“Io sono un’insegnante. Il nostro è un lavoro particolare che solo chi lo svolge può capire. Alcuni giorni sono tornata a casa stanca, pronta a combattere per avere l’attenzione e far posare i telefonini, o per far capire agli alunni che nella vita ci sono delle regole da seguire. Infatti da esse è dipeso il benessere e la libertà di tutti! La didattica a distanza o DAD intrapresa dalla scuola ha permesso a questa insegnante, come tante altre di non interrompere lo svolgimento delle lezioni. Ricordo che la sera del 4 marzo ci è stato comunicato che le attività didattiche erano momentaneamente sospese a causa del dilagare del coronavirus. Questo virus maledetto che nel giro di un mese ha stravolto la vita di ognuno di noi”.
La DAD intrapresa dalla scuola sembra all’inizio essere qualcosa di anomale per questa insegnante
“Di colpo, dopo tantissimi anni di insegnamento, mi sono ritrovata a vivere una quotidianità che non conoscevo e che facevo fatica, ad accettare. E’ stato come se qualcuno avesse rubato la tua identità. Ma la scuola, comunque, dopo qualche giorno, si è messa in moto consapevole che questo “momentaneamente” avrebbe avuto una lunga scadenza. Nella mia scuola, per esempio, siamo circa mille! Abbiamo ripreso il lavoro per i nostri alunni, ma un lavoro anomalo, diverso. Ci siamo riuniti in chat come consigli di classe per decidere cosa fare con e per i nostri ragazzi. Metodi nuovi, nuovissimi per qualcuno, che come me erano ignoranti su questo campo”.
Insegnante a scuola alle prese con la DAD. Ce l’ha fatta?
“Certo, è stato strano vederci lì, vicini nei riquadri ma distanti. Ognuno nella propria abitazione. Poi ci sono stati i gruppi whatsApp, due per classe: uno per i soli insegnanti, l’altro con gli alunni. Questi gruppi non davano legalità al nostro lavoro ma ci hanno permesso una certa velocità nella comunicazione. Poi abbiamo avuto canali ufficiali in cui ogni insegnante ha inserito del materiale per gli alunni della propria classe e assegna degli esercizi: Argo didup . Ci sono state, poi, altre possibilità di potere creare delle video-conferenze con gli alunni o delle classi virtuali: Moodle e Webex. Girava un po’ la testa a leggere e tutto era molto complicato, ma il nostro compito in quel momento, come bravi soldatini, era quello di istruire, si, ma soprattutto di stare vicini ai ragazzi, coscienti che anche loro stavano vivendo un cambiamento rivoluzionario“.
Mariella Di Mauro