Seminario / Monsignor Giovanni Blandini e i 38 anni di vescovato a Noto

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monsignor Giovanni Blandini

Nell’Aula Magna del plesso Petraro, dell’Istituto Comprensivo statale “Giovanni Blandini” di Palagonia si è svolto un seminario dal titolo “S. E. Mons. Giovanni Blandini e i suoi 38 anni di vescovato a Noto”. Presenti i vescovi delle diocesi di Caltagirone e di Noto mons. Calogero Peri e mons. Salvatore Rumeo.

Voluto dal dirigente scolastico Antonino Fabio Laudani e moderato dalla prof.ssa Giacoma Satariano, l’evento ha visto l’intervento dei relatori Salvatore Maiore (direttore dell’Archivio storico e dei Beni culturali e diocesani di Noto); Francesco Failla (direttore della Biblioteca diocesana di Caltagirone); Antonino Cucuzza (Storico specialista della Sicilia).

Sono stati 38 anni di intenso e fruttuoso episcopato quelli del vescovo mons. Giovanni Blandini nella diocesi di Noto. Riconosciuto da tutti come autentico pastore d’anime e “gemma dell’Episcopato cattolico”, come lo ha definito papa Leone XIII.
In anni difficili e gloriosi per la Chiesa, con grande discernimento, Pio IX il 5 luglio 1875 elegge a Pastore della Comunità diocesana netina il 43 enne don Giovanni Blandini di Palagonia, allora segretario del vescovo di Caltagirone, mons. Antonino Morana. seminario su monsignor Blandini

L’opera di monsignor Giovanni Blandini nel sociale

Precursore di democrazia e di rinnovamento nel Movimento cattolico italiano, Blandini è stato coraggioso ad affrontare la questione operaia. Di queste idee Blandini si fa sostenitore e promotore nei Congressi cattolici regionali di Palermo nel 1895, di Agrigento nel 1896, di Acireale nel 1897 e di Noto nel 1903.

Nella diocesi di Noto fa aderire i coltivatori al Consorzio agrario siciliano, incoraggia il sorgere di società di mutuo soccorso fra operai e artigiani, che hanno per motto “Religione e Lavoro”. Istituisce gruppi giovanili della Società operaia cattolica, banche cooperative. Con il suo fascino si attira il rispetto di amici e avversari.
Il suo genio e il suo impegno sociale hanno anticipato i tempi.

Biografia di monsignor Giovanni Blandini

Giovanni Blandini nacque a Palagonia (diocesi di Caltagirone) da Giuseppe e Carmela Gulizia il 7 marzo 1832. Rimasto orfano di madre in giovane età, frequenta il ginnasio e il liceo presso il Seminario di Catania, sotto il rettore mons. Giovanni Guttadauro. Nel Seminario di Caltagirone completa gli studi teologici e viene ordinato presbitero il 24 marzo 1855.

Si laurea in Teologia, Storia ecclesiastica e Diritto canonico all’Università di Catania il 14 dicembre 1859. Diviene per alcuni anni parroco di Palagonia, dove forma una coscienza sociale nei gabelloti e nei contadini (1872-75). Predica in molte Cattedrali di Sicilia, nella quaresima del 1871 anche nel Duomo di Milano.Palagonia, seminario su mons. Blandini

Monsignor Giovanni Blandini vescovo

Istituita la Diocesi di Acireale nel 1844, per la nomina del 1° vescovo di Acireale bisogna attendere il 1872, quando mons. Giovanni Guttadauro, vescovo di Caltanissetta, indica alla Santa Sede una terna di nomi: Gerlando Maria Genuardi di Agrigento, Mariano Palermo di Maletto e Giovanni Blandini di Palagonia. Viene scelto il primo, Genuardi, il 29 luglio 1872. Per insediarsi deve attendere altri tre anni, quando il 5 luglio 1875 Papa Pio IX elegge mons. Blandini  vescovo di Noto.

Pio IX mi disse: – scrive il vescovo – vi toccheranno disprezzi invece di protezione, povertà invece di opulenza antica; e sarà tanto meglio. Libero dalle tentazioni dell’ambizione e della vanità camminerete più spedito e sicuro nella via dei vostri alti doveri”. Tra i più giovani vescovi d’Italia, Blandini riceve la consacrazione episcopale il 15 agosto 1875 dall’arcivescovo mons. Benedetto Dusmet nel Duomo di Catania.

