Solidarietà / Giandomenico Salvia spiega ad Acireale “Tucùm”, l’App per fare del bene subito e direttamente

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Con un click, una semplice App scaricata nel nostro “inseparabile” cellulare,  si può fare del bene a chi attraversa un momento difficile, un periodo travagliato nel proprio percorso di vita. Ma come fare? E principalmente a chi è venuta l’idea di fare del bene attraverso un così semplice gesto?

Giandomenico Salvia sorseggia un caffè (forse) sospeso

Conosciamo meglio il protagonista, lui è Giandonato Salvia, nato a Fasano ma residente a Monopoli. La famiglia per lui è fin da piccolo l’esempio più importante di come attraverso dei semplici gesti si può essere vicini al prossimo. Il papà si è spesso recato nei luoghi più poveri del mondo, la mamma disponibile ad aprire la porta di casa ai missionari che sono nella loro città.

E così il giovane Giandonato, ad appena 17 anni, decide di partire per la prima volta come volontario, insieme con il suo papà andando in Africa, Guinea-Bissau, poi negli anni a seguire va in Congo, Liberia, Mozambico, Brasile, ma l’elenco è lungo e il contatto con coloro che non hanno veramente nulla segna profondamente la sua anima.

 Completati gli studi con il conseguimento della laurea in Economia degli intermediari e dei mercati finanziari riesce a raggiungere un ambizioso quanto umanitario obiettivo. Creare una App che chiamerà “Tucùm” (nome di un anello di legno diffuso soprattutto in Brasile dai cattolici come simbolo di unione della chiesa con i poveri) e una associazione di volontariato per promuovere progetti umanitari. Ma è importante diffondere e far conoscere tutto questo e allora quale migliore strumento di un libro che nelle sue pagine racchiude tutti i “segreti” e tutte le meraviglie per fare del bene con un click!

Così lo scorso anno Giandonato Salvia pubblica il volume dal titolo “L’economia sospesa. Il Vangelo (è) ingegnoso”. Il giovane scrittore ed economista ha  presentato al pubblico acese, il 30 gennaio scorso, il suo libro nella sala conferenze dell’associazione Costarelli. Insieme con lui Mario Agostino, direttore dell’ufficio per la pastorale della cultura della Diocesi, e don Orazio Tornabene, direttore della Caritas diocesana.

L’evento, che è il quarto incontro della Scuola di economia civile diocesana, ha dato modo  al pubblico presente di conoscere qualcosa di innovativo, al servizio dei bisognosi, con il supporto fondamentale della Caritas che, attraverso la distribuzione della card, collabora all’idea di Salvia insieme con quanti, imprenditori e commercianti, aderiranno all’iniziativa.

Il libro in cui Salvia spiega la sua teoria

 Il “caffè sospeso” antica tradizione napoletana, diffusasi nella seconda metà dell’800, consiste nel lasciare pagato un caffè al bar per una persona sconosciuta. Nel noto caffè “Gambrinus”, ancora oggi, all’ingresso è posizionata una caffettiera gigante in cui si possono lasciare gli scontrini “sospesi” in favore di chiunque ne abbia bisogno. L’idea non è più solo italiana, per esempio in Francia sta diventando una buona consuetudine la baguette “sospesa”.

 Giandonato Salvia, sta arrivando al cuore e alla sensibilità di tanti di noi. Durante la tappa acese ((le altre tappe ad Agrigento e Messina) il giovane pugliese stuzzica l’interesse anche degli imprenditori che vogliono fare delle offerte più generose, visto che la card “Tucùm” prevede offerte da un minimo di 20 centesimi ad un massimo di 10 euro. Veramente poco per dare beni di prima necessità a tutti, sperando, attraverso anche il contatto personale, sia della Caritas ma anche degli esercenti aderenti al progetto, di migliorare le condizioni di vita dei bisognosi con il progetto a lungo termine di un lavoro, una sicurezza, una vita migliore.

Gabriella Puleo

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