Erano tutti presenti, regista e attori protagonisti, alla conferenza per la presentazione alla stampa de Le allegre comari di Windsor di Giovanni Anfuso. Quest’ultimo, con la gentilezza ed il sorriso che lo contraddistinguono e ansioso di concedersi alle interviste, ha instillato con le sue parole tanta aspettativa e ancor più entusiasmo. Così come le anticipazioni degli attori che fremono di poter risentire il calore del pubblico.
Al regista Anfuso, per primo chiediamo: cosa ci regalerà questo spettacolo?
La rappresentazione respira di un divertimento che già nasce dagli attori e tra gli attori, trattandosi di una commedia tra le più italiane possibili. Perché le beffe patite dal sir John Falstaff sono rubate pari pari dal Boccaccio e dalla più genuina letteratura italiana che Shakespeare conosceva benissimo. Gli attori dicono durante le prove addirittura che è uno Shakespeare affetto da liscìa, come diremmo qui a Catania. Dunque, un grande rigore filologico e linguistico ma anche un grande carosello che corre divertito e divertente verso l’inesorabile lieto fine, così come dev’essere la commedia.
La scelta, perché questa commedia?
Ci siamo chiesti se, all’indomani di una pandemia, non fosse giusto offrire al nostro pubblico la rappresentazione di un tempo sospeso. Windsor non è solamente il luogo della residenza della corte. Ma è anche un luogo fantastico di un tempo sospeso, un luogo dove c’è tempo e pensiero solo per le beffe ed i beffati. Vogliamo regalare al nostro pubblico un momento di pausa, un momento di stop. Come se volessimo dire: lasciate tutto fuori dal cancello. Per un’ora e mezza venite nella nostra Windsor e poi… ritornerete a Catania.
Com’è questa Windsor catanese?
Non c’era posto migliore se non proprio presso questa architettura neogotica. Anche perché, molti sanno dov’è ma pochi l’hanno vista davvero. Una corte neogotica monumentale, bella ma che incute timore e soggezione. Un posto ideale per coniugare la scenografia naturale con lo spettacolo. La giusta cornice alla nostra Windsor, il luogo delle favole.
E’ stato sicuramente bello riprendere a recitare ma è stato anche facile?
Abbiamo applicato tutte le prescrizioni anti covid e abbiamo provveduto anche con i vaccini. Abbiamo applicato con rigore tutto quello che ci è stato richiesto. Ancor di più le prescrizioni saranno applicate in platea con il distanziamento e tutto quello che è giusto che ci sia. Diciamo che stiamo combattendo anche in scena contro il Covid 19 e sono fiducioso che riusciremo a vincerla questa battaglia. Ma per farlo abbiamo bisogno del calore del nostro pubblico.
Barbara Gallo, Valentina Ferrante, Liliana Randi: le comari. Allegre, agguerrite e ben affiatate. Cosa state confabulando?
C’è quest’uomo grosso e un po’ rozzo, anche se cavaliere. Manda delle lettere a due donne per corteggiarle e poter poi approfittare delle loro ricchezze. Allora le comari si arrabbiano e decidono di stare al gioco ma studiano prima due e poi tre beffe, per punire sir John Falstaff. Una il braccio, l’altra la mente e comare Quickly, la ruffiana, tesserà la tela su cui far cadere la sua vittima.
A Davide Sbrogiò, Sir John Falstaff, chiediamo invece: è pronto a subire?
Sir John Falstaff, se la va anche un po’ a cercare. Vista la sua filosofia di vita: bere, mangiare, andare a donne e condurre un’esistenza con principi alquanto scorretti. Il suo orgoglio gli farà credere di poterla spuntare sempre ma così non è. Le allegre comari gli daranno una lezione indimenticabile.
Abbiamo persino il privilegio di intervistare Shakespeare, Angelo d’Agosta: questa è una vera sorpresa.
Shakespeare ovviamente non era presente nel testo originale, è un’invenzione del riadattamento del regista. Ma è una figura molto interessante perché è l’autore dentro il testo e fa il capo comico di questa compagnia incaricata dalla regina di sviluppare altre avventure su John Falstaff. Come capo, però, deve risolvere inconvenienti e problemi e portare a compimento lo spettacolo.
E’ vero che vi siete divertiti molto a recitare questa commedia?
Ritornare in scena, il luogo da noi tanto amato: questa è stata una cosa bellissima. Lavorare a questi ritmi e con una compagnia così numerosa, più che divertiti ci rende davvero felici. E ci divertiremo ancora di più, adesso e finalmente, con l’arrivo del pubblico.
Cristiana Zingarino