Scuola / Violenza in classe. Da Milano a Catania non è più occasionale la tensione tra le famiglie e gli insegnanti

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Violenza a scuola. Ma non quella degli atti di bullismo o cyber bullismo, su cui i riflettori sono accesi da 268x176xSCUOLA-009-268x176.jpg.pagespeed.ic.jMdPOLqF3Ptempo. Nei giorni scorsi, invece, l’attenzione dei media è stata catturata da alcuni episodi in cui le “vittime” sono stati insegnanti e dirigenti scolastici. L’ultimo caso, peraltro ancora in via di chiarimento, riguarda una preside di Milano, aggredita nell’atrio della scuola da uno sconosciuto.
Poco tempo prima, a Catania, un’aggressione addirittura in classe a un docente di matematica. Nel pieno delle lezioni, madre e fratello maggiore di una studentessa di terza media, si sono avventati su un insegnante di matematica, e lo hanno assalito davanti alla classe attonita. Lo hanno buttato a terra, colpito a calci e pugni. Sono dovute intervenire la vicepreside e altri insegnanti per allontanare dal malcapitato i due aggressori e chiamare i soccorsi. A scatenare la furia sarebbe stato un rimprovero fatto alla ragazza, durante l’intervallo.
Quelli ricordati sono episodi-limite. Non succede infatti spesso, per fortuna, che i rapporti tesi sfocino in violenza. Tuttavia è ben noto come non sia un fatto occasionale la tensione che si crea tra famiglie e scuola, genitori e insegnanti. In sostanza, tra le due “agenzie educative” così importanti per la vita e lo sviluppo dei più piccoli, succede talvolta che non ci sia non solo quell’alleanza necessaria, consapevole, richiesta dalle caratteristiche dell’intervento educativo, ma nemmeno un semplice buon rapporto.
Intendiamoci, l’armonia tra scuola e famiglia è un problema di sempre, se è vero che anche Petronio, nel Satyricon ne parlava, come non hanno mancato di ricordare autorevoli commentatori anche a proposito dei recenti fatti di cronaca. Tuttavia è sotto gli occhi di tutti il crescendo di difficoltà nel costruire una vera e duratura alleanza educativa tra ambienti diversi, che hanno subito, soprattutto negli ultimi anni, trasformazioni radicali e velocissime. In famiglia i rapporti genitori-figli sono molto cambiati anche perché proprio i figli oggi sono merce rara. Tesori “preziosi” da custodire in uno scrigno da parte di genitori che investono su di loro. Così annotano diversi psicologi, sottolineando la crisi del rapporto educativo, le difficoltà a parlare di impegno e responsabilità, il disagio, talvolta, a rapportarsi ad ambienti come quelli scolastici dove, invece, sono chiesti “compiti”, standard da raggiungere. La scuola che una volta rappresentava, tra l’altro, l’opportunità di uscita progressiva, protetta, dall’ambiente familiare, verso la conquista di autonomia e protagonismo responsabile, può essere in qualche caso avvertita come una minaccia.
E se le famiglie si trovano in difficoltà di questo genere, anche gli insegnanti non sono da meno. Attraversano loro stessi un tempo di cambiamenti, che richiede una formazione sempre più specifica e attenta, tale anche da “proteggerli” nei confronti dell’insicurezza che viene dalle richieste sempre più complesse e talvolta nuove dell’ambiente scolastico, della relazione con alunni e genitori, dalla didattica dalle tecnologie.
Ecco allora che proprio sulla formazione si gioca una partita importante. Servono sempre di più insegnanti ben preparati, non solo nelle conoscenze delle proprie discipline, ma nella complessità della professione docente. In questa direzione bisogna investire, dando coraggio, forza e riconoscimenti (anche economici) a una classe docente che resta indispensabile per un Paese che vuole costruire il futuro.

Alberto Campoleoni

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