Prima tappa Milano. Poi l’aereo per Lisbona, il cambio e la destinazione per uno dei paesi più piccoli al mondo: la Guinea Bissau. Loro, i volontari, porteranno con sé il necessario e mangeranno riso, frutta, alimenti semplici. “Ci arrangeremo”, assicura con un accenno di sorriso uno dei volontari. Farà caldo, di mattina si percepiranno almeno quaranta gradi. Non partono per un’avventura ma per realizzare segni concreti in favore di una crescita solidale. A guidare i volontari sarà il diacono Sebastiano Genco che ha iniziato l’opera di assistenza nello stato africano, ex colonia portoghese, venticinque anni fa con l’associazione Amici delle Missioni garantendo l’assistenza alla maternità, la creazione di centri di salute, il finanziamento di forniture e materiale per le scuole.
Volontari in Guinea Bissau
Domenica 12 febbraio nella chiesa Maria SS.ma Immacolata di Dagala del Re i volontari hanno ricevuto il mandato da don Orazio Sciacca, direttore dell’Ufficio diocesano per le missioni. La missione avrà una durata di un mese, dal 15 febbraio al 15 marzo. Nove i volontari: Matteo Rizzo, Enzo Caputo e Tina Casablanca, Giovanni Failla, Roberto De Grazia, Angela Cinci, Carmen Cutuli e don Santo Leonardi. L’atterraggio è previsto a Bissau, la capitale, poi sarà la volta di diversi villaggi per inaugurare, ci spiega il diacono Genco, undici pozzi iniziati precedentemente e dare il via a nuove costruzioni. Ci sarà da visitare gli oltre trecento ragazzi che l’associazione Amici delle Missioni segue sin dai tempi dell’asilo nel percorso di studio. Senza la comodità delle strade, pressoché inesistenti.
Tra i volontari anche il parroco di Dagala del Re don Santo Leonardi: “La nostra parrocchia già da tempo collabora con l’associazione Amici delle Missioni in sinergia con la Caritas inter-parrocchiale portando avanti tanti piccoli progetti, come alcune adozioni a distanza. Adesso costruiremo alcuni pozzi in memoria di alcuni nostri parrocchiani deceduti”. Perché partire? Un interrogativo e un invito al tempo stesso. “È un invito a farti cambiare punto di vista sul mondo”, ci dice Don Santo Leonardi. “Mi aspetto di tornare – continua il parroco – con un bagaglio in più e di portarmi dietro il richiamo all’essenziale”. Un interrogativo perché ciascuno vive l’adrenalina del viaggio e, confessa, “l’attesa di toccare con mano la condizione umana di una delle popolazioni più povere al mondo”.
Carmen Cutuli tra i volontari per realizzare un pozzo in Guinea Bissau in ricordo del figlio
La Guinea Bissau è afflitta da decenni di instabilità politica, che si è tradotta in una mancanza di sviluppo e servizi pubblici essenziali. Carmen Cutuli parte in missione per realizzare un pozzo in memoria del figlio scomparso dolorosamente cinque anni fa. E così questa missione accresce il bisogno di amare gli altri. Dare e riceve amore diventa, allora, necessario: “Mi ritrovo in questa straordinaria esperienza per far rivivere mio figlio Claudio nell’altro. Con dei risparmi farò costruire un pozzo, gesto vitale per dare acqua a chi non ce l’ha”.
La Guinea Bissau è tra i Paesi meno sviluppati al mondo mantenendosi ai gradini più bassi dell’Indice dello sviluppo umano (Isu). La diseguaglianza della distribuzione del reddito è tra le più alte del mondo e circa il 54% della popolazione è analfabeta. Il rischio di attentati terroristici, infine, non è da escludere, per via della preponderanza dei militari sul potere civile e per motivi legati alla religione.
Carmen, così come il resto dei volontari, si è sottoposta al vaccino contro il rischio di contrarre la febbre gialla. Si difenderanno dalle possibili punture di zanzara appena con uno spray repellente: “Certo, ciascuno di noi si confronta con le proprie debolezze. Il lungo viaggio, i luoghi potenzialmente pericolosi ci incutono timore ma sappiamo anche che il Signore ci guarderà e sarà con noi in ogni situazione”.
Domenico Strano