Andrea Ignazio Corsini, meglio conosciuto come Ignacio Corsini o “El caballero cantor” (trad.it Il cavaliere del canto) si aggiunge alla serie di nomi che compongono la nostra rubrica sui Siciliani emigrati in Argentina. La sua storia si colora di un rosso brillante che rievoca la passionalità del tango. Tanto nel canto quanto nel ballo. Corsini era infatti un noto cantante conosciuto ovunque in Argentina. Ma anche altrove. Era ancora un bambino quando con la madre emigrò in Argentina, portando con sé un bagaglio di cultura e valori siciliani che lo fecero contraddistinguere non come un cantante tra tanti, ma come El cantor.
Siciliani in Argentina / Le origini di Ignacio Corsini
Corsini nacque il 13 febbraio 1891 a Troina, in provincia di Enna. Sono diverse le voci circa la sua origine familiare. Poco chiare le informazioni rinvenute riguardo la madre, Soccorsa Salomone. Alcuni sostengono si trattasse della madre biologica, altri ritengono che la donna non fosse altro che la madre adottiva. D’altro canto, è opinione comune che il noto cantante di tango non abbia mai conosciuto una figura paterna. Arrivò nella città di Buenos Aires il 13 maggio 1896, stabilendosi con la madre nel quartiere di Alamagro. I due si trasferirono nella Buenos Aires di Carlos Tejedor intorno al 1900.
Qualche anno dopo Corsini cominciò a lavorare come allevatore di bestiame e fu proprio questa esperienza che lo portò ad asserire una delle sue frasi più celebri: “Gli uccelli mi hanno insegnato la spontaneità del loro canto, senza testimoni, sul grande palcoscenico della natura. Ho imparato a cantare come loro, naturalmente e senza sforzo”. Ritornato ad Alamagro nel 1907, lì conobbe l’artista circense José Pacheco, il quale lo introdusse al teatro e probabilmente anche al matrimonio, dal momento che Corsini nel 1911 ne sposò la figlia, Victoria Pacheco. “In essa ho trovato la compagna di tutta la mia vita. Colei che mi ha incoraggiato nelle mie ore incerte e alla quale devo gran parte dei miei trionfi” – riconoscerà nella sua autobiografia inedita, scritta nel 1950, due anni dopo la morte di sua moglie.
Siciliani in Argentina / La carriera artistica di Corsini
Nel 1912 era riuscito ad acquisire un certo prestigio come cantante in diverse compagnie ed in ambito circense. Per questo, una nota etichetta gli fece registrare i suoi primi dischi. Inoltre, il 1912 fu un anno particolare: cominciarono a diffondersi i primi dispositivi di registrazione in città. Corsini fu interprete del repertorio contadino e registrò valzer, canzoni creole e stili eterogenei fra loro. Al tempo, il tango non gli aveva ancora fatto vibrare le corde vocali, come accadde invece con Carlos Gardel. Tra gli anni ’20 e gli anni ’30 del Novecento prese parte a diversi cortometraggi, divenendo un personaggio davvero celebre per l’Argentina dell’epoca. E fu proprio in quel periodo che cominciò ad incidere dei dischi di tango, dominando la scena musicale Argentina per più di trent’anni.
Corsini ebbe una favolosa carriera artistica durata per più di cinquant’anni. Nel 1922 venne consacrato dalla stampa come galan-cantor e qualche anno più tardi si esibì al teatro Astral, uno dei più importanti in Argentina. Inutile dire che con l’avvento della radio il suo successo si moltiplicò: la rivista “El supplemento” lo proclamò “Principe de la cancion portena”). Corsini riuscì a metter su una monumentale discografia che raggiunse più di 650 titoli e diversi film come “Federacion o muerte” e “Fortin alto”. Si trattava di un artista poliedrico che conseguì una fama tale da competere con il contemporaneo Carlos Gardel. Anche se, tra i due, c’era più un legame di amicizia che una vera e propria competizione.
Siciliani in Argentina / L’amicizia di Ignacio Corsini e Carlos Gardel
Le vite di Ignacio Corsini e Carlos Gardel si intrecciarono nel corso delle loro carriere artistiche. Anche se si trattava di due vite talmente simili da poterle definire speculari. Anche Gardel era un immigrato in Argentina: arrivò dalla Francia insieme alla madre e, caso volle, senza un padre, proprio come Corsini. Entrambi crebbero con la passione della musica e dell’arte in generale. E questo, il popolo argentino lo capì bene.
Ai due (insieme ad Augustin Magaldi, un altro grande del tango argentino), furono dedicate tre sale in un piccolo museo argentino in occasione del Festival del Tango, organizzato per celebrare proprio i classici del tango. Durante le loro vite, Corsini e Gardel si stimarono e ammirarono reciprocamente. Erano “fratelli del canto” e crebbero nutrendo una sana amicizia, interrotta solo dalla morte improvvisa di Gardel.
Siciliani in Argentina / Le origini del tango
Il tango nacque a Buenos Aires agli inizi del ‘900. Nasce come una musica triste, malinconica, creata dagli immigranti costretti a lasciare le proprie case e dall’incontro della cultura popolare europea con quella locale. Tra la fine dell’800 e i primi anni 20 del ‘900 furono circa 2 milioni i soli italiani che migrarono verso l’Argentina, dove trovarono una cultura già affermata nella quale si integrarono, ma dalla quale furono anche relegati assieme agli altri emigranti, agli schiavi neri liberati e i gauchos delle Pampas trasferiti in città anche loro in cerca di fortuna.
Ognuno portava con sé le proprie poche cose, tra cui le proprie tradizioni, i propri canti e i propri balli, mischiati alla disperazione e alla malinconia. Insieme si trovarono nei “conventillos” (grandi case con cortili) che si trovavano nei quartieri creati per gli immigrati, e fu che si mischiarono le loro storie, i loro ritmi e le loro lingue.
Siciliani in Argentina / Soccorro Salomone, una siciliana resiliente
Come già anticipato, sono scarse le informazioni riguardo le origini familiari di Corsini. Se non è chiaro se Soccorsa Salomone fosse la madre biologica o adottiva, certo è che fosse una donna forte. A partire dal cognome del figlio, si potrebbe ipotizzare che quest’ultimo sia stato il frutto di un amore proibito oppure la prova di una donna abbandonata. Ciò che qui interessa sottolineare, però, è il coraggio di una donna siciliana che a cavallo tra l’Ottocento ed il Novecento ha deciso di dare un colpo di coda alla sua vita e a quella del figlio, abbandonando la sua terra natìa in cerca di fortuna altrove.
Pensiamo alla fatica di racimolare del denaro da sola per un viaggio oltreoceano. Oppure agli innumerevoli pericoli che potevano celarsi in mesi di viaggio su di una nave, con un figlio alle spalle e l’immensità del mare e dell’ignoto davanti ai suoi occhi. Le poche informazioni certe riguardo la famiglia di Corsini lasciano spazio alla fantasia per trovare delle risposte. Perché Soccorsa ha deciso di partire? Era soltanto in cerca di fortuna oppure scappava dal peso insostenibile di una reputazione macchiata dal crescere un figlio senza il padre? Tante le domande e poche le risposte certe. Tuttavia, senza le avventure e la forza di questa grande donna probabilmente non avremmo mai sentito parlare di Ignacio Corsini, El caballero cantor. Altro grande motivo di orgoglio per la Sicilia intera.
Grazia Patanè