Scuola Poetica Siciliana / Nina: il mistero della prima poetessa

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Forse pochi sanno che la Scuola Poetica Siciliana può vantare tra i suoi letterati, una donna: Nina, la prima poetessa a scrivere in volgare. Il tempo è stato ingrato con lei, poiché molti dei suoi testi sono andati perduti. Ad ogni modo di recente, sta riscuotendo un certo successo nell’ambiente letterario per i suoi raffinati versi che valorizzano la donna come figura alla pari.

Nina Siciliana / la prima poetessa volgare

Nina Siciliana o Monna Nina è stata una poetessa della Scuola Poetica Siciliana, vissuta nel Tardo Medioevo. Sulla sua vita aleggia un alone di mistero: non si conosce esattamente la sua data di nascita, né la famiglia di provenienza. Gli storici si sono limitati ad incrociare i pochi dati noti: sicuramente doveva essere una nobildonna, data la sua cultura. All’epoca, le donne di ceto inferiore non avevano accesso all’istruzione, ancor meno alle corti in cui circolava la poesia.

Inoltre le due città in cui l’ambiente letterario era maggiormente sviluppato erano Palermo e Messina, città che tutt’oggi si contendono il primato. A Palermo la lega sicuramente la presenza della Corte di Federico II di Svevia, in cui confluivano intellettuali da tutto il Mediterraneo, e dove si suppone che Nina sia venuta a contatto con la poesia provenzale. Messina, invece, è tenuta in considerazione in virtù della presenza di due poeti siciliani: Guido e Oddo delle Colonne.

La corrispondenza con Dante da Maiano

Tra i tanti appellativi di Nina, ci sono “Nina Danti” e “Nina del Dante”. Essi sono dovuti alla passione artistica e sentimentale che il poeta fiorentino Dante da Maiano, sviluppò nei suoi confronti. I due, infatti sono passati alla storia per la loro relazione platonica, fondata sullo scambio di componimenti poetici. Alcuni dei loro componimenti, sono stati riscoperti di recente, grazie alla raccolta di poesie “Sonetti e canzoni di diversi antichi autori toscani”, pubblicata da Giunti nel 1527. Tale raccolta contiene anche anche i sonetti di Dante da Maiano.

Una “donna angelo” rivoluzionarianina siciliana poetessa

Nina nei suoi versi ribaltò completamente gli schemi dell’amor cortese. Mentre i poeti medievali celebravano la figura della “donna angelo”, di fatto sminuendola a passivo oggetto di contemplazione, Nina mette al centro la propria femminilità, infrangendo tutti i canoni dell’epoca. Risponde rima per rima al suo amato, con sicurezza e carisma. Talvolta, con una domanda diretta, gli chiede di vederlo. Insinua che l’amore che le professa non sia altro che finzione poetica. Per questo motivo, la penna rivoluzionaria di Nina, seppur scoperta da poco, sta diventando sempre più spesso oggetto di attenzione da parte di accademici italiani e non.

Esistita veramente?

Nel corso dell’Ottocento, alcuni storici hanno paventato l’idea che Nina e Dante da Maiano fossero dei personaggi inventati. Tuttavia, gli scritti ritrovati e la fama che entrambi godevano tra i contemporanei hanno smentito queste ipotesi. Nonostante i limiti della sua epoca, Nina era piuttosto stimata per la sua tecnica. Inoltre si è notata una somiglianza tra i versi di Nina e quelli delle Trobairitz francesi, un gruppo di venti poetesse provenzali.

Riconoscimenti

I componimenti poetici di Nina sono stati elogiati da grandi figure della letteratura italiana, quali Ugo Foscolo che la definì la “nuova Saffo”. Anche Niccolò Tommaso riconobbe la superiorità tecnica di Nina rispetto al suo amato Dante da Maiano. Per volere del poeta Alessandro Tassoni, Nina Siciliana è stata citata in una voce dell’Accademia della Crusca. A lei era dedicato un busto nel Pantheon degli Illustri di Sicilia, con incisi i versi del poeta Gallo, che la definì “Astro d’amor nel ciel sicano”. Il monumento, poi rimosso, ha lasciato il posto ad un generale della prima guerra mondiale. Le città Palermo e Messina, hanno voluto omaggiarla dedicandole entrambe un via.

Cristina Di Mauro

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