A volte sottovalutiamo la ricchezza delle nostre relazioni e la credibilità delle nostre istituzioni. Raccontiamo dei cittadini soli che si sentono insicuri. Parliamo spesso di una società individualizzata che trova persone chiuse in sé stesse, poco capaci di aprirsi agli altri e poco attente a curare i propri legami, scarsamente fiduciose nelle istituzioni. Molto probabilmente queste opinioni andrebbero analizzate in profondità per verificare in quali casi i cittadini mostrano diffidenza e sfiducia e in quali, invece, sfoggiano maggiori certezze.
Quando osserviamo la valutazione degli italiani sulle loro relazioni riscontriamo atteggiamenti variegati. Lo mostrano i dati Istat su “La soddisfazione dei cittadini per le condizioni di vita”.
Si rileva che le relazioni intime e affettive quelle che instauriamo e coltiviamo con le persone più vicine sono la sorgente più ricca della qualità della nostra vita. È una costante italiana la soddisfazione riscontrata nelle relazioni familiari: oltre il 90% delle persone dai 14 anni in su si dichiara molto o abbastanza soddisfatto. A livelli poco inferiori si colloca la soddisfazione nelle amicizie che raggiunge l’83,4%.
Insomma, non siamo poi così soli nella nostra vita. Famiglia e amicizie sono legami a cui teniamo e che ci danno fiducia, sono quindi una fonte di sicurezza.
Un discorso diverso emerge quando si chiedono opinioni verso il prossimo. Il 78,6% sostiene che “bisogna stare molto attenti” verso persone sconosciute. C’è una diffidenza generalizzata verso l’altro. Qui nasce l’insicurezza, che è correlata allo status sociale e al titolo di studio. Ad esempio si fidano della maggioranza delle persone, sottolinea il rapporto Istat, solo il 17,3% degli operai e il 17,2% di quelli che hanno raggiunto la licenza media, contro il 31,4% dei dirigenti e il 32,7% dei laureati.
La fiducia assume molteplici sfaccettature con la classica domanda del portafoglio (“wallet question”) nella quale si chiede la probabilità che venga restituito un portafoglio ritrovato. In questo caso la fiducia maggiore viene accordata alle forze dell’ordine (81,2). Al secondo posto si colloca il vicino di casa che secondo gli intervistati restituirà il portafoglio nel 69,4% dei casi. Ultima posizione per gli estranei raccolgono appena l’11,1% dei consensi.
Da quest’ultima rilevazione si può trarre un’ulteriore indicazione oltre che una conferma: ci sono istituzioni riconosciute dagli italiani, che riscuotono credibilità, mentre la nostra fiducia diminuisce con l’aumentare della distanza dei nostri rapporti. Inoltre meno conosciamo una persona, meno ci fidiamo. Potremmo dire che non è tanto nelle relazioni o nelle istituzioni che è debole la nostra sicurezza, ma nella diffusione di un generale senso civico.
Andrea Casavecchia