendere”, di “scuola aperta a tutti” (art. 34 della Costituzione) impegna a contrastare la povertà educativa. Impegna a contrastare la deprivazione culturale e le diseguaglianze sociali. A non operare discriminazioni economiche soprattutto nei confronti degli allievi più poveri. Rendendo così concrete le “pari opportunità” anche per i più fragili e “bisognosi di particolari attenzioni”. Scongiurando la deprivazione culturale, e riducendo le diseguaglianze e il divario fra il Nord e il Sud.

L’esercizio attento e rispettoso della libertà di scelta educativa che compete ai genitori, l’autonomia alla scuola, il pluralismo culturale sotto lo sguardo garante dello Stato.
Questo, insieme alla trasparenza, la pubblicità dei bilanci e la rendicontazione sociale, costituiscono i binari sui quali far progredire la scuola di qualità. Tagliando i rami secchi dei diplomifici, che spesso rubano il futuro dei giovani.

Giuseppe Adernò

 

 

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