Il “Teatro Antico di Taormina” (chiamato anche “Teatro Greco”) è uno dei più grandi della Sicilia, secondo solo all’altro celebre “Teatro Greco” di Siracusa. Questo capolavoro archeologico è considerato uno dei luoghi più suggestivi della Sicilia, sia per il suo valore storico che per l’incredibile panorama che offre. Dopo la pandemia, oltre ad essere stato una delle mete più gettonate dai turisti di tutto il mondo, è stato uno degli ambienti più popolari per l’organizzazione di diversi eventi teatrali, musicali e non solo.
Tommaso Paradiso, Achille Lauro, Mahmood, Roberto Bolle, Louis Tomlinson… sono solo alcuni degli artisti che hanno scelto come location il Teatro Antico di Taormina. Uno degli eventi più importanti, se non il più importante, è il “Taormina Film Fest”. Un festival cinematografico internazionale, nel quale viene assegnato il premio “Nastro d’argento”. Ma qual è la storia del secondo teatro più grande della Sicilia?
Sicilia / Teatro Antico di Taormina, origini greche ed influenze romane
Presumibilmente il teatro è di origine ellenistica. Sulla base dei pochi documenti archeologici in possesso, il Teatro Greco di Taormina fu probabilmente realizzato all’epoca di Gerone II, citato anche come Ieróne II, tiranno di Siracusa. Lo dimostrano le iscrizioni in greco su alcuni gradini con il nome di Filistide, moglie di Ierone II e probabile committente della costruzione. A partire dalla prima metà del II secolo, sotto l’impero romano, il Teatro è stato soggetto a più ricostruzioni e ai conseguenti cambi di utilizzo.
Da palcoscenico di rappresentazioni classiche a ring fra gladiatori e animali feroci, divenendo quindi un anfiteatro. Sono poi seguiti secoli di abbandono fino al Medioevo con la conversione dell’edificio scenico in residenza. Il Teatro è tornato vero protagonista con la riscoperta romantica legata al “Grand Tour”. A partire dal Seicento Taormina e soprattutto il suo teatro rappresentano una tappa obbligata per ogni viaggiatore appassionato di storia e cultura.
Teatro Greco di Taormina / La scena e le camere laterali
La scena è la parte più importante del Teatro Antico di Taormina e conserva in parte la sua forma originale. Non rimane invece nulla degli elementi decorativi. Secondo gli studiosi erano presenti due ordini architettonici in stile corinzio. Il primo ordine, quasi addossato al muro scenico, era costituito da nove colonne disposte a gruppi di tre. Queste reggevano un portico ad arco che serviva da tettoia alla scena. Gli artisti entravano in scena da tre porte presenti nel muro dietro alle colonne e in questa parete si trovavano alcune nicchie con delle statue. Il secondo ordine architettonico era formato da 16 colonne più basse, distanziate regolarmente tra loro. Ai lati della scena erano presenti due grandi camere (parasceni) che chiudevano la platea, impedendo il passaggio del pubblico. Avevano la funzione dei camerini di oggi e di ripostiglio per le attrezzature sceniche.
Teatro Antico di Taormina / La cavea e l’orchestra
La cavea o platea del Teatro Antico di Taormina è interamente scavata nella roccia, ha un diametro di 109 metri e poteva contenere fino a 5.400 spettatori. Cinque corridoi separavano in senso orizzontale gli ordini di posti mentre otto scalette, formate da trenta gradini, la dividevano in nove sezioni. Le scale partivano dalla platea e terminavano in alto, contro il muro terminale, in corrispondenza delle 8 porticine che immettevano nel corridoio coperto.
Tra una porticina e l’altra c’erano delle nicchie con all’interno delle statue di autori famosi di arte drammatica. Il corridoio coperto seguiva tutto il semicerchio perimetrale della cavea e aveva la funzione di chiuderla ai due lati. Il pavimento era sorretto dalla volta del sottostante primo portico. Tra la scena e la cavea c’era lo spazio chiamato orchestra, riservato ai suonatori e al coro. Questa venne ampliata e circondata da un podio di protezione, eliminando in questo modo il palcoscenico.
Antiquarium
Nell’area sopra la cavea del Teatro Antico di Taormina è possibile vistare l’Antiquarium. Si tratta di un piccolo museo dove sono esposti reperti archeologici provenienti dal teatro e da altri monumenti di Taormina. Si possono così ammirare frammenti di sarcofagi, statue che raffigurano torsi di giovani, una centauressa bipede, bronzetti e vasellame. I reperti più interessanti sono sicuramente le epigrafi e le iscrizioni che coprono un periodo che va dal 150 a.C. all’età imperiale romana. Alcune di queste tavole si riferiscono agli amministratori pubblici dell’antica Tauromenion. Tra questi ci erano i tamiai, amministratori del pubblico erario, gli hieromnamones, i custodi delle cose sacre e gli agoranomoi cioè la polizia del tempo.
Teatro Greco di Taormina / Architettura ed ingressi
Nel Teatro Antico di Taormina coesistono oggi elementi del teatro greco originale con le aggiunte fatte durante l’impero romano. L’unione tra questi elementi architettonici e il paesaggio che comprende Capo Sant’Andrea, lo Stretto di Messina e l’Etna rendono questo luogo uno dei più affascinanti ed emozionanti di tutta la Sicilia. L’accesso alla cavea del Teatro Antico di Taormina avveniva tramite una scala esterna detta Règia o Principale. Questa era formata da tre rampe di svolta e si restringeva sempre più durante la salita.
La prima rampa portava all’ingresso da cui si accedeva ai posti più bassi della cavea che erano riservati alle autorità. Per aumentare la capienza del teatro furono costruiti due grandi portici in mattoni le cui volte sostenevano una terrazza. La seconda rampa portava al corridoio coperto da cui si saliva, tramite otto porticine, al terrazzo riservato alle donne. Questo era diviso in più ordini e aveva dei sedili in legno. La terza rampa portava all’accesso destinato alla plebe ed era senza sedili fissi. Un ampio velario permetteva di riparare gli spettatori dai raggi solari o dalla pioggia.
Teatro Antico di Taormina / Johann Wolfgang von Goethe
Johann Wolfgang von Goethe definì Taormina “il più grande capolavoro dell’arte e della natura”. Nel 1787 Goethe visitò il teatro rimanendo estasiato dal bel panorama che si ammirava dalla cavea: “Se ci si colloca nel punto più alto occupato dagli antichi spettatori [del Teatro antico], bisogna riconoscere che mai, probabilmente, un pubblico di teatro si vide davanti qualcosa di simile. Sul lato destro si affacciano castelli dalle rupi sovrastanti; più lontano, sotto di noi, si stende la città e, nonostante le sue case siano d’epoca recente, occupano certo gli stessi luoghi dove in antico ne sorgevano altre. Davanti a noi l’intero, lungo massiccio montuoso dell’Etna; a sinistra 1a sponda del mare fino a Catania, anzi a Siracusa; e il quadro amplissimo è chiuso dal colossale vulcano fumante, che nella dolcezza del cielo appare più lontano e più mansueto, e non incute terrore”.
Rebecca Charamah