Negli ultimi anni, i costi delle materie prime hanno registrato un aumento significativo, in particolare in Europa. Questo trend, iniziato nel 2021, si è intensificato nel tempo, alimentato da diversi fattori come la pandemia di COVID-19, la guerra in Ucraina, l’incremento dei costi energetici e la crescente speculazione sul mercato del gas.
Impennata dei prezzi delle materie prime / Cause principali
La pandemia di COVID-19 è stata la causa principale dell’aumento dei prezzi. La crisi sanitaria globale ha fermato molte attività produttive, sia industriali che agricole, riducendo l’offerta di materie prime. Quando i mercati hanno iniziato a riprendersi, la domanda è cresciuta rapidamente, ma la produzione non è riuscita a stare al passo, creando un gap che ha spinto verso l’alto i prezzi.
Ad aggiungersi a questa crisi di offerta ci sono stati altri fattori esterni, come il riscaldamento globale, che ha ridotto la produttività agricola, e la guerra in Ucraina. L’invasione russa dell’Ucraina ha ridotto l’offerta di gas dalla Russia, spingendo ulteriormente i costi. Nel 2022, i costi di produzione dell’energia nell’UE sono aumentati di oltre il 70%, con i prezzi al consumo cresciuti del 25%. In questo contesto, l’Unione Europea ha dovuto affrontare il difficile compito di proteggere i consumatori senza compromettere la stabilità del sistema energetico.
Energia e speculazione / Dietro l’aumento dei prezzi
Un quarto elemento che contribuisce all’instabilità dei prezzi è la speculazione finanziaria. Quest’ultima, accentuata dalla crisi geopolitica in Ucraina, rappresenta una delle dinamiche più controverse e dannose per il mercato energetico europeo. In Italia, gran parte del gas naturale necessario per il consumo interno è importato da colossi come Eni, Edison ed Enel, che controllano insieme il 75% delle importazioni. Questi importatori stipulano contratti pluriennali, i cui prezzi sono legati al petrolio Brent e non subiscono le fluttuazioni quotidiane del mercato spot. Tuttavia, ciò non impedisce che, quando il gas arriva sul mercato interno, il suo prezzo venga gonfiato dalla speculazione.
Gli importatori, infatti, vendono il gas sulla borsa italiana a prezzi che rispecchiano quelli del mercato spot di Amsterdam, molto più alti rispetto ai costi effettivi di approvvigionamento. In questo contesto, una rete di intermediari, che non ha alcun interesse nella gestione diretta del gas ma si limita a speculare sulla compravendita, contribuisce ulteriormente a gonfiare i prezzi. Così facendo, il gas arriva agli utenti finali con un significativo sovrapprezzo, alimentato dai margini di profitto degli importatori, degli intermediari e dei distributori, oltre agli oneri di trasporto e distribuzione.
Un problema da arginare / La speculazione sul prezzo del gas
Il settore energetico è stato tra i più colpiti dalla speculazione, considerata la vera causa dell’impennata dei prezzi registrata negli ultimi anni. A dimostrazione di ciò, il price cap introdotto dalla Commissione Europea nel 2022 è stato superato già due mesi prima dell’inizio della guerra, evidenziando come i meccanismo speculativi fossero già in pieno vigore. La continua manipolazione dei prezzi non solo danneggia i consumatori, ma mina la stabilità di un mercato già sotto pressione.
Imprese e consumatori / Gli impatti che ha avuto l’aumento dei prezzi
L’aumento dei prezzi ha avuto effetti diretti su imprese e consumatori. Le aziende, soprattutto quelle che dipendono dalle materie prime energetiche, hanno visto aumentare i costi di produzione, mettendo a rischio la competitività e la sostenibilità. Alcune imprese hanno dovuto ridurre la produzione o addirittura chiudere.
Anche i consumatori hanno visto crescere il costo della vita, con aumenti che hanno riguardato prodotti alimentari e servizi essenziali. Le politiche pubbliche sono cruciali in questo scenario. Una risposta efficace alla crisi dovrebbe includere misure per frenare la speculazione finanziaria e promuovere pratiche più sostenibili e trasparenti nel mercato delle materie prime. Ciò potrebbe comportare una riforma dei mercati energetici e l’adozione di politiche per diversificare le fonti energetiche.
Flavia Maria Vella