Sibat Tomarchio è un marchio storico di bibite legato alla Sicilia: nell’ampia intervista rilasciataci dal direttore generale, Roberto Roccatti, uno sguardo a storia e prospettive. Il brand Tomarchio evoca infatti per molti dei comuni Jonico-etnei ed oltre non solo le sfiziose bibite, ma uno stile riconoscibile legato agli agrumi locali. Una storia iniziata ad Acireale negli anni ’20, quando il giovane Filippo Tomarchio iniziò a produrre artigianalmente bottiglie di gassosa per distribuirle porta a porta. Oggi lo stabilimento Tomarchio si estende ad Acireale su un’area totale di oltre 11 mila metri quadri, dei quali oltre 3.600 coperti. La struttura ospita sia la zona dedicata alla produzione che quella dedicata agli uffici. Per questo, ad un secolo circa dagli inizi dell’impresa, abbiamo rivolto diverse domande a Roccatti, per la rubrica #LaVoceDelManager.
Sibat Tomarchio Bibite / Intervista al direttore generale, Roberto Roccatti (nella foto)
Quali sono stati i risultati per la vostra azienda negli ultimi 12 mesi? Per quali fattori, rispetto all’anno precedente?
Il 2020 è stato un anno positivo con crescita del fatturato e dei volumi venduti. Se da un lato abbiamo assistito al forte rallentamento dei consumi nel canale HORECA locale e nazionale (cioè chi, per professione, somministra alimenti e bevande, come bar e ristoranti, ndr) per effetto delle chiusure e delle restrizioni, dall’altro abbiamo registrato un aumento dei consumi in casa. Questo ha avuto un effetto positivo, a dimostrazione che le nostre bibite ricoprono un ruolo importante nelle scelte d’acquisto delle famiglie di consumatori siciliani. Abbiamo inoltre avuto una crescita importante all’estero, con la linea BIO nei mercati come la Corea del Sud, che valorizzano i prodotti di qualità,
Qual è stato l’andamento del mercato durante il lockdown e qual è stato l’impatto del Covid-19? Cosa si prospetta per quest’anno?
L’impatto ha riguardato le vendite del canale fuori casa ed estere, strettamente connesse alle restrizioni nazionali e internazionali in termini di mobilità delle persone. Un arresto che siamo riusciti a fronteggiare grazie al nostro e-commerce. Con un fatturato, nel 2020, di oltre 10 milioni di euro e una produzione che ha superato i 40 milioni di bottiglie, raggiungiamo con le nostre bibite oltre un milione di famiglie di consumatori siciliani. A questi numeri, vanno sommati i sempre più numerosi consumatori italiani ed esteri, ai quali l’azienda ha rivolto la propria attenzione nell’ultimo lustro. Oggi assorbono circa l’11% della produzione.
Circa le scelte di consumo, cosa attrae di più l’interesse dei consumatori? A quali aspetti prestano più attenzione? Avete ad esempio una linea “bio”?
Naturalità, tracciabilità delle materie prime e agricoltura biologica sono sicuramente tra i principali trend cui rispondiamo già dal 2016, grazie all’offerta contenuta nella nostra Linea Tomarchio BIO. Le nostre bibite raccontano il gusto e i profumi della nostra meravigliosa isola.
Qual è l’origine della materia prima? Che tipologie di ingredienti utilizzate?
Utilizziamo i succhi dei migliori agrumi appena spremuti maturati al caldo sole di Sicilia. E’ il frutto di importanti progetti di filiera avviati con l’intero comparto agrumicolo siciliano. La nostra filiera si compone di consorzi di tutela dei nostri agrumi DOP e IGP, di tecniche di produzione biologica e delle importanti proprietà organolettiche dell’acqua proveniente dall’Etna. Il tutto rafforzato da una produzione artigianale rispettosa del metodo di lavorazione, tramandato da 100 anni e tre generazioni.
Qual è la vostra posizione rispetto al biologico e all’ecosostenibilità? Quali sono gli orientamenti del vostro settore Ricerca&Sviluppo per l’innovazione, in questo senso?
La proposta food & beverage nazionale e internazionale oggi è sempre più elevata per richiesta di specializzazione e qualità. E’ particolarmente condizionata dagli attuali trend di consumo e per questo pienamente in linea con la nostra offerta di bevande gassate, sempre più premiate e ricercate. Qualità e sicurezza alimentare, rispetto dell’ambiente, trasparenza e tracciabilità non costituiscono soltanto un valore economico, ma etico e sociale che l’azienda intende restituire al territorio e ai consumatori. Il rispetto per l’ambiente sta molto a cuore al management dell’azienda che ha adottato il sistema di gestione per la sicurezza ambientale UNI EN ISO 14001 (che si va a sommare alle altre certificazioni aziendali nei vari ambiti operativi quali BS OHSAS 18001, BRC, IFS, OPERATORE BIO N.640W, VEGAN OK codice 0606, CARTA FSC codice C136807).
