Monsignor Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto: “Nel programma è tanto lo spazio dato alla famiglia nel mondo contemporaneo, il riferimento alla domenica e il coinvolgimento dei giovani, che avranno la possibilità di approfondire, secondo la loro sensibilità, il richiamo alla famiglia e al sacramento dell’Eucaristia”. Oltre 700 le iscrizioni da tutta Italia. Il ricordo di monsignor Mariano Magrassi
Dal 27 al 30 agosto, Bari accoglierà la celebrazione della 66ª Settimana liturgica nazionale, organizzata dal Centro di azione liturgica (Cal). “Eucaristia Matrimonio Famiglia” è il tema scelto per l’edizione 2015. A monsignor Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto, abbiamo chiesto di presentarci la Settimana.
Eccellenza, il tema di quest’anno è sicuramente di grande attualità…
“È un tema importante da affrontare perché si collegano i due sacramenti Eucaristia e matrimonio, che manifestano, da una parte, la tenerezza dell’amore di Dio e, dall’altra, una comunicazione intensa di amore tra l’uomo e la donna, all’interno della famiglia. San Giovanni Paolo II, nella Familiaris Consortio, aveva già collegato in modo forte questi due sacramenti e la realtà che ne scaturisce: la famiglia. Bisogna anche ricordare che la partecipazione all’Eucaristia domenicale da parte della famiglia trova difficoltà a essere attuata. Ciò non permette ai ragazzi che partecipano ai corsi sull’iniziazione cristiana di vivere in modo intenso questo itinerario perché non basta accostarsi alla catechesi e avere delle indicazioni morali se poi non si vive il giorno del Risorto, della Chiesa, dell’uomo con la propria famiglia”.
Perché si fa difficoltà a partecipare all’Eucaristia domenicale? Incide il fatto che sempre più si lavori anche di domenica?
“C’è anche il problema del lavoro domenicale, ma non è l’unico elemento. La motivazione di fondo è l’aver reso la domenica il contenitore di tutto quello che nella settimana non si riesce a vivere”.
La Settimana liturgica a chi si rivolge?
“L’iniziativa si rivolge non solo ai liturgisti e a coloro che curano la liturgia domenicale o la liturgia del sacramento del matrimonio, ma anche ai giovani e alle famiglie, perché senza una pastorale integrata giovanile e familiare è chiaro che anche il riferimento all’Eucaristia domenicale rischierebbe di diventare soprattutto celebrativo e talvolta rituale, ma non è questo il significato della domenica. È proprio il coinvolgimento di giovani e famiglie la novità della Settimana liturgica 2015. Già abbiamo notato dalle iscrizioni – oltre 700 da tutta Italia – che è rilevante la partecipazione di famiglie e giovani. D’altra parte, anche nel programma è tanto lo spazio dato alla famiglia nel mondo contemporaneo, il riferimento alla domenica e il coinvolgimento dei giovani, che avranno la possibilità di approfondire, secondo la loro sensibilità, il richiamo alla famiglia e al sacramento dell’Eucaristia. Tutto questo ci auguriamo che favorisca in ogni celebrazione eucaristica una festa nuziale”.
La sera di sabato 29 ci sarà una celebrazione festa, intitolata “Celebrare l’amore”, cui interverrà monsignor Nunzio Galantino. In cosa consisterà?
“La festa sarà animata dal mondo giovanile, a cui sono dedicati anche, sempre nella giornata di sabato, incontri nelle parrocchie. Questo momento del sabato sera richiamerà la dimensione della domenica come giorno di festa. Noi abbiamo perso talvolta il senso della festa perché non c’è più tempo per fermarsi e gioire. Con la festa di sabato vogliamo indicare, invece, lo stile che vogliamo vivere”.
A settembre si terrà a Filadelfia l’Incontro mondiale delle famiglie e a ottobre in Vaticano il Sinodo generale ordinario sulla famiglia: quale contributo può dare la Settimana liturgica in vista di tali appuntamenti?
“Il contributo può venire dallo stile nuovo: non dobbiamo considerare la pastorale in settori, che sono spesso autoreferenziali. Infatti, non è possibile affrontare il tema della famiglia o il tema giovanile o quello del sacramento dell’Eucaristia senza una circolazione di esperienze”.
La Settimana liturgica 2015 si celebra a Bari a dieci anni dal Congresso eucaristico, che ha avuto per tema “Senza domenica non possiamo vivere”: quali legami ci sono tra i due eventi ecclesiali?
“Non si tratta solo di un legame cronologico. Il Congresso è stato per la nostra arcidiocesi un riferimento essenziale perché il cammino della pastorale mistagogica, che vede la sintesi tra la Parola di Dio, la liturgia, l’Eucaristia in particolare, la vita e la carità, è un elemento che dovrebbe diventare centrale nella vita della Chiesa in uscita. Abbiamo ancora una certa difficoltà nella pastorale a creare sintesi. Colmiamo il nostro lavoro pastorale di iniziative, anche apprezzabili, ma senza una sintesi, che vede nell’Eucaristia il culmine e la fonte della vita della Chiesa, è difficile che la pastorale familiare, giovanile e del lavoro riuscirà a trovare un riferimento convincente e unitario”.
È la terza volta che Bari ospita la Settimana liturgica, dopo il 1978 e il 1992…
“Ho considerato questo un dono, ma il motivo è anche legato a un grande pastore che abbiamo avuto, monsignor Mariano Magrassi, che sarà ricordato durante la Settimana con una relazione sulla sua eredità ‘alla prova del tempo’. Monsignor Magrassi con la sua testimonianza ha comunicato una visione unitaria intorno alla liturgia culmine della vita della Chiesa. Distribuiremo una breve comunicazione – ‘Liturgia, spiritualità e promozione umana’ – che monsignor Magrassi tenne nel 1976 al primo Convegno ecclesiale: il presule legava la liturgia alla vita, alla dimensione sociale e alla promozione umana. Parlava della liturgia capace di determinare la gerarchia dei valori. Diceva, con una bella espressione, che i valori umani sono dilatati nell’area del divino”.
Gigliola Alfaro