Dall’1 al 3 aprile la Chiesa ripropone la spiritualità legata alla figura della santa mistica polacca. Un “regalo” di Giovanni Paolo II che ha voluto dedicare la Domenica in Albis alla Divina Misericordia. Il messaggio di santa Faustina è stato rilanciato da Papa Francesco. La testimonianza di mons. Slusarczyk, rettore del santuario di Lagiewniki.
Il Giubileo per quanti aderiscono alla spiritualità della Divina Misericordia viene celebrato in questo fine settimana, dall’1 al 3 aprile. La Domenica in Albis è infatti dedicata alla Divina Misericordia, titolazione voluta da Giovanni Paolo II nel 2000 e legata alla figura della santa mistica polacca Faustina Kowalska. Ed è proprio al rettore del santuario della Divina Misericordia di Lagiewniki, monsignor Franciszek Slusarczyk, che chiediamo di spiegare il senso di tale percorso di fede.
In cosa consiste la spiritualità di santa Faustina, chiamata anche l’“apostola della Divina Misericordia”?
La misericordia di Dio rivelata nelle Sacre Scritture è presente in tutta la storia della salvezza. Il secolo scorso è stato segnato da guerre e criminali totalitarismi. Così il Signore ha voluto ricordare quella verità servendosi di una umile religiosa polacca, suor Kowalska, morta a soli 33 anni nel 1938. Giovanni Paolo II, che ha conosciuto la violenza del nazismo e quella del comunismo ateo, ha voluto ricordare
il messaggio della Divina Misericordia come luce della speranza per le nuove generazioni
e nel 1980 ha pubblicato la lettera enciclica “Dives in misericordia” rilevando l’amore paterno di Dio che si china su ogni debolezza umana. È stato lui a designare santa Faustina come l’ “apostola della Divina Misericordia” e a istituire la corrispondente festa nel nuovo millennio. La spiritualità di Faustina trae le sue radici dalla fiducia incondizionata in Dio che da Padre viene in aiuto ai suoi figli e li aiuta a crescere spiritualmente. Quella fiducia unita all’esperienza della Divina Misericordia fanno nascere il desiderio di condividere quel dono con altri. Suor Faustina ha descritto molti dei suoi incontri con Gesù nel “Diario”, il cui filo conduttore è proprio il desiderio di aiutare le persone bisognose, malate, in cerca della propria strada, e soprattutto i peccatori incalliti, le persone in fin di vita e le anime che soffrono nel purgatorio.
Quale proposta si diffonde dal santuario di Lagiewniki?
Nell’Anno santo della Misericordia Papa Francesco ci ricorda che un vero incontro con l’amore di Dio porta ad assumere un atteggiamento misericordioso nei confronti del prossimo, testimoniato da gesti concreti di misericordia, una buona parola e un’intensa preghiera per noi stessi e per il mondo. Qui a Lagiewniki imploriamo questa grazia recitando ogni giorno la coroncina della Divina Misericordia soprattutto nell’ora della Misericordia, alle 15, uniti spiritualmente con i fedeli di tutto il mondo. Giovanni Paolo II desiderava che “la luce della divina misericordia, che il Signore ha voluto quasi riconsegnare al mondo attraverso il carisma di suor Faustina, illumini il cammino degli uomini del terzo millennio”. Da Lagiewniki quella luce divina si diffonde nel mondo intero portando perdono, gioia e speranza nonostante le preoccupazioni e le paure che tormentano il cuore umano.
Dopo gli attentati di Bruxelles tutta Europa teme l’intensificarsi degli attacchi dei terroristi. In questo contesto il messaggio della Divina Misericordia assume un significato particolare?
Papa Giovanni Paolo II aveva il presentimento dei pericoli che si sarebbero potuti presentare in diverse parti del mondo e proprio per quella ragione, consacrando nel 2002 la basilica di Lagiewniki, ha affidato il mondo alla Divina Misericordia. Nell’omelia disse allora: “Dove dominano l’odio e la sete di vendetta, dove la guerra porta il dolore e la morte degli innocenti occorre la grazia della misericordia a placare le menti e i cuori e a far scaturire la pace”, indicando una medicina efficace alle tragedie che tuttora hanno luogo in varie parti del mondo e che nascono nei cuori accecati da egoismo, odio, desiderio di dominio sugli altri. Affinché le menti e i cuori degli uomini ospitino verità, perdono e amore reciproco è necessaria un’intensa preghiera di tutti gli uomini di buona volontà.
La misericordia non si limita agli aspetti spirituali ma porta anche a conseguenze nell’ambito della vita sociale e politica, richiede solidarietà verso il prossimo, anche per i migranti… Non è vero?
Papa Wojtyla nel 2000 ha detto che seguendo Dio e “sintonizzandoci col suo cuore di Padre, diventiamo capaci di guardare ai fratelli con occhi nuovi, in atteggiamento di gratuità e di condivisione, di generosità e di perdono. Tutto questo è misericordia!”. Non si tratta di una spensierata ingenuità, perché Gesù richiama sempre i suoi figli alla prudenza e alla responsabilità per la famiglia, per il proprio Paese, per la sicurezza di coloro che sono stati affidati alle nostre cure. Bisogna trovare delle modalità adeguate per portare un efficace aiuto a coloro che hanno oggi fame e sete, a quelli che sono malati o perseguitati, senza diventare noi stessi vittime di giochi politici, fanatismo religioso o addirittura ambizioni imperialiste nascoste sotto un compatimento apparente. Penso che oggi abbiamo tutti bisogno della luce di una speranza infallibile.
Anna T. Kowalewska