Francesco Zanotti, direttore del “Corriere Cesenate” (nella foto), è il nuovo presidente della Fisc (la Federazione cui fanno capo 188 testate diocesane, tra le quale La Voce dell’Jonio) per il triennio 2011-2013. Eletto dal Consiglio nazionale riunito in questi giorni a Roma, è il primo presidente laico a guidare la Federazione dalla sua costituzione, nel 1966. Rivolgendosi al Consiglio nazionale, il nuovo presidente ha espresso “gratitudine” per l’incarico affidatogli, ricordando i suoi predecessori, in mondo particolare don Giorgio Zucchelli che ha guidato la Fisc negli ultimi sei anni. Durante il Consiglio sono state rinnovate anche le altre cariche dell’esecutivo: don Antonio Rizzolo (“Gazzetta d’Alba”) vicepresidente vicario, don Bruno Cescon (“Il Popolo”, Concordia-Pordenone) vicepresidente, Francesca Cipolloni (“Emmaus”, Macerata) segretaria e Carmine Mellone (“Agire”, Salerno) tesoriere.
Con Francesco Zanotti tracciamo alcune “linee d’impegno” della Fisc per il prossimo triennio. Per la prima volta un laico alla guida della Federazione…
“Sono commosso, ma anche onorato per questo incarico. Tali sentimenti mi stanno accompagnando sin dal primo momento in cui si è profilato questo nuovo percorso per me. Ho in mente i tanti direttori sacerdoti, conosciuti in questi anni: figure straordinarie di educatori e maestri, ai quali devo tanto e che ho sempre guardato con stima. Mi piace ricordare quanto mi disse, circa 10 anni fa, uno dei primi presidenti della Fisc, don Giuseppe Cacciami: ‘Tu sarai il primo presidente laico della Fisc!’. Fu lungimirante! Così come lo sono stati nelle loro intuizioni anche gli altri padri fondatori della nostra Federazione: tra i tanti cito mons. Franco Peradotto, morto lo scorso 1° novembre. Poi non dimentico i laici che fanno parte della storia della Fisc: Giovanni Fallani, con la sua ironia e arguzia, e Alberto Migone, dal pensiero profondo. A tutte queste persone sono infinitamente grato. Per questo sono convinto che è importante tornare alle radici della Federazione e valorizzare il cammino già percorso, con lo sguardo volto al futuro”.
Può tracciare un percorso ideale per il prossimo triennio?
“Un percorso ideale si può costruire attorno ad alcune parole chiave: proseguire, amicizia, comunione ecclesiale, condivisione, pensiero e riflessione, responsabilità e speranza, umiltà. Prima di tutto è necessario proseguire nel solco dei fondatori e di chi ci ha preceduto. In secondo luogo l’amicizia, che è uno dei grandi pilastri della Federazione. Ancora, comunione ecclesiale, che è molto più di una sintonia d’intenti. Poi la condivisione: nella Fisc si condivide la vita, un tratto di strada da percorrere insieme. Quindi il pensiero e la riflessione, indispensabili per affrontare il presente e prepararsi al futuro. Altri tratti caratteristici sono la responsabilità e la speranza: la prima deve guidare il nostro lavoro, la seconda lo deve illuminare. Infine l’umiltà: chi vuole essere il primo si faccia servitore”.
I vescovi hanno dedicato questo decennio pastorale all’“arte dell’educare”. Su questa linea, che coinvolge anche i media cattolici, quale contributo specifico dai settimanali?
“Abbiamo un compito importante da giocare nei nostri territori, insieme all’agenzia Sir che fa parte della nostra storia. Siamo giornali locali con sguardo globale, cioè ci rivolgiamo a tutto l’uomo e ci occupiamo di tutto l’uomo, quello che vive accanto a noi e quello che opera oltre Oceano. Desideriamo offrire il nostro contributo all’arte dell’educazione con una lettura della realtà vista alla luce del Vangelo. I nostri giornali sono strumenti della comunicazione sociale aperti alla speranza, che danno voce a chi non ha voce, che raccontano le storie della gente. Siamo voce di quel popolo che di solito non fa notizia sui grandi media. È nel nostro dna, fa parte della storia delle nostre comunità locali. Dobbiamo educarci ad avere uno sguardo attento sull’uomo, consapevoli che dietro a ogni notizia ci sono sempre delle persone. E la persona, immagine di Dio, è il massimo bene”.
Le nuove piattaforme tecnologiche stanno modificando radicalmente il modo di fare informazione. Quale futuro per i settimanali diocesani?
“La sfida delle nuove tecnologie c’interpella. Circa la metà dei nostri giornali è dotata di un sito Internet; alcuni sono esclusivamente on line e altri vi arriveranno. Nel messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali del 2009, il Papa ha definito Internet un grande dono per l’umanità. Per i settimanali è una frontiera dalla quale non si può prescindere. Abbiamo il dovere di sfruttare quanto la tecnica ci mette a disposizione, senza per questo abdicare a uno spirito critico verso un utilizzo spesso fuorviante dei new media. I giornali di carta avranno sempre un loro ruolo, ma le forme di utilizzo cambieranno, forse anche molto velocemente. Non possiamo farci trovare impreparati”.
(dal Sir)