Al via in questi giorni la nuova stagione sportiva del CSI. Per l’occasione, abbiamo avuto il piacere d’intervistare il presidente della sezione di Acireale, Salvo Raffa, il quale ci ha fornito una spiegazione di tutto ciò che concerne l’ente a 360°: dalla storia fino alle attività organizzate nello specifico, passando per le persone che ne rendono possibile l’esistenza e temi sociali d’innegabile rilevanza.
Salvo Raffa, può dirci in breve cos’è il CSI e di cosa si occupa?
CSI sta per Centro Sportivo Italiano, uno dei più antichi enti di promozione sportiva. Nacque a seguito della Seconda guerra mondiale, da una costola dell’Azione Cattolica, dalla quale eredita la matrice cristiana. Lo scopo principale era, e tutt’ora è, quello di promuovere tra i giovani, ma non solo, l’attività sportiva di base. In tale ottica, l’ente ha sempre spostato il proprio raggio d’azione in modo da intercettare più realtà sportive possibili, ponendo come punto di riferimento le singole persone e non solo l’atleta agonista. Insomma, di acqua sotto i ponti ne è passata tantissima. Il CSI poi è entrato nel mondo del CONI e conta oggi uno dei più alti numeri di tesserati di società affiliate. Nel caso specifico di Acireale, invece, la sezione ottiene l’autonomia da Catania nel 1951 e comprende il territorio diocesano che si estende lungo la fascia ionica.
Quali sono nello specifico le attività organizzate?
Ovviamente teniamo conto dei “trend” del momento: ad esempio, il calcio a 5, la pallavolo, il tennis tavolo, l’atletica, il basket, ma anche dell’attività ludico-motoria legata all’ambito dell’animazione. Uno dei nostri motti è quello di educare attraverso lo sport e il nostro obiettivo è di farlo a 360°. Prevalentemente ci rivolgiamo ai giovani, come stabilito da statuto. Pertanto, iniziamo a promuovere attività sportiva dai bambini di 6-7 anni, fino ovviamente anche agli adulti, sia all’interno delle SSD (Società sportive dilettantistiche) che delle parrocchie e degli oratori. Rimaniamo fortemente legati alle nostre origini di ispirazione cristiane. Non a caso, tutti i comitati italiani presentano la figura dell’assistente spirituale. Il nostro è Don Egidio Vecchio, parroco della parrocchia Maria Santissima del Rosario-Castello di Fiumefreddo. Nominato dal vescovo, questi deve far sì che anche l’ispirazione cristiana possa essere coltivata attraverso lo sport.
Raffa, com’è entrato a far parte di questa realtà?
A dirla tutta, mi sono avvicinato al CSI facendo altro, ovvero l’arbitro, ma poi mi hanno proposto di entrare in Consiglio e ho abbandonato quella carriera. Da lì, ho svolto diversi incarichi fino a diventarne presidente. Svolgo questo ruolo da quasi dieci anni, ma la crescita del comitato non è solo merito mio, bensì di un grande lavoro di squadra. Allo scorso anno sportivo erano affiliate circa 90 società sportive solo ad Acireale. Il ché rende la nostra città tra i primi comitati in Sicilia, seconda solo a Palermo e Catania per numero di tesserati. Di queste, 35-40 sono parrocchie. Ciò lascia intendere l’importanza del lavoro in sinergia con la diocesi.
Essendo presidente da tanti anni, con che stimoli riparte ogni anno?
Come tutte le cose, anche gli stimoli rischiano di affievolirsi se non gli dai quella giusta carica. Quindi, di anno in anno, cerco di ricaricare sia me stesso che chi mi sta intorno, incluse le società sportive e i gruppi delle parrocchie. So bene che questi hanno bisogno di noi. Nei fatti, sono loro poi a dare ai giovani la possibilità di praticare sport. Immaginate cosa succederebbe se non ci fossero. Cosa farebbero questi ragazzi? Dove andrebbero per svagarsi? Già di per sé vivono l’oppressione della dimensione digitale che li circonda e li tiene legati davanti ad uno schermo. Non posso stare immobile davanti a queste premesse… per il bene dello sport e delle società sportive che sono il nostro primo punto di riferimento.
Quando partirà ufficialmente la nuova stagione?
Partiamo a fine ottobre con i campionati. Nel nostro territorio va alla grande il calcio a 5, in tutte le categorie: dall’under 8 fino agli open, passando per tutte le fasce d’età. Di pari passo, anche la pallavolo e tutti gli altri sport di squadra. I campionati si chiudono il 30 aprile, i primi classificati si qualificano alla fase regionale e via dicendo, fino ad arrivare alle nazionali. Diverse squadre del nostro territorio sono riuscite a parteciparvi, vincendo anche dei titoli. Giusto per citarne alcune: nel calcio maschile, sia a 11 che a 5, la Stella Nascente di Acireale, mentre in quello femminile il Club San Nicolò di Aci Catena.
Oltre ai singoli campionati, che eventi avete in programma?
Parlando invece di eventi per la pastorale diocesana, a dicembre organizzeremo come di consueto “il Natale dello Sportivo”. L’anno scorso abbiamo portato avanti una raccolta fondi attraverso tornei di beneficenza, con la quale abbiamo supportato alcune parrocchie del territorio: Scillichenti, Aci Platani, Pennisi. Poi si continuerà con le attività all’interno delle piazze, degli oratori. L’obiettivo è proprio di intensificare sempre di più questo rapporto, ritornando un po’ a quello che prima era lo sport “di strada”, il cosiddetto gioco di “curtigghiu” che, purtroppo, si è perso tantissimo negli ultimi anni. Farebbe bene anche alla crescita sociale dei ragazzi. Gli permetterebbe di coinvolgere soprattutto i ragazzi più in difficoltà. Qui si ritorna al nostro scopo primario: mettere al centro la persona, l’individuo prima di tutto.
Se potesse lanciare un appello ai suoi concittadini, cosa gli direbbe per invitarli a supportarvi?
Per fare tutto ciò che ho appena spiegato e per continuare oltre 70 anni di storia del CSI nel nostro territorio abbiamo bisogno di risorse umane. La base sociale del CSI è caratterizzata dai volontari che vi operano. La disponibilità, però, nel corso del tempo si è limitata. Ciò non ha colpito esclusivamente la nostra organizzazione: tutto il mondo del volontariato, in generale, sta vivendo un momento di difficoltà. Per cui invito chiunque a provare ad avvicinarsi a questa realtà. Nel nostro caso offriamo tante possibilità: corsi di formazione riconosciuti dal CONI, corsi da arbitro, ma anche di animatore o educatore sportivo.
Ruggero Gambino