Solidarietà / “Cuciniamo insieme”, progetto d’inclusione per i ragazzi dell’associazione I Vulcanici

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locandina cuciniamo insieme

Ad Acireale, nei locali della sala stampa del palazzo di Città, è stato firmato il protocollo d’intesa per il progetto “CuciniAmo insieme” tra “Città di Acireale”, rappresentata dal sindaco Roberto Barbagallo e dall’assessore alle Politiche Sociali e Sanitarie Valentina Pulvirenti;l’associazione “I Vulcanici”, con la  presidente Angela Scalia; “CSVE”, con il presidente Salvo Raffa; “Casa Sollievo di San Camillo”, con il superiore provinciale dell’Ordine fratel Carlo Mangione.

Un’iniziativa innovativa e di grande valore sociale e lavorativo degli utenti della Salute Mentale, che vedrà in sinergia i soggetti sopra menzionati per il progetto “CuciniAmo insieme”. Obiettivo, quello di insegnare a cucinare a ragazzi speciali diversi e se possibile inserirli nel mondo del lavoro.

presentazione progetto Cuciniamo insieme
Presentazione del progetto. Da sx: don Dario Malizia, fratel Carlo Mangione, il sindaco Roberto Barbagallo, la vicesindaco Valentina Pulvirenti, Salvo Raffa e Angela Scalia
La Casa sollievo San Camillo accoglierà il progetto “Cuciniamo insieme”

Tanta la voglia dei ragazzi di essere protagonisti e attivi, mettendo a disposizione il tempo e le competenze acquisite per aiutare gli utenti della Mensa. I locali che saranno utilizzati sono quelli  del centro di accoglienza diurno nella Casa Sollievo San Camillo.
In Sala stampa erano presenti e sono intervenuti anche il responsabile della Casa Sollievo di San Camillo, padre Dario Malizia e il direttore Salvatore Salemi con Irene Stevani del Dipartimento di Salute Mentale di Acireale, che hanno espresso lodi e grande apprezzamento nei confronti dell’iniziativa.

L’assessore Pulvirenti spiega il progetto “Cuciniamo insieme”

L’assessore Valentina Pulvirenti così spiega:  “Il progetto ha una doppia valenza sociale. Gli utenti (i ragazzi de I Vulcanici) del progetto serviranno le ricette e parteciperanno attivamente alla realizzazione delle attività del servizio mensa messo a disposizione per quanti, bisognosi, sono assistiti da Casa di Sollievo San Camillo”.
Lancia anche un appello a maestranze e professionisti interessati a supportare il progetto, tenendo un corso di cucina, e mettendo a disposizione la loro esperienza nel settore o del materiale, che potranno offrire contattando il 333 109 1910.Cuciniamo insieme, gruppo

Le persone con disagio mentale che seguono un percorso riabilitativo possono avere una vita autonoma– aggiunge l’assessore – ma possono avere difficoltà a inserirsi nel mondo del lavoro. L’impronta e i pregiudizi, la mancanza di opportunità e di adeguati supporti ostacolano l’inserimento sociale e lavorativo. Partiamo con un progetto sperimentale.

Abbiamo creato una rete per rimuovere concretamente le barriere e promuovere l’inclusione di queste persone, valorizzando le loro capacità e potenzialità. Abbiamo trovato accoglienza e disponibilità nella bellissima cucina della Casa Sollievo San Camillo. I ragazzi che hanno già fatto un percorso d’ inserimento con l’Associazione I Vulcanici e il Dipartimento di Salute Mentale, grazie al supporto di professionisti, saranno formati e potranno sperimentare la loro abilità e la loro creatività in cucina”.

