Solidarietà / Un dormitorio in ricordo di don Roberto Malgesini per riparare dal freddo chi non ha una casa

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La possibile apertura di un dormitorio invernale per senza dimora nell’edificio che aveva un tempo ospitato l’oratorio di San Rocco, a Como, era stato l’ultimo argomento di cui avevano parlato due giorni prima della sua uccisione. Domenica 13 settembre don Gianluigi Bollini, parroco nella Comunità pastorale Beato Scalabrini, aveva pranzato, come spesso accadeva, con don Roberto Malgesini, suo collaboratore. “L’apertura temporanea di un dormitorio per persone senza dimora, nell’ambito del progetto ‘emergenza freddo’, è un’idea che da alcuni mesi abbiamo coltivato insieme con Caritas diocesana e la Caritas cittadina. Era stato l’ultimo argomento di confronto tra di noi. Insieme ci siamo confrontati proprio su questo progetto, ed è stato molto utile ascoltare le sue idee e il suo parere in proposito”, ricorda don Bollini accompagnandoci nella struttura che, a partire da mercoledì 25 novembre, offrirà un riparo caldo ad una ventina di senza dimora.
A pochi passi dalla porta d’ingresso della nuova struttura c’è il luogo del martirio di don Roberto, ucciso la mattina del 15 settembre scorso, da uno dei tanti “fratelli” che quotidianamente aiutava. Un angolo ancora oggi adornato di fiori, sempre freschi e curati, meta incessante di preghiera e visite da parte di quanti l’hanno conosciuto e hanno condiviso con lui il suo impegno a favore dei più poveri.
“Questo prete – ha ricordato papa Francesco nell’omelia della Giornata mondiale dei poveri citando proprio don Malgesini – non faceva teorie; semplicemente, vedeva Gesù nel povero e il senso della vita nel servire. Asciugava lacrime con mitezza, in nome di Dio che consola”.La struttura di San Rocco è uno dei due dormitori temporanei allestiti nella città di Como per questo inverno, con una disponibilità di circa sessanta posti che vanno ad aggiungersi a quelli dei dormitori aperti tutto l’anno.
A guidarci nei locali del vecchio oratorio, insieme al parroco don Bollini è Gabriele Bianchi, operatore della Fondazione Caritas solidarietà e servizio, che ha ricevuto la struttura in gestione dalla parrocchia. “I posti a disposizione nei due piani dell’edificio – racconta – sono 24, comprensivi di un posto per il custode notturno e di un altro che sarà utilizzato dai diversi volontari in servizio”.
I servizi invernali per senza dimora della città di Como, comunemente indicati con il progetto “Emergenza Freddo”, fanno capo alla rete “Vicini di Strada” di cui fanno parte tutte le associazioni e gli enti che in città si occupano di grave marginalità. Saranno oltre un centinaio, anche quest’anno, i volontari che si alternano nei due dormitori.Oltre a quello di San Rocco, infatti, è stato attivato un dormitorio in via Borgovico, in uno stabile di proprietà della Provincia di Como, la cui gestione è affidata alla Fondazione Somaschi. Uno sdoppiamento, rispetto allo scorso anno, reso necessario dalla mancata disponibilità della sede utilizzata in passato, ma che permetterà di meglio ottemperare alle disposizioni di distanziamento previste dalla prevenzione del Covid-19.

“L’apertura ufficiale delle due strutture era prevista per il prossimo 29 novembre, ma visto l’abbassamento delle temperature e la disponibilità degli spazi abbiamo deciso di anticipare e già questa settimana abbiamo avuto i primi ingressi. Lunedì in Borgovico e da questa sera a San Rocco”, conferma al Sir Beppe Menafra, referente del servizio “Porta Aperta” della Caritas che si occupa di filtrare gli accessi alle due strutture. “Al momento dell’arrivo – continua l’operatore – chiediamo agli ospiti di firmare un regolamento in cui si impegnano a rispettare gli orari e le regole di convivenza previste dalle strutture. Un modo di responsabilizzarli e renderli partecipi di un vivere comune”.

Soddisfatto anche il direttore della Caritas diocesana Roberto Bernasconi: “Le opere di carità sono il frutto della sensibilità e della capacità di accoglienza di una comunità cristiana. Una comunità che, quando serve – cioè compie un servizio – si apre inevitabilmente agli ultimi, a chi ha estremo bisogno di sentirsi parte attiva del genere umano. Mi piace ricordare che San Rocco è un luogo particolarmente significativo. È il luogo del martirio di don Roberto Malgesini, ma soprattutto della sua quotidiana e instancabile attività pastorale. Credo che la sua presenza, anche se non fisica, ci aiuterà a perseverare sulla strada giusta intrapresa. Ne sono convinto”.
Proprio per lo stile umile e silenzio in cui ha vissuto tutta la sua vita e il suo impegno si è deciso, almeno per il momento, di non intitolare il dormitorio a don Malgesini. In fondo, tutti a Como sono convinti che il modo migliore per ricordarlo non sia quello di mettere il suo nome su una tarda, ma di fare tesoro del suo impegno prendendosi cura dei suoi “amici” rimasti senza un padre.
“Mi viene spontaneo – conclude don Bollini – chiedere a don Roberto di continuare ad aiutarci dal cielo con la sua protezione anche in questo nuovo cammino per la nostra comunità”.

Michele Luppi

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