Mirando costantemente all’ecosostenibilità dei processi produttivi e della commercializzazione, l’azienda promuove la sistematica riduzione dei consumi energetici e del consumo di acqua, contenendo gli sprechi. Il consumo di acqua ha registrato una riduzione del -25% litri d’acqua/litri bevanda negli ultimi 5 anni. La particolare attenzione dedicata anche all’utilizzo della plastica negli imballaggi ha portato ad un miglioramento tecnologico che ha permesso di ridurne l’impiego. Attraverso l’alleggerimento delle preforme utilizzate, abbiamo registrato un -18% di peso medio della bottiglia negli ultimi 5 anni; del 30% per gli imballi secondari e del 15% per le etichette in plastica utilizzate per le bottiglie da 1,5 lt.
Come risponde la vostra azienda ai trend in atto e/o emergenti? Avete lanciato o state per lanciare novità?
Ai trend di naturalità, salute e bio possiamo aggiungere anche la ricerca di bevande sempre meno zuccherate e meno gassate. Ed è proprio all’interno di questo scenario e in linea con il nostro percorso di sviluppo che per l’estate 2021 faranno il loro ingresso due nuovi prodotti che guideranno l’azienda all’interno di un nuovo segmento di bibite, quello delle bevande piatte, consentendoci di aprire a nuove soluzioni di consumo continuando a puntare sui punti di forza della nostra Linea BIO.
Avete realizzato particolari processi di produzione? Per quanto riguarda il packaging, quali sono gli elementi più apprezzati dai consumatori?
La produzione si svolge attraverso due linee di imbottigliamento, una dedicata ai prodotti in pet, principalmente la tradizionale bottiglia da 1,5 litri dedicata al consumo a casa, che negli ultimi vent’anni ha rappresentato la soluzione preferita dal nostro consumatore, ma anche la bottiglia da mezzo litro, per il consumo fuori casa e i formati convenienti da 1,75 e due litri. L’altra, sulla quale sono stati concentrati i principali investimenti degli ultimi anni, è dedicata all’imbottigliamento dei prodotti in vetro a perdere, da 200 e 275 cc, quest’ultima con una duplice declinazione sui prodotti tradizionali e sugli innovativi prodotti certificati BIO, nonché per il formato da un litro. Nella produzione vengono utilizzati solo succhi dei migliori agrumi Siciliani appena spremuti.
Sibat Tomarchio Bibite / Intervista a Roberto Roccatti: quali sono i vostri rapporti con l’indotto del territorio, sul piano culturale e sociale, ad esempio?
La valorizzazione e il sostegno del territorio di appartenenza oltre che la grande attenzione per i consumatori sono da sempre i principi guida delle scelte strategiche aziendali. Dalla collaborazione con il Distretto Produttivo Agrumi e i principali consorzi di tutela (Arancia Rossa di Sicilia IGP, Limone di Siracusa IGP, Arancia di Ribera DOP) l’azienda ha dato avvio ad un percorso di riqualificazione e specializzazione dell’offerta che ha portato, nel 2016, alla nascita di una intera linea di bevande gassate con succhi di agrumi biologici IGP e DOP allo scopo di valorizzare il patrimonio agrumicolo dell’Isola. Una strategia di sistema che ha rafforzato e che continua a rafforzare ogni giorno il senso di appartenenza al territorio, potenzia la cooperazione tra tutti gli attori della filiera e valorizza il patrimonio agrumicolo siciliano esportandolo in tutto il mondo.
Quali le difficoltà che incontrate? Quali sono gli obiettivi strategici prioritari per il biennio 2021-2022?
L’entrata in vigore ormai imminente delle normative sugli gli imballaggi in plastica e relative alle bevande analcoliche gassate, costituiscono una minaccia seria soprattutto per le aziende come la nostra. Le prime stime sugli oneri che queste tasse produrranno sulla nostra azienda indicano in circa 3,5 milioni di euro l’impatto della sugar tax e in circa mezzo milione di euro quello della plastic tax. Un’incidenza elevatissima per la nostra realtà aziendale il cui valore complessivo si avvicina al 40% del fatturato. Si tratta di un livello del tutto incompatibile con qualunque ipotesi di revisione dei prezzi di vendita che, quindi, ci costringerà a rivedere drasticamente il portafoglio prodotti. Questo avrà ricadute importanti sui volumi di produzione e conseguentemente sui livelli occupazionali, al fine di salvaguardare la sopravvivenza stessa dell’azienda che, come detto, è giunta al centesimo anno di attività, ma sarebbe ampiamente a rischio.
Sibat Tomarchio Bibite / Intervista a Roberto Roccatti: qual è la sua visione circa i dipendenti e il “capitale umano” aziendale?
L’azienda sostiene direttamente 36 famiglie attraverso i lavoratori diretti dello stabilimento e un indotto stimato di altre 300 famiglie tra addetti ai lavori e fornitori. Parliamo in particolare della filiera agrumicola locale, dalla quale provengono i succhi concentrati utilizzati nelle proprie bevande. Abbiamo al nostro interno diversi dipendenti di lunga data, con un forte legame all’azienda: sono i guardiani del nostro know how su come fare le bibite. Inseriamo però anche nuove figure per assicurarci nuove capacità e competenze e rimanere aggiornati, visto che i nostri competitors sono sempre più agguerriti e capaci. Questo è un obiettivo che perseguiamo anche collaborando con le Università locali e coinvolgendo alcuni studenti in progetti mirati.
Mario Agostino