Scuola / Insegnare col sorriso

0
49
insegnare col sorriso

“Maestro, ma quanti anni hai?”. E chi se l’aspettava questa domanda? Al termine della mia spiegazione mi sarei immaginato tutt’altro. Invece uno dei miei alunni me l’ha impacchettata e consegnata così, a bruciapelo. Quella mattina il ragazzino mi ha simpaticamente spiazzato.

Forse avrò esagerato con le battute, le similitudini e quant’altro, ma l’epilogo della mia prestazione è stato proprio un successo: ho tenuto desto l’uditorio!
Non so spiegarmi il perchè, ma quel giovedi ancor prima di arrivare a scuola, avevo in mente di mettere in circolo strategie che avrebbero divertito.

Quindi nessuna impennata vocale con tanto di “Silenzio”, “State attenti” e, soprattutto, senza ultimatum con frasi del tipo “Se non mi ascoltate, avrete una nota sul registro”.
E per un insegnante che dal traguardo pensionistico lo separa appena un lustro, tutto ciò ha avuto il sapore di un’autentica “botta di vita”.A scuola col sorriso

Insegnare col sorriso è un connubio vincente

Mai come al termine di quella mattina di lavoro, la massima “Non si finisce mai di imparare”, mi cadeva tra capo e collo. A fronte di una lezione condotta sul filo della monotonia, insegnare divertendo è risultato essere un connubio vincente.

Una graffiante domanda bussava alla porta della mia coscienza: se le mie lezioni dovessero continuare ad avere l’impronta di un “quasi” corso monografico, a quanti alunni potrei stuzzicare l’interesse ? Credo che solo i più audaci si lascerebbero pizzicare.
Il soliloquio non coinvolge, è il lasciapassare per viaggiare tra i più disparati pensieri. Attesta la paternità di un “reato” che sa di furto mentale.

D’ora in poi, garantire ai ragazzini il diritto di sapere senza appesantire il loro delicato mondo, darà “anima” alla mia programmazione.
Perché sia seguito, però, non devo impiantare una succursale di ludoteca in classe!
Divertente sì, ma nella misura in cui sia bastevole per creare una costruttiva leggerezza.
Ringrazio quel mio birbantello per la sua imprevista domanda. Mi ha sorpreso senz’ altro, ma è riuscito ad infiocchettarmi una conquista.

Se nella mia lezione riuscirò a coinvolgere facendo sorridere, significa che sono stato concreto e convincente. Ho suscitato quel tanto di trasporto emotivo per un apprendimento agile. Del resto anche nella quotidianità, se una battuta non viene capita, nessuno ci riderebbe sopra.

A scuola è uguale: se gli alunni si  sono sintonizzati con l’insegnante, sono anche sereni. Vuol dire che lo hanno capito. E questo avviene anche se io, il maestro, di anni… ne ho appena compiuti 62!

 

Marcello Distefano