E’ in una condizione di sofferenza, di difficoltà ad andare avanti la scuola Cattolica in Italia. Una realtà con cui la società odierna sta facendo i conti e alla quale sente la necessità di opporsi. Chiedersi il perché di questa crisi, di questa difficoltà, che anche in ambito locale, ad Acireale, purtroppo, sta annoverando “storiche chiusure”, avvia una riflessione ampia e complessa .
Lo scorso sabato 24 gennaio, nei locali dell’Istituto S. Michele di Acireale, diretto dai Padri Filippini, si è svolta una conferenza, presentata dalla Confederex (Unione Ex alunni/e delle Scuole Cattoliche, Consiglio regionale di Sicilia) intitolata “La scuola Cattolica oggi in Italia”.
Ad introdurre l’incontro l’ing. Camillo De Martino, vicepresidente della Confederex, alla presenza della presidente Rosaria Patanè Sciuto, di un nutrito uditorio, formato dagli alunni dell’Istituto di via Dafnica, di ex alunni e di tanti interessati alla tematica.
Il relatore, prof. Rosario Musmeci, presidente dell’Associazione ex allievi dell’Istituto, e già Ispettore del Ministero Pubblica Istruzione, ha sottolineato come si tratti di un’emergenza educativa in corso, mentre, oggi più che mai, necessaria si riveli la parità scolastica. Scopo di ogni “sede d’istruzione”, pubblica o paritaria che sia, è la formazione integrale della persona, non soltanto da un punto di vista prettamente didattico ma, soprattutto, dal punto di vista morale, dei valori e degli affetti. A ciò risponde l’offerta formativa della scuola cattolica che, garantendo un cammino didattico corrispondente alle aspettative degli alunni e delle famiglie, guida i ragazzi stessi alla formazione della propria individualità, negli insegnamenti di matrice cristiana. Tutto ciò, nel pieno rispetto delle differenze di religione, in un dialogo aperto e guidato dalla consapevolezza della ricchezza insita in ogni realtà, per quanto diversa dalla propria. Fondamentale, oggi, la libertà di scelta delle famiglie, di “poter decidere sull’educazione da dare ai propri figli”, ha affermato il prof. Musmeci, cosa che appare difficile, giacché “la libertà di educazione incontra, ancora, tanti ostacoli, fra cui quello economico”, ha continuato ancora Musmeci.
Altro aspetto significativo della questione è l’idea che la scuola paritaria cattolica debba considerarsi, innanzitutto, per le sue preziose e concrete opportunità di formazione offerte ai discenti, e che possa divenire, quindi, “la prima scelta” dell’alunno e della famiglia, come ha affermato il Dirigente scolastico dell’Istituto San Michele, il prof. Alfonso Sciacca. L’auspicio è che questa considerazione, accanto alla voglia di guidare i giovani nel cammino delicato della loro formazione, nel modo più idoneo possibile alla salvaguardia dei valori umani, possa indurre alla conservazione della scuola Cattolica in ambito nazionale e locale, abbattendo il muro della solitudine di chi la gestisce.
Rita Messina