Con i simbolici doni dei Re Magi al Bambino Gesù, o con i più prosaici regali nella calza della Befana per tutti i bambini, si apre benaugurate anche questo nuovo anno. Quei piccoli o grandi doni evocano anche quanto noi continuiamo ad aspettarci dal tempo che viene: c’è sempre qualcosa che desideriamo e c’è sempre l’auspicio che il nuovo anno sia “migliore” di quello trascorso, come ci auguriamo a vicenda, pur consapevoli che le difficoltà non mancheranno.
C’è anche chi, riflettendo sul 2017, azzarda a dire che, tutto sommato, pur col suo gravoso fardello, non è stato dei peggiori. Già, perché, in fondo, tutto è relativo: in base alle aspettative e in base alle circostanze che mutano da luogo a luogo, da persona a persona. Lasciando alla sfera individuale un bilancio “personale” dell’anno passato e il “personale” auspicio per quello ora iniziato, è importante anche guardare insieme al futuro e impegnarci a costruirlo – per quanto possiamo – con le nostre mani, come ci esorta a fare il presidente Mattarella, confidando peraltro anche nell’aiuto del Signore, come ci sprona papa Francesco. Il nostro Paese si trova ad una svolta – ancora una volta… – ed è necessario che tutti collaboriamo perché sia positiva. La corsa verso le elezioni, già aperta e già carica di incognite, deve diventare occasione per un dialogo “franco e costruttivo” tra le forze politiche, ma anche nella società civile, a partire dalla situazione, puntando sulle questioni più urgenti e sulle reali possibilità di cambiamento.
Anche se, a dire il vero, non c’è sentore in giro di questo indispensabile atteggiamento – sembrando prevalere piuttosto la contesa e la contrapposizione – c’è bisogno di una sensibilità nuova che eviti l’acuirsi dei contrasti e conduca ad un progetto il più possibile comune per il bene di tutti. Su temi quali l’occupazione, la povertà, la fiscalità, la spesa pubblica, l’immigrazione, la collaborazione europea (e altri ancora, certamente…), più che cavalcare slogan e lanciare promesse inconsistenti o illusorie, vanno intessuti piani coerenti e proposte realistiche. Anche la “protesta” è importante e può risultare in certe condizioni necessaria, ma è chiaro che non può fermarsi ad una sterile lamentela, quanto invece deve tradursi in pensiero e azione che incidano positivamente.
Siamo consapevoli che sarà impossibile esaudire i desideri e le attese di tutti, tanto più quando confliggono inevitabilmente tra loro; ma occorre trovare una linea di impegno che assicuri almeno a tutti – e non solo nel nostro Paese… – il minimo necessario per una vita dignitosa e serena. Vogliamo assumere uno sguardo positivo sul tempo che verrà e che è affidato alle nostre mani. A cominciare dal dono reciproco di una disponibilità all’incontro e al dialogo.
Vincenzo Tosello