Franco Galeano è il nuovo nome che si aggiunge alla nostra rassegna di storie di siciliani emigrati in Argentina. Un pescatore che, nel suo bagaglio da emigrante, ha portato con sé l’amore per il mare. Tuttavia, a differenza di Nicolas “Popa” Asaro che nel mare ha trovato una dolce morte, Franco Galeano si è spento – insieme al suo equipaggio – in un mare gelido e spaventoso. Raccontare la sua storia serve a rievocare il ricordo di un connazionale che tra impegno e sacrificio è riuscito a far fortuna oltremare. Ma non solo. La morte di Galeano è esemplificativa di quanto questo mestiere possa essere deteriorante nella vita di una persona e dei suoi affetti più cari.
Siciliani in Argentina / La biografia di Franco Galeano
Franco Galeano è nato il 26 settembre del 1941 a Giardini Naxos. Quarto di una famiglia di cinque figli. Due di loro – insieme al padre – emigrarono in Argentina. Altri due rimasero in Italia, mentre una sorella si trasferì in Spagna. Franco è arrivato in Argentina nel 1952 ed ereditò la professione di pescatore da suo padre Carmelo. Iniziò nell’attività marinara locale come marinaio delle tipiche imbarcazioni costiere. Tra queste, “Stella Italia”, “Isla de Capri” e “Madonna di Giardini”.
La pesca era per lui passione innata, fine a sé stessa. Per questo, la praticava per ragioni che si trovavano molto aldilà del solo denaro. La sua vocazione era quella di godersi la vita in mare e, pur essendo quello del pescatore un lavoro duro, non se ne lamentò mai. Si sposò con una giovane migrante portoghese, Fernanda Dos Santos, dalla quale ebbe quattro figli. Agli inizi del 1980, insieme alle famiglie Solimeno e Cioffi, si associò nell’acquisto dell’imbarcazione “San Antonino II” ed il 16 dicembre del 1989 naque l’imbarcazione “San Antonino III”, la cui madrina fu proprio la sposa di Galeano, Fernanda.
Siciliani in Argentina / La tragica morte di Franco Galeano
Poi arrivò un freddo giorno d’inverno. Franco aveva terminato la stagione con le reti a circuizione e stava pescando l’occhialone con le nasse. All’alba del 14 giugno 1999 suo figlio Gustavo, al comando del “Galme I”, lo chiamò via radio, ma non ottenne risposta. A meno che il silenzio non fosse dovuto a qualche problema di comunicazione, Gustavo temeva il peggio. Secondo le riprese effettuate sul fondo marino a ventiquattro metri di profondità, nella Bahìa di San Borombòn, gli esperti hanno confermato che il “San Antonino II” si era scontrato con un’altra nave di grandi dimensioni, con una portacontainer o con qualcuno che trasportava carburante. Purtroppo, quella gelida notte, la vita di Franco Galeano e quella del suo equipaggio furono strappate via dal mare.
Non si è mai saputo quale nave abbia investito il “San Antonino II” e la famiglia Galeano ne è rimasta distrutta. Ma non solo. Ad essere distrutte furono anche le famiglie dell’equipaggio. A testimonianza di ciò, riportiamo che il 14 ottobre 1999, nello stesso ospedale di Mar del Plata, grazie allo stesso dottore e con poche ore di distanza, nacquero Franco Patania e la figlia del marinaio Amado Gòmez; due neonati i cui padri scomparvero nella tragedia del “Sant’Antonino II”. Nessuno di questi bambini ha potuto conoscere il volto paterno. Si tratta di una tragica storia conclusa con la morte di onesti lavoratori, il cui ricordo non è mai caduto nell’oblio. A riprova di ciò, il 18 aprile 2015 la famiglia Galeano ha scommesso ancora sulla pesca costruendo la nave “Don Franco”. In che altro modo avrebbero mai potuto chiamarla?
Siciliani in Argentina / Franco Galeano e Popa: vittime di un mare diverso
“I pescatori sanno che il mare è pericoloso e le tempeste terribili, ma non hanno mai considerato questi pericoli ragioni sufficienti per rimanere a terra” – diceva Vincent van Gogh. A questa frase riconosciamo il merito di trasmettere una tale verità con l’impiego di così poche parole. Nicolas “Popa” Asaro e Franco Galeano rappresentano le due facce di una stessa medaglia, metaforicamente. Quella del mare e della professione del pescatore. Da un lato abbiamo Popa, il lato “buono” del mare, oceano di ricchezze e dolce luogo in cui morire. Dall’altro abbiamo la storia di Galeano ed una personificazione del mare terrificante. Due morti che hanno un significato simbolico molto evidente: il mare dà, il mare ti toglie. Ed ogni pescatore, questo, lo sa meglio di chiunque altro.
Grazia Patanè