Sebastiano Greco e gran parte della sua famiglia furono tra i primi siciliani d’Argentina, scaloti, ad abbandonare la terra natìa per raggiungere Mar del Plata. Per questo, proporre in questa sede la storia della sua vita arricchisce ancor di più la nostra rubrica sui siciliani emigrati in Argentina. La famiglia Greco ha contribuito, tanto in Italia quanto in Argentina, al benessere economico delle loro comunità di appartenenza. Ma non solo, Sebastiano prima ed i suoi discendenti dopo, hanno rinnovato e innovato il sistema industriale dell’epoca; un sistema più vicino ai meccanismi economici odierni che al neonato sistema industriale del dopo guerra.
Siciliani in Argentina / Sebastiano Greco: la biografia
Sebastiano Greco, primogenito di una famiglia numerosa, nacque il 18 aprile del 1904 a Santa Maria La Scala. Figlio di Giuseppe Greco e Carmelina Puglisi, insieme ad altri dodici fratelli. Di questi, quattro emigrarono in Argentina e due in Australia. Gli altri sei, invece, rimasero in Italia. Studiò fino alla seconda elementare e arrivò in Argentina nel 1926. Durante la sua vita lavorò come pescatore, industriale e commerciante di acciughe salate, conserve di pesce, frutti di mare, prodotti freschi e congelati. È doveroso sottolineare che i Greco furono i primi scaloti ad emigrare a Mar del Plata. Infatti, tra tutte le famiglie giunte al porto argentino e provenienti dalle diverse regioni meridionali italiane, il cognome più comune è stato e continua ad essere quello dei Greco, sebbene non vi siano necessariamente legami di parentela.
Siciliani in Argentina / Sebastiano ed il matrimonio con Carmelina Greco
A Mar del Plata sposò Carmelina Greco, anche lei nata a Santa Maria La Scala e appartenente ad una famiglia numerosa. Aveva undici fratelli, tutti emigrati in Argentina. Sebastiano e Carmelina ebbero sette figli: Carmen, Josefina, José, Yolanda, Fernando, “Bastiano” e Julia. Considerando gli undici fratelli di Sebastiano, gli undici fratelli di Carmelina ed i relativi figli, la famiglia Greco contava più di un centinaio di persone. Tutte sparse per il mondo, alcuni in Italia, altri in Argentina, altri ancora in Australia. I Greco rappresentavano e rappresentano tutt’ora una parte importante della storia “scalota”, occupando una scena importante anche nel settore della pesca in Argentina. In un modo o nell’altro, i figli, i nipoti ed i discendenti tutti di Sebastiano Greco hanno dato un seguito al suo operato nel settore della pesca.
Siciliani in Argentina / Le prime occupazioni di Sebastiano Greco
Sebastiano cominciò l’attività di pescatore in Italia e proseguì con la stessa occupazione anche quando si stabilì in Argentina. Come i suoi fratelli, era un abile pescatore, capace anche di lavorare le reti. Con l’avanzare del XX secolo, si moltiplicarono le imbarcazioni attraccate al porto di Mar del Plata così come il numero di emigrati che giungevano in città per trovare fortuna. D’altronde, Sebastiano era uno di loro. Poco a poco abbandonò il mestiere di pescatore per cimentarsi, insieme alla sua famiglia, nell’industria della salatura delle acciughe e della lavorazione delle conserve di pesce.
Siciliani in Argentina / José Greco, erede delle iniziative paterne
José Greco, servendosi delle solide basi ereditate dal padre, fu senza dubbio l’imprenditore della pesca più importante tra gli anni ’60 e ’70 del Novecento. Fu un pioniere dell’industria del congelato che oggi conta sul più grande numero di stabilimenti presenti a Mar del Plata, esportando al mondo intero e generando una significativa entrata di valuta. In un’epoca in cui tutto era ancora da costruire in materia di esportazioni e di lavoro con i sindacati , José fu il più importante mediatore degli industriali. Accompagnò tutte le delegazioni di governo, partecipò a missioni commerciali in Cina, India, Stati Uniti, Europa, Israele e Australia al fine di favorire l’apertura di nuovi mercati per l’Argentina.
Nel momento dell’apice produttiva, riuscì ad avere diciotto navi da pesca in alto mare, due frigoriferi, una fabbrica di conserva del pesce e un salatoio di acciughe. Inoltre, la sua forte posizione economica gli permise di contribuire notevolmente allo sviluppo del Club Aldosivi i cui affari si radicavano bene al porto di Mar del Plata. Grazie al suo aiuto economico, insieme a quello di altri imprenditori come lui, si ottennero grandi soddisfazioni anche in materia calcistica. Tuttavia, commise anche degli errori dal punto di vista commerciale. Questi, più la mancanza di una politica governativa mescolata a dei grandi cambiamenti economici, lo portarono a perdere la sua posizione di prestigio nel settore. Per questo, vide l’ascesa di nuovi gruppi leaders.
Siciliani in Argentina / Bastiano, il piccolo di casa Greco morto prematuramente
“Bastiano”, il minore dei figli maschi di Sebastiano e Carmelina, diventò un imprenditore importante e sebbene sia morto molto giovane (36 anni), ebbe occasione di conoscere il Giappone, vari paesi europei e gli Stati Uniti, in epoche in cui la globalizzazione pareva un’utopia. Contribuì a dare un forte impulso alla nota fabbrica di conserve Puglisi, che riuscì a situarsi tra le imprese leaders del settore. Fu un dolore immenso per Sebastiano Greco la perdita del figlio, nel 1978, appena un anno dopo la morte di sua moglie.
Siciliani in Argentina / Gli altri figli di Sebastiano Greco ed il suo ruolo per la comunità scalota
Fernando sposò Anna Maria – un’emigrata originaria di Torre del Greco – che ebbe un ruolo fondamentale nella continuità del progetto della fabbrica di conserve. Infatti, dopo alcuni anni di instabilità, la fabbrica recuperò il protagonismo del passato. Anche Carmelina, Josefina, Yolanda e Julia si sposarono con emigrati italiani, arrivati in Argentina dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Per concludere, ricordiamo che Sebastiano Greco ha avuto un ruolo preponderante nella formalizzazione della festa della Vergine di Santa Maria La Scala a Mar del Plata.
Celebrazione che riunisce l’ultima domenica di agosto di ogni anno la numerosa famiglia scalota nella parrocchia della Sagrada Familia. Sebastiano mancò proprio nel mese di agosto del 1989 e tutt’oggi lo si ricorda come un emigrato “che ha fatto la patria”. E a riprova delle linee di sangue e tradizioni che intercorrono tra Santa Maria La Scala e Mar del Plata, ricordiamo che tutt’oggi la comunità scalota italiana mantiene viva la tradizionale festa della Madonnina prevista per l’ultima domenica di agosto.
Grazia Patanè