Il 5 maggio 1895 mons. Blandini fonda un comitato diocesano prima del Congresso Cattolico regionale di Palermo, ordinando la costituzione dei comitati parrocchiali. Riesce a varare una lista  di 24 candidati per le elezioni comunali di Noto: ben 20 candidati su 24 vengono eletti. Così la pesante tutela massonica sulla cosa pubblica subisce un fiero colpo. Il successo non placa gli ideali del Vescovo che sottolinea il distacco della Chiesa dalla società; anche i cattolici debbono partecipare alla vita sociale e affermare il loro modello di sana amministrazione.

Mons. Peri, Laudani e mons.Rumeo
Da sin. mons Calogero Peri, Antonino Fabio Laudani e mons Salvatore Rumeo

Tanti appellativi per monsignor Giovanni Blandini

Autentico profeta dei tempi moderni, egli ha meritato gli appellativi di “vescovo santo” (Papa Pio IX), “uomo di comando” (Francesco Crispi), “il Crisostomo del sec. XX per la sua eloquenza” (mons. Bignami arcivescovo di Siracusa), “gemma dell’Episcopato siculo” (Leone XIIl e Pio X), “spada politica per i diritti e la libertà della santa religione” (Simone Sultano, parroco di Pachino) e “vescovo degli operai” (mons. Sebastiano Nicotra).

Antonino Fabio Laudani, dopo avere ricordato che l’Istituto che dirige è intitolato proprio a mons. Blandini, ha ringraziato gli intervenuti e presentato i relatori, precisando che la sua scuola è aperta alla Chiesa e che i sacerdoti tutti possono recarvisi in qualsiasi momento. Il convegno è stato organizzato per far conoscere il vescovo alle giovani generazioni e a tutti i cittadini palagonesi. Non dobbiamo dimenticare l’impegno profuso dal Blandini nei confronti dei più deboli: il suo esempio ispiri ad essere cittadini consapevoli e rispettosi, sempre pronti a tendere una mano a quanti bisognosi.

Gli interventi

Mons. Calogero Peri chiede l’attenzione dei più giovani augurando che quello che si  celebra possa essere portato a fine giornata fuori dall’ aula e che una piccola lucina si possa accendere nel sapere di quanti hanno partecipato.

Mons. Salvatore Rumeo evidenzia che l’edificio dell’episcopio si trova in via mons. Giovanni Blandini. Ricorda poi come in un periodo molto buio, che fu l’inizio del 1900, il prelato comprese che il vangelo non solo doveva entrare nella vita delle persone ma anche nella loro condizione sociale. Per cui non solo riuscì a combattere il modernismo ma entrò pure nella vita delle persone.

Aurora Minuto, giovane talento del pianoforte e studentessa dello stesso istituto, ha allietato l’atmosfera con brani musicali.

Giacoma Satariano introduce i relatori, dando per primo la parola allo storico Antonino Cucuzza. Questi descrive le persone e l’ambiente in cui il Blandini ha vissuto. La mamma fervente cattolica avrà contribuito alla vocazione del figlio, facendogli intraprendere la via del sacerdozio.

Salvatore Maiore cita Blandini come promotore dell’impegno dei cattolici nel sociale. Nel 1875 riconcilia con la fede il netino on. Matteo Raeli, ministro del Regno d’Italia, e nel 1910 fa convertire Alessandro Serenelli uccisore di santa Maria Goretti già in carcere a Noto. Aperto ai segni dei nuovi tempi, dotato di umile e santo spirito di discernimento, incoraggia quanti si affacciano alla vita ecclesiale.

Francesco Failla ricostruisce il legame che unì Mons. Blandini con don Luigi Sturzo, non solo per l’amicizia di famiglia ma per lo spirito di paternità putativa esercitata su don Sturzo fin dalla tenera età, quando quest’ultimo lasciò il Seminario di Acireale perché cagionevole di salute. Ricorda anche quanto sia stato copioso l’impegno di don Luigi Sturzo per il sociale, per la Chiesa e per la politica. Non trascurando che Sturzo è attualmente servo di Dio nel processo canonico che lo porterà  ad essere proclamato Santo.

Ai ringraziamenti è seguito un momento conviviale con un buffet per gli intervenuti.

                            Giuseppe Lagona

 

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