Ogni giorno sentiamo parlare di casi di cronaca, e sempre più spesso emergono notizie che riguardano il maltrattamento degli animali.
Gli animali sono creature indifese, amabili e sensibili. Pensano di avere accanto qualcuno che li assista, che gli dia da mangiare, che li faccia giocare, insomma che si prenda cura di loro.
Chi li vuole davvero bene sa cosa fare per farli stare al sicuro e farli sentire a loro agio, come ai cani o ai gatti domestici, e loro sanno di potersi fidare dei loro “padroni” o meglio dei loro amici umani.
Purtroppo molte volte accade che certe persone quando sono calme dimostrino affetto per queste creature ma quando c’è qualcosa che non va nelle loro vite sfogano tutta la rabbia su di essi. Addirittura alcuni oltre a maltrattarli, arrivano addirittura ad ammazzarli in modi cruenti e atroci.
Alcuni bambini sin dall’infanzia hanno dato segni di mancanza di rispetto nei riguardi degli animali dovuti al contesto famigliare in cui sono cresciuti, imparando così solo il linguaggio della violenza e non quello dell’amore verso il prossimo e il rispetto di creature innocenti.
Da alcuni studi è stato evidenziato, nel profilo psicologico del serial killer, il nesso con la crudeltà verso gli animali. Secondo una ricerca citata nel saggio “Inquietudine Omicida”, edito da Phoenix, è emerso che nel 36% dei casi di assassini seriali vi sono dei segni di crudeltà verso gli animali durante l’infanzia. Durante l’adolescenza si arriva ad una percentuale del 46%.
I bambini che agiscono con crudeltà hanno assenza di empatia verso gli altri individui, emulano gesti violenti, non hanno ricevuto una corretta educazione e hanno disturbi nelle relazioni sociali e della personalità. Crescendo, questi bambini diventano sempre più crudeli, incrementando il desiderio di violenza e cattiveria verso gli animali.
Anche gli adulti commettono crimini sulle bestie. Tra contadini, ad esempio, li ammazzano come avvertimento, avvelenandoli e impiccandoli; altri li gettano dentro i sacchetti della spazzatura e li buttano nei cassonetti ancora vivi; altri ancora gli amputano arti e li picchiano anche solo per puro divertimento.
Gli animali, come noi hanno un cuore, una mente e provano sentimenti verso chi gli sta accanto e si prende cura di loro. Questo non dimentichiamolo mai.
Noi esseri umani dovremmo essere in grado di capire cosa vuol dire avere empatia ed emozioni. Quando c’è qualcosa che non va nella nostra vita non dobbiamo sfogare la nostra rabbia sugli animali, piccoli esseri indifesi, ma affrontare il nostro problema e scaricare altrove la nostra ira.
Michela Abbascià