Siamo in mezzo al guado delle iscrizioni – on line, naturalmente – e anche in quello dell’attuazione della “buona scuola”, di una riforma che dovrebbe, anzitutto, mostrare come il Paese crede al sistema formativo, punta sul futuro.
Di questo futuro, la “scuola digitale” è una delle bandiere più sventolate, ormai da tempo, con promesse e affermazioni che vorrebbero la scuola italiana attrezzata di strumenti tecnologici adeguati, a cominciare dalla connessione a internet in tutte le scuole. Non solo per la didattica, si intende. La “dematerializzazione” dei processi riguarda un po’ tutto il sistema, e ad esempio, nel caso delle iscrizioni, ecco che l’on line chiede spazio.
La frequenza di scuole dotate di ambienti di apprendimento virtuale è un’esperienza che coinvolge il 19% degli studenti in uscita dalla scuola media di I grado e il 33% degli iscritti al terzo anno della secondaria di II grado, quote ancora una volta sensibilmente inferiori alle medie europee (nell’ordine, 58% e 61% di studenti in età corrispondente). In proposito, per capire come migliorare una situazione che si presenta lacunosa, il Censis ha intervistato alcuni dirigenti di scuola secondaria di II grado per i quali le soluzioni migliorative praticabili consisterebbero nella creazione di piattaforme per il reperimento e la fruizione di materiale e servizi didattici (86,6%), il passaggio da una logica di proprietà (di infrastrutture, dispositivi, ecc.) a una logica di servizio (a canone) (68,2%), puntando sull’autonomia delle scuole per l’adeguamento strutturale (70,5%).
Alcune di queste strade, in verità, sono già praticate, spesso per iniziativa di singoli istituti (o singoli docenti) che nei propri territori avviano collaborazioni virtuose e colgono le occasioni. Tuttavia puntare sulla “scuola digitale”, che è certamente una strada per il futuro, chiede ben altro. L stessa autonomia delle scuole, spesso indicata come la panacea di ogni male, ha poco significato se poi queste hanno le tasche vuote. E un serio piano di investimenti – e di formazione – non può che partire dal Ministero.