“Sesto senso opera festival” / A Taormina anche la replica del “Rigoletto” affascina il numeroso pubblico del Teatro Greco

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Una sera d’estate, l’aria calda poi fresca, un luogo magico intriso di storia che già da solo è uno spettacolo, poi le note di uno dei più grandi compositori italiani si diffondono pian piano facendo “entrare” il pubblico in una delle più significative opere di Giuseppe Verdi.
Il “Rigoletto” insieme al “Trovatore” e alla “Traviata” forma la cosiddetta trilogia popolare e rappresenta la piena maturità artistica e la fama internazionale, per l’eleganza e la delicatezza dello stile musicale, del cigno di Busseto. Rappresentata con successo per la prima volta al teatro Fenice di Venezia l’11 marzo 1851 su libretto di Francesco Maria Piave, ancora oggi viene rappresentata in tutti i maggiori teatri del mondo. Perché il maestro Verdi e tutta la sua grande produzione artistica è un sicuro successo non solo per gli amanti del bel canto ma anche per i neofiti che si avvicinano al mondo della lirica.
Anche quest’anno, come è ormai consuetudine, il teatro antico di Taormina durante i mesi estivi regala al numeroso pubblico grandi produzioni e grandi artisti e lo scorso 15 luglio” Rigoletto”, inserito, in seconda esecuzione, nel cartellone del “Sesto senso opera festival”, prodotto e organizzato da Orangeblu, non ha deluso gli spettatori più esigenti.
Le arie più famose come “La donna è mobile” e “Bella figlia dell’amore” hanno riscosso grandi applausi, il compositore Igor Stravisnsky disse: “c’è più musica ne “La donna è mobile” che in tutta la tetralogia di Richard Wagner” ed effettivamente la musica verdiana ha una sonorità e una soavità non comuni, interpretando in modo originale gli elementi romantici presenti nelle sue opere.
Importanti e con carriere di grande successo i protagonisti di questa produzione con la regia di Bruno Torrisi, talentuoso e poliedrico artista, diplomato alla scuola d’arte drammatica del teatro stabile di Catania. Nell’opera più rivoluzionaria di Verdi ha focalizzato l’animo dei personaggi per capirne l’essenza. Tutti possiedono una loro deformità fisica o morale e Torrisi porta il canto e la recita nel proscenio per godere al massimo del fraseggio e dei virtuosismi canori.
Direttore d’orchestra Angelo Gabrielli che ritorna alla direzione nel 2015 con un concerto al teatro comunale di Tirana. Diplomato in sassofono nel 1977 presso il conservatorio G.B. Martini di Bologna prosegue gli studi conseguendo una laurea in scienza statistiche ed economiche e un corso biennale in musicologia. Prosegue privatamente gli studi in armonia e pianoforte. Nella sua direzione del Rigoletto ci sono momenti di grande teatro ottenuti con mezzi semplici, violoncelli, violini, contrabassi e anche il cimbasso, uno strumento a fiato simile alla tuba in voga nel XIX secolo.
I protagonisti di questo Rigoletto sono cantanti di chiara fama che calcano le scene dei maggiori teatri di tutto il mondo. Giovanni Meoni – Rigoletto è interprete della tradizione operistica italiana. Nei primi anni di carriera interpreta magistralmente le opere di Bellini e Donizetti per arrivare a Verdi successivamente. Innumerevoli i teatri dove si è esibito, New York, Zurigo, Amburgo, Barcellona, Pechino, il teatro Bolshoi di Mosca, il San Carlo di Napoli ed è stato diretto da direttori d’orchestra come Riccardo Muti e Zubin Mehta.
La dolcissima e sfortunata Gilda è interpretata dal soprano Desiree Rancatore. Palermitana, ha studiato violino e pianoforte prima di intraprendere  a 16 anni lo studio del canto. Debutta a soli 19 anni al festival di Salisburgo  con “Le nozze di Figaro” nel ruolo di Barbarina. Il suo debutto italiano è al teatro Regio di Parma con” L’Arlesiana” di Francesco Cilea.
Altro protagonista del Rigoletto è il duca di Mantova interpretato dal tenore Raffaele Abete. Studente del conservatorio di musica Domenico Cimarosa di Avellino sotto la guida del maestro Pasquale Tizzani consegue il diploma di corso ordinario con il massimo dei voti e la laurea di II livello con la valutazione di 110 e lode.
Gli altri interpreti, tutti professionisti di alto livello hanno fatto il resto, per offrire al pubblico presente quasi tre ore di intensa musica; le note del grande maestro Verdi vibrano soavi, e il lungo applauso finale è il giusto riconoscimento alla bravura di tutti per questo grande affresco musicale.

Gabriella Puleo

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