Con il titolo Giovani, migrazione, spopolamento in una Sicilia che cambia, è iniziata lo scorso sabato 15 aprile una doppia sessione di riflessione, confronto e formazione che ha coinvolto ad Acireale studenti e giornalisti. Tenutasi al Liceo Gulli e Pennisi di Acireale, la conferenza ha offerto un essenziale sguardo sulle aspirazioni dei giovani che lasciano l’isola. A organizzarla e promuoverla, insieme alla Voce dell’Jonio con la piena disponibilità dell’istituto, il gruppo acese del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale e la Diocesi di Acireale, attraverso l’impegno degli uffici dedicati alla pastorale giovanile, dei migranti e della cultura. Ci si è concentrati sugli aspetti materiali e sulla percepita mancanza di lavoro nella regione. Questa prima sessione è stata appositamente ideata per ascoltare in primis proprio i giovani. I loro dubbi, le loro incertezze, critiche o proteste sono del resto essenziali per comprendere pienamente quale sia il reale stato delle cose.
Sicilia / Ad Acireale focus su spopolamento e migrazione dei giovani
Moderati dal giornalista Mario Agostino, sono intervenuti Salvo Emanuele Leotta, segretario dell’Osservatorio socio-politico della Conferenza Episcopale Italiana, e il giornalista palermitano Dario Cangemi. La seconda parte della mattinata ha visto i ragazzi del liceo, ingaggiato dalla particolare dedizione alla causa della vicepreside Barbara Condorelli, farsi avanti per porre impegnative domande di senso. Talvolta velate da un sentimento di malinconia e sfiducia, ma anche di speranza, che ci si propone di diradare per lasciare spazio al duro lavoro che senza dubbio l’attuale situazione richiede.
A chiudere la mattinata, le conclusioni di Mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale. Nel suo intervento, Leotta ha preso in esame Dati e tendenze tra i giovani in Sicilia, analizzando la mancanza di prospettiva lavorativa come causa dello spopolamento. Cangemi ha mostrato invece alcuni spezzoni del suo documentario intitolato “Allontanarsi dalla linea”. Un lavoro teso a fotografare tra immagini emblematiche e parole gli aspetti dello spopolamento giovanile nell’isola, attraverso una presa diretta sul territorio.
Sicilia / La mancante prospettiva del futuro
Il processo di migrazione dei giovani dalla Sicilia è una di quelle questioni discusse per decenni, anche durante lo scorso secolo. La percezione che hanno gli adolescenti del lavoro sull’isola sembra essere quasi accostata a un sistema inafferrabile e non adatto all’era contemporanea. Emerge nei ragazzi un sentimento di disillusione legato all’effettiva mancanza di strutture professionali specializzate, presenti a volte in altre regione italiane. Nonché di scarse speranze alimentate negativamente anche dal mancato raggiungimento di alcuni obiettivi del PNRR. Leotta ha aggiunto però come la mancanza di un atteggiamento proattivo verso la divulgazione di informazioni legate al mondo professionale siciliano sia parte del problema.
È una sorta di circolo vizioso: la gioventù che “fugge” dall’isola non è più in grado di contribuire all’arricchimento intellettuale e pratico del mondo professionale locale. Di conseguenza si osserva il ristagno delle attività lavorative insieme alla loro scarsa capacità di crescita e innovazione. Cangemi ha presentato dal canto suo una serie di interviste che raccontano una Sicilia che fatica a lasciare il segno quando i tempi non sono maturi per la stagione turistica. Infatti, mentre l’attrattività della regione rimane alta per motivi puramente ricreativi, l’interesse di potenziali investitori è rivolto ad altre parti d’Italia, come peraltro sottolineato da Raspanti stesso, che ha puntato il dito anche contro gravi e perduranti lacune della politica regionale nei decenni.
Sicilia / È davvero necessario andare via?
La possibilità di condurre una vita serena è probabilmente la priorità della maggior parte dei giovani. Lo spirito di sacrificio che i tempi richiedono è una qualità rimarchevole ma che non è possibile chiedere a chiunque. Tutto questo mentre la Sicilia ha bisogno di un lavoro di grande ristrutturazione e di riorganizzazione delle priorità professionali e sociali. Un’impresa scoraggiante per i comuni cittadini che richiede anche un approccio politico. Poi sarebbe il caso di discutere del lampante problema dell’evasione fiscale, dei contratti di lavoro inesistenti e del lavoro “nero”. Ma in un mondo ideale dove questo non esiste rimane sempre la totale rassegnazione di intere generazioni convinte, a ragione spesso, che l’isola offra veramente poco.
L’intervento del Mons. Antonino Raspanti riporta peraltro la questione a una dimensione quasi antropologica. Il vescovo ha rimarcato la caratteristica insulare della popolazione siciliana: uno dei sui pregi, ma anche dei suoi difetti. In maniera romantica, questo tratto mantiene i cuori dei cittadini ancorati all’isola. La decisione di tornare o di rimanere non può prescidere dal momentum da essa generato. In altre parole, dovremmo rendere l’amore che proviamo per la regione il motore trainante delle nostre azioni.
Ma per fare luce anche su concrete prospettive di grande speranza per i ragazzi, la seconda correlata conferenza è prevista per il 6 maggio 2023. Conterà sugli interventi dell’economista aziendalista Rosario Faraci, nonché degli imprenditori Andrea Passanisi, fondatore di Sicilia Avocado, e Stefano Ricca, fondatore di Ricca IT srl. Nel frattempo, i preoccupanti dati migratori citati sono disponibili nell’ultimo rapporto ISTAT pubblicato nel febbraio 2022. Ma è possibile approfondire il fenomeno dei flussi migratori dalla e verso la Sicilia anche sulle nostre pagine, cui dedicheremo diversi focus tramite la rubrica La Voce dei Migranti.
Simone Corsaro