Laura Galoppo, quasi 15enne, è una studentessa della prima classe del Liceo Classico “Muratori San Carlo” di Modena: con lei abbiamo parlato del metodo delle lezioni a distanza durante questo periodo del coronavirus.
Sei contenta d’esserti iscritta al Liceo Classico? Quali sono le tue materie preferite? Quali sono le tue tendenze per l’Università?
Io sono contenta della scelta fatta, anche se è una scuola dura per le materie molto difficili, soprattutto latino e greco. Le mie materie preferite sono italiano e greco, mentre con il latino ho un rapporto difficile, essendo una lingua con molta sintassi dei casi, dei tempi e dei modi; il greco invece è più schematico, con poche nozioni sintattiche. Per l’Università sono per la laurea in Giurisprudenza, soprattutto vorrei diventare un magistrato; in ogni caso, tendo alle professioni che nascono dalla giurisprudenza.
Qual è il tuo rapporto con il metodo a distanza a causa del coronavirus?
Mancando il rapporto con professori e compagni, non c’è la bellezza d’andare a scuola, creare relazioni, vivere intensamente la vita scolastica.
Secondo te, il coronavirus fino a che punto è un’emergenza sociale?
E’ un’emergenza grave che condiziona la vita delle persone.
Le lezioni a distanza sono simili o diverse da quelle in classe? Perché?
Le lezioni a distanza sono diverse, perché sono alleggerite ed il numero è dimezzato. Se dobbiamo affrontare un argomento, non c’è approfondimento, per cui il lavoro personale diventa pesante. Si passa direttamente all’interrogazione: da parte del professore potrebbe essere normale, mentre da parte mia, avverto la freddezza del rapporto, quindi la spontaneità viene penalizzata.
La didattica online, secondo te, farà modificare l’attuale metodo scolastico?
Sì, in qualche modo lo influenzerà. I compiti non saranno più svolti solo su carta, ma anche attraverso computer ed e-mail. Alcuni professori continueranno con metodi tradizionali, altri saranno influenzati dal metodo online.
On line non potrebbe essere un metodo più esatto?
No, perché manca il rapporto interpersonale, ovvero la macchina sostituisce la persona.
Se il metodo a distanza dovesse continuare fino alla fine dell’anno scolastico, pensi che i risultati finali ne saranno condizionati, quindi potrebbero essere ingiusti?
In qualche modo, i risultati ne saranno condizionati, perché le verifiche saranno un po’ false, in quanto verranno semplificate dai professori che cercheranno di venirci incontro, mentre altri saranno troppo freddi, troppo condizionati dallo scritto: il rapporto interpersonale con il prof è più positivo dello scritto.
Secondo te, l’interrogazione dovrebbe essere un aperto colloquio tra prof. e alunno, non un botta e risposta? Tu come intendi questo rapporto?
L’interrogazione deve essere un dialogo tra prof. e alunno, in modo possibilmente cordiale, un rapporto molto umano; da parte del docente, un atteggiamento di solidarietà.
Anna Bella