Siracusa / Alla scoperta delle necropoli di Pantalica

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Le necropoli rupestri di Pantalica sono una vasta e suggestiva area naturalistica archeologica a Sortino, in provincia di Siracusa. Il nome potrebbe derivare dal greco “πάνταλίθος” che letteralmente significherebbe luogo di pietre oppure potrebbe provenire dall’arabo “buntarigah”, luogo di grotte. Dal 2005 il sito è stato dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità per l’alto profilo storico, archeologico, speleologico e paesaggistico del luogo.

Costituisce uno dei più importanti luoghi protostorici siciliani, utile per comprendere il momento di passaggio dall’età del bronzo all’età del ferro nell’isola. Pantalica è un luogo suggestivo dove eseguire delle escursioni o semplici passeggiate nella natura. Tuttavia oltre all’aspetto naturalistico appare un passato di millenni a raccontarci una storia antichissima. Siamo in un’epoca in cui le città della Grecia classica sono ancora lungi dal nascere. Il ferro è ancora sconosciuto ed il bronzo è la grande innovazione tecnologica. Siamo nell’epoca degli eroi di cui ci parla Omero nell’Iliade e nell’Odissea, per intenderci, quando era il popolo Miceneo, del leggendario Agamennone, a solcare i mari in cerca di nuovi approdi commerciali. È proprio in quest’epoca che la roccaforte di Pantalica in Sicilia raggiunge la sua massima potenza.

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La roccaforte presenta a sud-ovest la necropoli di Filiporto: composta da un migliaio di tombe che si estendono sulle pendici del fiume Anapo, appartenenti all’ultima fase della città (IX-VIII secolo a.C.). A Nord-Ovest, si trova una delle più antiche della zona (XII-XI secolo a.C.). Successivamente si estende la necropoli della Cavetta, risalente al IX-VIII secolo a.C. con la presenza di abitazioni risalenti all’era bizantina. La necropoli Nord è la più vasta e la più fitta e risale al XII-XI secolo a.C, mentre la necropoli Sud risale al IX-VIII secolo a.C.

Pantalica / Le tombe delle necropoli

La necropoli di San Martino è tra le più interessanti. Essa è composta da tombe a “tholos” di epoca preistorica e delle catacombe bizantine: l’Ipogeo di Dionisio e la Grotta di Sant’Anna. Il primo risale al IV – V secolo d.C. e all’ingresso è presente una scritta che recita: «Dionisio […] dorme qui il sonno eterno». Mentre la seconda risale probabilmente al XI-XIII secolo e presenta degli affreschi in alcune pareti in cui si riconoscono parzialmente le figure di Santa Maria e San Pietro. In entrambe le necropoli vi sono delle tombe a baldacchino. Il tutto rappresenta un’eccezionale testimonianza della diversità storica e culturale della regione di Siracusa nel corso di tre millenni dal periodo dell’antica Grecia al Barocco.

Il sito archeologico, aperto h24, è libero e gratuito ed è accessibile sia a piedi che in bicicletta. E’ sconsigliato andare nelle ore più calde, infatti è preferibile il pomeriggio o la mattina presto, soprattutto. La location è gratuita, basta registrarsi all’entrata. Si sconsiglia il portare passeggini a causa del terreno particolarmente sconnesso, ripido e impervio. E’ infatti consigliabile munirsi di scarpe adatte da trekking. Per ogni utilità, l’area archeologica di Pantalica ha anche un sito web di riferimento da poter consultare.

                                                                                                Giorgia Fichera

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