Società / La buona disconnessione. Spegnere i telefonini…almeno nelle ore di condivisione con gli altri

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Settimana scorsa lo abbiamo smascherato: il cellulare di ultima generazione può fortemente condizionare il nostro tempo, non solo interagendo, spesso con notevoli vantaggi, nelle prestazioni professionali (così come oggi giorno avviene con ogni terminale che ci consenta accesso alla rete ovunque siamo), ma anche nelle relazioni interpersonali, quelle col resto del mondo come quelle in famiglia.

In quest’ultimo ambito così peculiare è necessario riuscire a darsi alcune regole perché la sofisticata comunicazione tecnologica non alteri la semplice comunicazione fra le persone. In alcune famiglie viene adottato “il cestino del telefonino”: niente di più semplice di un contenitore, un bel soprammobile, in cui genitori e figli depositano il loro smartphone entrando in casa, per liberarsene ed essere più liberi, più disponibili per chi si ha di fronte in casa, rispetto a tutti i contatti che si sono lasciati fuori.

Una sorta di soglia di guardia, non rigida come un metal detector, ma sufficientemente vincolante da farci accorgere che i famigliari con cui viviamo hanno un diritto di precedenza sugli altri, almeno nelle ore condivise.

E a proposito di condivisione, terreno di incontro e scontro, banco di prova di tante situazioni è sempre l’amata tavola da pranzo. Qui, davvero, se vogliono, i coniugi fra loro e i genitori coi figli possono ergere delle ideali colonne d’Ercole del family correct.

Evitare di rispondere ai rispettivi cellulari durante i pasti, se non per necessità urgenti (grazie a Dio quasi mai se ne verificano in quel lasso di tempo in cui si mangia, ma qualcuno stenta a crederlo!); Imporsi di non consultare i propri terminali posizionati malandrini sulle ginocchia sotto il tavolo. Le nuche al posto dei visi dei commensali sono il segno evidente che

la comunicazione ha assunto direzioni centripete che ci allontanano dalla comunione minima necessaria.

I più coraggiosi potranno anche lasciare gli strumenti digitali a debita distanza di dita, magari non tenendoli addosso, in tasca e tanto meno fra coltello e forchetta. In questo modo si eviterà il rischio di rispondere ad un WhatsApp impellente o di mettere un Like senza il quale può sembrare impossibile digerire, ma dicono gli esperti che è proprio solo un’impressione! In generale la regola aurea è dare priorità ai corpi e le anime di chi abbiamo di fronte, impedendoci di isolarci in bolle che con la scusa di connetterci, in realtà ci isolano.

Al calar del sole, un’ultima drastica misura di sicurezza che alcuni arditi usano applicare è quella di non mettere i telefonini sotto carica sui rispettivi comodini in camera da letto per tutelare maggiormente la privacy della coppia evitando la tentazione di usarli fino a poco prima di spegnere la luce. Lasciare fuori gli intrusi dal talamo nuziale non vale solo per i figli quando iniziano a diventare grandi, ma può valere anche per tutti gli altri che – in situazioni normali mi assicurano è così – possono aspettare il tempo di una notte per ricevere nostre notizie.

Giovanni Capetta