Catania ha una nuova realtà protesa all’ascolto e all’accoglienza dei più svantaggiati. L’espediente è stato intitolato “Pane quotidiano – coffee and more” e inaugurato lo scorso primo ottobre. Si tratta di una caffetteria solidale, situata in via Sant’Agostino, n. 5 a Catania. La struttura, concessa in comodato d’uso da parte del Comune di Catania, affianca il dormitorio La locanda del Samaritano diretta da padre Mario Sirica, missionario vincenziano.
Così, il volto della solidarietà ritrova la curva di un sorriso nel significato dell’accoglienza e del sevizio alla comunità. Il progetto di padre Sirica è imponente per la grandiosità del messaggio in sé. Esso vuole essere punto di inizio e d’arrivo, in quel ponte immaginario che unisce il bisogno e l’opportunità reale di esserci. Soprattutto per stare accanto a chi realmente vuole percorrere la via del reinserimento sociale, rendendo possibili anche i sogni lavorativi soggettivi, ove possibile.
Le benedizioni dell’arcivescovo di Catania mons. Luigi Renna hanno reso propizio il momento inaugurante. Vi hanno partecipato il prefetto di Catania Maria Carmela Librizzi, unitamente ad altre autorità civili e militari del territorio catanese. Ha presenziato all’evento anche padre Ermino Antonello, superiore italiano dei missionari vincenziani.
Padre Erminio: Caffetteria “Pane quotidiano”, progetto sociale che fa la differenza
Si chiede a padre Erminio, quale sia la sua opinione in merito all’evento inaugurante della caffetteria solidale «Pane quotidiano – coffee and more”, e al ruolo collettivo di questo nuovo Agape sociale
La risposta non tarda a giungere: «Si, di fatto, questo luogo nasce con questo intento! Qui, a Catania, le persone più disagiate possono avere uno spazio a loro dedicato. Purtroppo, chi è estraneo viene considerato come tale. In realtà, sussistono due modi di usare il termine “estraneo”. Questa parola qualifica, invero, una valenza sociale di estraneità e identifica, per di più, il senso della diversità nell’approcciare l’“altro”. Ossia colui che non appartiene al medesimo luogo e alla stessa terra. Modalità percepibile anche a livello vibrazionale ed emozionale. Infatti, senza rendersi conto del singolo agire soggettivo, si guarda l’altro con fare e sentimento di distacco.
La caffetteria sociale è, dunque, il luogo che fa la differenza nell’ascolto del prossimo in difficoltà, e promuove di fatto l’integrazione unita all’accoglienza. Attraverso di essa, si mette in pratica il messaggio cristiano. Inoltre, questo luogo rappresenta uno spazio dove i più poveri possono sentirsi a casa. Insomma è un luogo bello!»
Padre Erminio: “La caffetteria “Pane quotidiano” da magazzino a elegante spazio multifunzionale”
In effetti, questo spazio a vocazione sociale è stato reso piacevole anche nell’aspetto, con realizzazioni al passo con l’interior design. Gli ambienti, adibiti all’accoglienza, sono in realtà confortevoli, secondo una pianificazione voluta da padre Mario Sirica, promotore dell’iniziativa sociale e direttore della Locanda del Samaritano. La trasformazione sperata del posto è stata possibile grazie alla prodigalità di un team di esperti, messosi a disposizione gratuitamente, al fine di far divenire questo spazio multifunzionale, un luogo per l’appunto bello. Padre Erminio ha visitato questo posto, quando era ancor meno di un magazzino e, adesso, rivederlo a distanza di tre anni, gli trasmette evidenti sensazioni positive.
I cambiamenti, nel segno del “samaritano”
Per similitudine con gli ambienti della caffetteria, si auspica che certi cambiamenti siano possibili anche per i giovani e meno giovani, magari come forma di rivalsa alla infausta sorte. Cambiamento di qualsivoglia “possibile samaritano” giunto alla Locanda. La struttura è dotata di un dormitorio, dove sono disponibili 24 posti letto.
Inoltre, gli “ospiti” della locanda, inizialmente, non essendo integrati, hanno bisogno di un luogo dove vivere di giorno. Di certo superare la notte è già importante, ma è anche importante dare opportunità/disponibilità di un luogo dove sentirsi vivi durante la giornata. Cosa si può fare alla caffetteria solidale: leggere un libro, incontrare/confrontarsi/dialogare con l’altro, bere anche un caffè. Tutto ciò sembra una buona cosa, in quanto la caffetteria può essere un ritrovo per tutti. Ivi è possibile frequentare gli ospiti della Locanda del Samaritano, semplici viandanti, studenti, lavoratori e/o ancora persone del borgo e dell’hinterland!
L’auspicio di Padre Erminio
Il messaggio, nonché l’augurio di Padre Erminio, a promozione della caffetteria solidale, si impernia sul concetto che parte dall’espressione di grazia e gratuità. Questi lemmi, pregni di luce, portano ad una interconnessione e rivisitazione della Coscienza Cristica.
Così, quando un luogo nasce dalle movenze della gratuità di molte persone, unitesi in vista di un progetto comune, quella grazia divina permane e si ripete nel tempo. Si crea un vero processo d’integrazione, all’insegna della reale gratuità. Si manifesta così, la capacità di generare una rete d’amore per il prossimo in lato sensu, con attenzione per quello più svantaggiato.
Infine, Padre Erminio formula l’auspicio che «possa questa “capacità generativa d’amore per il prossimo”, alla stregua di un’impronta emozionale divina, trasmettersi a chiunque si trovi in questo luogo, affinché si rinnovi sentitamente il “voto” di Agape sociale».
Suor Roberta e la gioia celata nel “servire il prossimo”
Del medesimo avviso è suor Roberta della Congregazione delle Suore del Preziosissimo Sangue, incontrata alla caffetteria, gioiosa nella sua disarmante semplicità d’animo e nell’ atto di porgere un caffè o una bevanda.
Ella ha improntato la sua vita di servizio al prossimo – tra l’area di Librino e la Locanda del Samaritano – e legge sentimenti di letizia fra le righe del progetto di padre Mario Sirica. Riferisce, infine, che la caffetteria solidale è realmente un luogo consacrato all’ascolto, con uno sportello dedicato, e all’accoglienza per coloro che versano in gravi difficoltà. Qui, afferma – suor Roberta – “la diversità trova i suoi affluenti nell’integrazione”.
Buon caffè a tutti, nel segno della benevolenza per il prossimo!
Luisa Trovato