Quell’abbraccio tra la famiglia Pernice, l’assessore ai Servizi Sociali Giuseppe Lombardo e il Presidente di Fondazione Ebbene Edoardo Barbarossa, davanti al portone di una nuova casa che guarda dal centro di Catania un futuro possibile, rende un po’ meno amari i dati diffusi sull’emergenza abitativa.
Una fotografia, quella sulla povertà, caratterizzata da numeri in crescita e sfratti incolpevoli. Incolpevoli perché il mancato pagamento dei canoni di locazione dipende da un mutamento della condizione economica della famiglia per cause che non possono esserle addebitate. Perdita del lavoro, chiusura di attività proprie, la crisi insomma. Famiglie con una vita normale che spesso in breve tempo perdono la capacità di sostenersi, di fare pasti adeguati e continui, che perdono la loro casa.
Così è capitato alla famiglia Pernice- si legge in una nota della Fondazione . Tre figli, il papà lavora saltuariamente e sempre meno, la moglie casalinga e in 3 anni piombano in quella che tecnicamente viene definita “condizione di disagio abitativo”. Ma oggi grazie a un gioco di squadra tra privato sociale e Amministrazione i Pernice vivono insieme, così come ogni famiglia dovrebbe. Hanno raccontato alla stampa la loro storia, per diffondere un modello di collaborazione tra pubblico e privato che crea energie positive per la comunità, specie per i più fragili.
«Sono contento di essere qui – ha dichiarato l’assessore Lombardo – e raccontare la storia della famiglia Pernice, che trova finalmente respiro grazie a una collaborazione con il Terzo Settore. La nostra Amministrazione sta lanciando segnali importanti per contrastare l’emergenza abitativa, l’obiettivo è mettere a sistema tutte le risorse, ponendo al centro di questa strategia l’Agenzia sociale per la casa, dove confluiranno le azioni di intervento che programmiamo anche attraverso una maggiore apertura con il privato sociale».
«Tutto questo è stato possibile grazie a un’Amministrazione attenta e disponibile – aggiunge- Edoardo Barbarossa, presidente di Fondazione Ebbene -. Ogni giorno incontriamo famiglie che vivono in condizioni di estrema povertà e le accompagniamo verso un percorso di autonomia, che parte dall’emergenza casa ma riguarda l’orientamento lavorativo e la formazione, per permettere alle persone di riprendersi la proprio vita e non essere più un peso nella società.
La storia. La famiglia Pernice racconta che dopo un periodo di forte maltempo la loro casa diventa inagibile, a nulla è servito allertare il proprietario che invece di dare soccorso procede con lo sfratto. I Pernice si trovano all’improvviso per strada: il padre è ospitato al dormitorio il Faro mentre la mamma e i bambini vengono accolti in una casa di accoglienza per donne vittime di violenza domestica. Quella che doveva essere una sistemazione temporanea diventa definitiva.
Serve una soluzione, una soluzione che sia frutto di un gioco di squadra tra amministrazione e forze sociali. È il marzo 2019 quando Fondazione Ebbene con il suo centro di prossimità Mosaico viene a conoscenza della situazione della Famiglia Pernice e in quei giorni il Comune di Catania pubblica l’“Avviso Esplorativo rivolto al Terzo Settore, con l’obiettivo di reperire alloggi ad uso abitativo da Concedere in locazione temporanea ai cittadini in Emergenza Abitativa.”
Fondazione Ebbene non ha immobili propri ma va alla ricerca di una casa per la famiglia Pernice. La soluzione alternativa arriva quando, ai servizi sociali si presenta un’altra fondazione, Santa Maria del Lume che intende offrire il suo supporto mettendo a disposizione un immobile di proprietà della stessa fondazione. Tuttavia non è disponibile ad affittare direttamente alla famiglia.
Ebbene diventa il Garante dei Pernice che hanno altresì la possibilità di ricevere dal Comune 250, 00 euro mensili da destinare al pagamento dell’affitto fissato per 425,00. La differenza la coprirà la Fondazione Ebbene che si intesta anche le utenze e reperisce il mobilio necessario e che complessivamente prendere in carico la famiglia e accompagnarla perché possa uscire da questa condizione di povertà e dipendenza.
Oggi i Pernice sorridono, nei loro occhi si leggono emozioni, stanchezza, speranza, voglia di ricominciare, partendo proprio da lì, da quell’appartamento piccolo e confortevole, per loro diventato un castello. Un castello pronto ad accogliere la spensieratezza dei più piccoli e la caparbietà di due genitori che non si sono mai arresi. Una storia a lieto fine che racconta una grande sinergia tra pubblico e privato e che partendo da Catania vuole essere un modello da diffondere per contaminare.