I ringraziamenti del sindaco Barbagallo

Il sindaco Roberto Barbagallo ha espresso tanti ringraziamenti. “Voglio ringraziare la Casa Sollievo e la Tenda di San Camillo che da sempre sono presenti nel nostro territorio svolgendo attività assistenziale per quanti sono indigenti. Grazie al CSVE, alle associazioni, ai volontari e ai cittadini che ogni giorno fanno sentire la loro vicinanza alle strutture di accoglienza. Grazie a chi collabora e collaborerà in futuro e per la realizzazione di questo progetto. Spero tanto che vada avanti negli anni e l’Amministrazione sarà sempre di supporto”.pubblico

Raffa:”Il progetto ‘Cuciniamo insieme’ per fare sistema e dare opportunità”

Salvo Raffa presidente del CSVE dichiara: “Quello che ci lega è una parola magica che è l’azione volontaria. Tutto parte da un’azione volontaria e abbiamo voluto creare una rete fatta da attori sociali e attori istituzionali, che prova a fare sistema e a dare opportunità. Mi piace sottolineare che è un progetto sperimentale e  che è completamente a costo zero. L’azione volontaria è tutta sul campo per far comprendere che i nostri ragazzi possono avere le opportunità che hanno tutti. Il volontariato può dare una mano fondamentale. E queste sono iniziative che mettono al centro l’azione dei volontari, di cui la comunità ha sempre più bisogno”.

Il marchio della malattia mentale spesso è una condanna sociale sostenuta spesso dall’affermazione che non c’è niente da fare. Spesso crea discriminazione per le persone e le famiglie. Oggi qui ci siamo per sottolineare che non è così. Ogni utente con un disturbo psichiatrico ha un potenziale e può dare tanto alla società – sottolinea Angela Scalia presidente de I Vulcanici. La società è chiamata a sostenere i più fragili. Questo progetto sperimentale vuole essere una partenza nella nostra comunità per fare la differenza. Per poter mostrare e dimostrare a loro e agli altri che possono fare tanto. Usare la cucina come strumento terapeutico è vita”.

Il progetto “Cuciniamo insieme”opportunità di formazione e lavoro

Attraverso il progetto si intende offrire opportunità di lavoro e formazione. Ma anche promuovere la sensibilizzazione della comunità sul tema del disagio mentale e contrastare lo stigma e i pregiudizi. L’associazione I Vulcanici valuterà, con la collaborazione del MDSM Ct 6, gli utenti da inserire nel progetto e si occuperà della formazione e della gestione degli eventi di cucina solidale e della promozione di sostegno alle attività caritative promosse dalla Casa Sollievo San Camillo.

Fratel Carlo Mangione esordisce: “Voglio esprimere la mia gioia. Quando Fratel Dario mi ha parlato del progetto, la mente mi ha portato a pensare che era lo spirito di San Camillo che si materializza in modo originale nella nostra comunità che ad esso si ispira. Camillo andava nelle cucine a preparare le pappine per i malati e vedo in questo progetto il suo carisma che si concretizza. Non solo si prepara, ma si insegna come farlo ed è bello che siamo coinvolti in tanti. Vorrei avere 100 braccia per alleviare le sofferenze, diceva Camillo, e noi saremo queste cento braccia”.

Un progetto di accoglienza

“Non è stato difficile decidere di accogliere questo progetto. La struttura si chiama Casa Sollievo e la casa deve accogliere e questo cerchiamo di fare con i fratelli che vengono in mensa. La casa sarà punto d’incontro tra fragilità diverse, un’alchimia che funzionerà”, ha commentato padre Dario Malizia.

Roberta, una delle giovani coinvolta attivamente e direttamente in questo progetto, sostiene che non è facile vivere con un disturbo con una patologia. “Ma è bello pensare di imparare -dice – e fare qualcosa per sé e per quanti indigenti. Abbiamo dei problemi ma anche noi possiamo aiutare cucinando per chi è povero e che ha bisogno di mangiare”.

Una nota, il progetto vede la sua nascita proprio nei giorni in cui si ricorda il centenario della nascita di Franco Basaglia che tanto si è battuto per l’assistenza di soggetti con disturbi psichici e dei propri famigliari. La legge n°180 Basaglia, entrata in vigore il 13 maggio 1978, dispose la chiusura dei manicomi, riorganizzando il sistema di cura per quanti sono disagiati mentali. Ebbe così inizio un nuovo modo di fornire assistenza ai pazienti psichiatrici.

                                  Giuseppe Lagona

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