Tutti o meglio quasi tutti sanno che il 25 novembre (Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne) è una ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999. Ma come nacque quest’iniziativa e perché proprio il 25 novembre? Da quando e perché esiste? Per rispondere a queste domande bisogna fare un tuffo nel passato. Più precisamente nel lontano 25 novembre 1960, in cui avvenne l’omicidio delle sorelle Mirabal.
Chi sono le sorelle Mirabal?
Quella di Mercedes Reyes ed Enrique Mirabal era una famiglia contadina, che possedeva un’importante azienda agricola nella provincia di Salcedo (Repubblica Dominicana). I coniugi ebbero quattro figlie: Patria Mercedes (1924), Bélgica Adela (1925), Maria Argentina Minerva (1926) e Antonia Maria Teresa (1935). A tutte loro, la famiglia Mirabal diede la possibilità di ricevere un’istruzione e chi volle poté andare l’università (non scontato per delle ragazze dell’epoca). Naturalmente, l’istruzione ebbe un ruolo fondamentale nel plasmare la loro formazione e conoscenza politica. Rendendole così consapevoli degli orrori della dittatura e permettendo loro di incontrare, sin da giovanissime, intellettuali, studenti, artisti dissidenti e oppositori del regime.
Sorelle Mirabal / Attivismo politico
Minerva fu la prima ad intraprendere la strada dell’attivismo politico. Guidata non solo dall’ideologia ma anche da una personale avversione verso il dittatore Rafael Leónidas Trujillo. L’autocrate era solito organizzare grandi feste, alle quali invitava le famiglie più in vista e naturalmente, rifiutare l’invito non era un’opzione. Trujillo approfittava di quelle occasioni per adescare giovani donne. Fu proprio durante uno di quegli eventi che conobbe Minerva, costretta dalle circostanze a partecipare. La ragazza venne notata e corteggiata dal dittatore, ma rifiutò con decisione le sue avances. Umiliandolo e garantendosi per sempre il suo personale desiderio di vendetta.
Tra i soprusi che dovette subire, anche l’impedimento a praticare la sua professione. Fu dunque Minerva la prima delle sorelle ad avvicinarsi ai movimenti clandestini anti-Trujillo. Ma ben presto a lei si aggiunsero anche Patria e Maria Teresa. Adela preferì rimanerne fuori. Il loro impegno si fece sempre più concreto e rischioso, in particolare quando venne costituito il “Movimento 14 giugno”: un gruppo politico clandestino con l’obbiettivo di opporsi alla dittatura del regime di Trujillo, sotto la direzione di Manolo Travares Justo. Tutte e tre ne presero parte con il nome in codice di “Las Mariposas” (Le Farfalle).
25 novembre 1960 / La morte delle sorelle Mirabal
Le sorelle, insieme ai mariti, si univano con altri attivisti in riunioni segrete, cospiravano contro il trujillismo e sognavano una rivoluzione. Incoraggiate anche da quello che stava avvenendo a Cuba. In diverse occasioni le sorelle, i loro mariti e i loro genitori furono incarcerati e i loro beni confiscati. Ma fortunatamente, sul finire degli anni Cinquanta, l’eco dei crimini della dittatura dominicana si era fatto sempre più forte, anche all’estero. Per questo, le sorelle furono sempre rilasciate. Al contrario dei loro compagni, che trascorsero diversi anni in carcere.
Il 25 novembre 1960, le sorelle Mirabal (Patria, Minerva e Maria Teresa), proprio tornando da una visita ai coniugi imprigionati, furono catturate e condotte in una piantagione di canne da zucchero. Qui vennero violentate, brutalmente bastonate ed infine strangolate. Con loro, morì anche l’autista dell’automobile. I loro corpi furono martoriati e risistemati nel veicolo, che fu poi spinto lungo un dirupo, simulando un incidente. Con la loro eliminazione, Trujillo credette di aver risolto in parte il problema ma il popolo, disgustato dall’atto, insorse. Il dittatore venne ucciso nel 1961.
Il ricordo delle sorelle Mirabal
Dopo la morte delle sorelle, Adela, la secondogenita che non aveva partecipato alla lotta, decise di dedicare la sua vita ad onorarne il ricordo. Oltre a crescere i sei figli delle tre sorelle, scrisse libri e inaugurò la “Casa Museo Hermanas Mirabal” a Salcedo, a loro dedicata e visitabile tutt’oggi. Morì di cause naturali nel 2014. È in ricordo delle sorelle Mirabal, che gruppi di attiviste e attivisti di tutto il mondo decisero, dagli anni Ottanta in poi, di eleggere una giornata dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne, che l’ONU ha deciso di ratificare.
Il 25 novembre inaugura un periodo di 16 giorni dedicato all’attivismo contro la violenza di genere, che si conclude il 10 dicembre con la Giornata Internazionale dei diritti Umani. Ricordi delle sorelle Mirabal campeggiano oggi in diverse piazze e vie cittadine. Attraverso murales, statue, opere d’arte urbana, danno inoltre il nome a infinite associazioni, che si occupano di contrastare la violenza.
Rebecca Charamah