Anche se non sempre è stata colta la profondità delle riflessioni e in alcuni casi si è rimasti ai margini di contenuti di grande rilievo emersi, ad esempio, nelle parole del Papa e del presidente della Cei, un segno di attenzione c’è stato da parte di diversi media laici ai quali, in questa particolare occasione, non si può non guardare con un atteggiamento di attesa. Senza illusioni ma anche senza rassegnazioni e lamentazioni. Forse sul grande tema della famiglia, che è anche il grande tema della vita, occorre aprire una sorta di “cortile mediatico dei gentili” dove dar corso a un confronto serio sul significato delle parole, sui motivi per cui non tutto è famiglia, sulla responsabilità dei media nei confronti della famiglia stessa… Un luogo dove, in particolare, si possa finalmente superare il sottile e sbrigativo affermare che la famiglia, così come è pensata e vissuta dai cattolici, è un affare loro, un interesse privato che come tale non riguarda altri. Il passo intellettuale da compiere per non rimanere legati a un palo ideologico, mentre si ritiene di camminare liberi verso il futuro, è incominciare a smantellare con i fatti e con il ragionamento questa bugia. Non è facile ma neppure è impossibile. La fiducia in un passo in avanti per una svolta viene dal paziente e lungo impegno di tanti laici cattolici sia nelle quotidiane testimonianze sul territorio sia nelle iniziative locali e nazionali, tra le quali al primo posto è il Forum delle associazioni familiari. Un impegno che non è mai stato di parte e grazie al quale è maturata la consapevolezza che una diversa comunicazione è urgente e un’altra informazione sulla famiglia deve essere chiesta anche ai media laici.
Pur senza mai rinunciare a dire la verità sulla famiglia, occorre anche nell’ambito mediatico un’alleanza delle intelligenze perché la posta in gioco è altissima per tutti: si sta decidendo del futuro di tutti. Nel rispetto delle diversità occorre dire che la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna è la strada verso un domani più umano ed è una strada progressista di libertà e di responsabilità alla quale, come confermano molte ricerche, le nuove generazioni guardano con fiducia. Anche per i laici cattolici, che sul fronte dei media non sono mai stati inoperosi, si apre una nuova opportunità comunicativa con questa Settimana Sociale che, nel mezzo di tante “parole vane”, si propone come una “parola folle”, parola che non si ferma a una enunciazione ma diventa un fatto di speranza e di amore. Da queste giornate torinesi viene, quindi, un invito a far comprendere meglio il messaggio della famiglia e sulla famiglia. Il dialogo, ha ricordato Papa Francesco nei giorni scorsi in una straordinaria risposta a un giornalista laico, è sempre la strada maestra da percorrere insieme, con il desiderio profondo di giungere alla verità. I passi possono essere diversi, anzi sono spesso diversi, ma la meta è unica per ogni viandante. Questo vale anche per la famiglia nel cui grembo, ricorda il presidente della Cei, “abbiamo imparato ad avere fiducia in noi stessi, negli altri e nella vita”. E non sono forse questi linguaggi laici per dire che la famiglia ha bisogno più che mai di una comunicazione libera da ideologie e pregiudizi per ritrovare se stessa, per essere risorsa e dono, per essere sorgente di umanità?
Paolo Bustaffa
(Fonte: SIR)