Scuola / “Noi e il mondo : i tanti colori di Dio”, originale progetto Pon dell’istituto Fuccio – La Spina

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Nell’ambito dell’offerta formativa ( PON ) che gli Istituti scolastici propongono all’utenza, si inseriscono e si diversificano vari progetti rivolti agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado. Molto spesso nell’elaborazione ed estensione programmatica, gli stessi gli insegnanti si avvalgono dell’intervento di esperti esterni, per dare maggiore risalto ed arricchire quelle che sono le tematiche scelte, sia in appoggio ai contenuti dell’insegnamento curriculare, sia di argomenti innovativi.
Di uno dei tanti PON strutturati nel corso dell’anno scolastico 2019 / 2020 da gruppi di docenti dell’Istituto comprensivo “L. Vigo Fuccio – M. La Spina”, diretto dalla dott.ssa Maria Castiglione, sempre attenta e aperta alle innovazioni, fa parte il Modulo “Noi e il Mondo: I tanti colori di Dio”.
Il progetto si è svolto nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2019 con un gruppo di 23 alunni della scuola secondaria di primo grado ( classi I, II, III )  per la durata di trenta ore.
Gli alunni, sotto la guida degli esperti, prof.ssa Caterina Vecchio, docente di Religione cattolica e del Tutor, prof.ssa Maria Grazia La Spina, docente di lettere, hanno seguito un itinerario ben articolato, entusiasmandosi e partecipando attivamente.
Questo percorso educativo è stato dedicato alla conoscenza degli elementi principali delle religioni monoteiste, permettendo ai ragazzi di scoprire e valutare le peculiarità di ciascuna delle tre grandi religioni diffuse in tutto il mondo, attraverso l’uso di immagini, lettura di testi, curiosità.
In riferimento alla parte di conoscenza della religione Ebraica è stato chiamato don Carmelo Raspa, noto biblista che opera nella nostra Diocesi, professore di esegesi presso la  Facoltà Teologica di Sicilia a Palermo e presso lo studio Teologico San Paolo di Catania.
Egli ha collaborato attivamente con le insegnanti, intrattenendo i ragazzi con la sua esperienza e giovialità. Essi si sono dimostrati molto interessati, rivolgendo domande e dialogando con il sacerdote, conquistati dalla sua simpatia e dal modo di sviscerare in maniera semplice e originale argomenti di per sé rilevanti.
Ha contribuito a far conoscere meglio la realtà territoriale e la natura della religione cristiana, la visita alla Basilica di San Sebastiano, dove era stata allestita una mostra, protagonista la donna,  sulla Pace, il dialogo e la condivisione, che metteva in risalto proprio la figura femminile, con la sua capacità di accogliere e di aprire tutte le porte all’amore e alla speranza.
Il filo conduttore del progetto educativo è stato, appunto, quello di riscoprire l’importanza dell’incontro e del rapporto con gli altri. Infatti, tutte le Religioni nel mondo “rappresentano prima di tutto un tentativo di dare risposta ai “grandi” interrogativi che gli esseri umani si pongono.
Ma sono anche la testimonianza di una ricerca, individuale e collettiva, che può assumere forme anche molto diverse, per consentire un reale arricchimento. E, poiché le differenze dovrebbero rappresentare un terreno d’intesa attraverso la tolleranza e la reciproca conoscenza, è stata sviluppata una mappa informativa e cognitiva con la quale i giovanissimi alunni sono stati guidati alla riscoperta di tali valori.
Conoscendone la storia e le varie sfaccettature, i ragazzi si sono appassionati ai racconti e alle visualizzazioni, fornendo anche loro un apporto positivo con elaborati ed immagini, traendo spunto dalla descrizione di usanze e riti. Ma  la citazione “Un mondo di cappelli”  ha stuzzicato ancor più la loro fantasia, incuriosendoli, non consapevoli, forse, del fatto che il “cappello” ha rappresentato, anche in epoca piuttosto recente, un segno distintivo persino nella società civile.
Per quanto riguarda l’appartenenza a una determinata religione, esiste una grande varietà di “copricapo” che contraddistingue i fedeli. Gli Ebrei, ad esempio, tengono sempre sul capo il kippah, uno zuccotto a papalina, e i più ortodossi indossano larghi cappelli di feltro nero, alcuni portano lo sthtreimel, un cappello di pelliccia. Nell’Islam il tradizionale copricapo musulmano da preghiera, da uomo, è il kufi, l’immama è invece il turbante indossato dal clero sciita. Nel cristianesimo il copricapo ricorda la corona di spine di Gesù. Nella chiesa cattolica i vescovi e il Papa usano la papalina e la mitra durante le funzioni religiose. Il copricapo, oltre ad essere un segno distintivo, rappresenta il rispetto e la sottomissione alla divinità.
Attraverso un excursus di conoscenza e di confronto, guidati dalle due insegnanti, i ragazzi hanno certamente acquisito la consapevolezza che per contribuire alla costruzione di un mondo più vivibile sono necessari il dialogo e la condivisione.
A conclusione del lavoro svolto, supportato da una vivace cartellonistica, è stato realizzato un video intitolato, appunto, “Noi e il Mondo: I tanti colori di Dio”.

Carmela Tuccari