Shoah / Il genocidio degli ebrei nella mostra “La razza nemica”

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mostra la razza nemica

Il 27 gennaio scorso ricorreva l’ottantesimo anniversario della liberazione dei campi di concentramento da parte dell’esercito sovietico. Una data importante, fondamentale per la storia europea: abbiamo visto fino a quale gradino è potuto scendere l’essere umano.
La disumanità dei carnefici e la perdita di dignità delle vittime era qualcosa di indigeribile anche per la più dura delle coscienze. Ogni filosofia della storia, ogni concezione positiva della guerra cadeva come foglie al vento di fronte a questa atroce realtà.Mostra al liceo Archimede

Venerdì 7 febbraio, nei locali dell’Aula magna del liceo scientifico “Archimede” di Acireale, ha avuto luogo la mostra “La razza nemica, la propaganda nazista e fascista. Era organizzata dal prof. Liddu Blanco, e corredata di documenti e fotografie.

Un videoclip, con interviste agli ultimi uomini e donne di quei campi di tortura, realizzato dai ragazzi del liceo ha introdotto la presentazione.  Precedendo la spiegazione della mostra da parte della prof.ssa Marinella Sciuto, che da anni ha un occhio di riguardo per questo tema.
“In qualità di preside di questo istituto, tengo ad essere, oggi, qui presente – ha esordito il preside del liceo “Archimede” Mario Pavone. Ottant’anni sono passati da quel giorno, e la memoria non deve essere solo formale ma coscienza e sentimento attuali”.
Poi ha passato la parola alla prof.ssa Sciuto.

Illustrazione mostra la razza nemica
La prof.ssa Marinella Sciuto spiega la mostra

La mostra “La razza nemica” rinnova la memoria sul genocidio degli ebrei

La mostra “La razza nemica, la propaganda nazista e fascista” è  una mostra del 2017 di Berger e Pizzetti, avente come oggetto la razza e la scienza nel secolo della Shoah – ha introdotto la prof. Marinella Sciuto.  L’allestimento di documenti e fotografie, che potete vedere, è frutto di una ricerca d’archivio, perché è fondamentale avvicinarsi alla verità in un’epoca di disinformazione.
La memoria è sempre attuale: il pensiero che ha portato al genocidio degli ebrei, ma non solo: sinti, omosessuali, slavi, è un meccanismo che può essere ripetuto. In forme diverse rispetto al passato. Due motti tipici della propaganda nazista: “L’ebreo è la responsabilità delle nostre disgrazie”, “Non fidarti dell’ebreo quando giura”, fanno capire come l’antisemitismo passasse dalla quotidianità”.

Dopo questo breve intervento, la professoressa ha spiegato la mostra, dai primi semi del sentimento antisemita- il protocollo dei 20 savi di Sion, che escogitavano un modo per distruggere l’occidente- alle leggi razziali, lo sterminio, fino alla liberazione.

Come Primo Levi, anche noi ci domandiamo: com’è potuto avvenire uno sterminio nell’Europa della civiltà, nella Germania di Goethe e Beethoven?

                                                                                                  Giosuè Consoli