Scuola / Investire nell’istruzione porta ad una crescita maggiore

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Il livello culturale delle persone è fondamentale per promuovere uno sviluppo sostenibile nelle società e per sostenere la sua vitalità democratica, per mantenere una buona coesione sociale. Nel tempo della società della conoscenza non si tratta solo di investire sui cittadini più meritevoli, ma di agire per ampliare l’educazione di base della popolazione, perché con la cultura aumentano opportunità sociali e personali.

educazioneUna delle leve politiche più importanti è senza dubbio l’investimento nell’istruzione: l’Ilo (Organizzazione Internazionale del Lavoro) ha dimostrato da anni che i Paesi che hanno innalzato il livello medio di istruzione della popolazione sono quelli che riducono i tassi di disoccupazione e migliorano le condizioni medie del lavoro. L’Ocse sottolinea che i Paesi che investono in istruzione sono anche quelli con più possibilità di crescita e maggiore coesione sociale: quando aumenta il grado culturale medio diminuisce la disuguaglianza.

In questa prospettiva, per i Paesi dell’Unione europea, diventa importante ridurre il numero dei fallimenti formativi: uno degli obiettivi di Europa 2020 è appunto quello di contrastare l’abbandono scolastico che in Italia ruota attorno al 17%, come afferma una recente ricerca del Cedefop sulle strategie europee. Ci sono però altri due fenomeni da arginare: uno è costituito dai ragazzi che ottengono risultati scarsi; essi terminano un ciclo scolastico, ma apprendono poco e male, poi quando accedono a un livello superiore incontrano notevoli difficoltà: tanto che negli ultimi 15 anni il 31,9% dei giovani non ha concluso le superiori. L’altro fenomeno è l’analfabetismo di ritorno: una folta presenza di adulti che raggiungono livelli minimi sulle competenze linguistiche e matematiche di base (quelle per comprendere un testo e far di conto per intendersi).

Per aumentare il livello culturale medio nel nostro Paese è strategico contrastare l’arcipelago dei fallimenti formativi. Andrebbero introdotte due attenzioni, come afferma uno dei maggiori esperti italiani Marco Rossi Doria. Innanzitutto bisognerebbe passare da un’offerta indifferenziata a una adeguata a ogni persona “al fine di favorire davvero lo sviluppo emotivo e cognitivo indispensabili per l’effettivo accesso, partecipativo, alla scuola”; inoltre andrebbe applicato il concetto di equità a scuola non solo seguendo di più chi è in una condizione di maggiore svantaggio sociale, ma anche supportando “inclinazioni e parti forti di ognuno e operando per fare scoprire le parti sconosciute a ognuno”. Alle due attenzioni ne andrebbe affiancata una terza indirizzata alla formazione degli adulti, in modo da creare occasioni di apprendimento in luoghi lavorativi e di socializzazione.

 

Andrea Casavecchia – Agensir

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