I concerti eseguiti dagli allievi del Conservatorio Bellini di Catania continuano ad incantare e a riempire le calde serate catanesi di armonia, sentimento ed entusiasmo giovanile. Come quello del duo viola e pianoforte, Alice Romano e Vito Moschitta, che sabato scorso si è esibito al Castello Ursino, con musiche di Shubert e Shumann.
Le esibizioni dei giovani musicisti non hanno regalato però semplice armonia di suoni. Ci hanno accompagnato piuttosto in un viaggio nel tempo. Hanno rievocato per il pubblico tecniche e strumenti ormai dimenticati e hanno allestito per la nostra mente ambientazioni d’altri tempi. Nella serata di sabato, in particolare, ci hanno regalato una totale immersione nel Romanticismo musicale.
I concerti: affascina la musica di Shubert
Nella esecuzione di Schubert, la viola ha provato a rievocare, unitamente al pianoforte, l’effetto ed il suono di uno strumento che ebbe vita breve, l’arpeggione.
Inventato nel 1823 da un liutaio viennese, è conosciuto anche come chitarra-violoncello, chitarra d’amore o chitarra ad arco. Esso, infatti, conservava buona parte della tecnica esecutiva del violincello. Ma aveva la forma della cassa, la tastatura del manico e l’accordatura della chitarra, veniva suonato con l’arco e tenuto tra le ginocchia.
La sonata in La minore per arpeggione e pianoforte D.821, commissionata a Franz Schubert da Vinzez Schuster, è rimasta molto popolare. Ciò nonostante il precoce declino dello strumento, già dimenticato negli anni Trenta dell’Ottocento. Dunque, viene solitamente eseguita sulla viola o sul violincello.
I concerti e gli antichi salotti viennesi
Con l’esecuzione di Shumann, il rappresentante più emblematico del Romanticismo musicale, abbiamo fatto invece un salto nel tempo, di circa vent’anni rispetto all’ambientazione precedente. Ritrovandoci ancora nei salotti buoni dell’alta borghesia viennese dell’Ottocento dove, sebbene il pianoforte la facesse da padrone, non mancava mai accanto ad esso un altro strumento. Perché?
La musica consumata in casa era un genere basato sul dialogo. Brani come quelli eseguiti da Alice Romano e Vito Moschitta originariamente non furono scritti solo per il piano e la viola bensì per una gamma di strumenti. Ciò che contava, infatti, nel risultato finale era instaurare un dialogo tra il pianista e un altro esecutore.
Di Shumann abbiamo ascoltato quattro Mädchenlieder e tre Fantasiestücke ovvero un assaggio delle storie fantastiche. Dove per fantastico si intendeva tutto ciò che non apparteneva al nostro mondo. Anche nella musica il richiamo alle fiabe dei fratelli Grimm, spesso ambientate nei boschi popolati da personaggi incantati.
I concerti: arte e cultura
Non solo musica, dunque, ma anche Storia della musica. Ecco cosa ci regalano gli studenti del Conservatorio che ci terranno compagnia fino alla fine di settembre. La presenza sempre nutrita del pubblico ed i lunghi applausi hanno riscosso sorrisi e soddisfazione dai giovani musicisti. E saranno un grande incoraggiamento per chi ha deciso di spendere la propria vita per una grande passione.
Cristiana Zingarino