Sport / L’incoerenza della Fifa. Il dramma nei cantieri dei Mondiali di calcio 2022 in Qatar

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L’attuale presidente della Fifa Blatter sostiene che, nonostante tutto, il calcio ha mantenuto dentro di sé quella passione primordiale che ha fatto innamorare di un pallone i bambini di tutto il mondo. In parte è vero, ma all’ombra di quel pallone sono cresciuti negli ultimi decenni enormi interessi legati ai business più svariati: dagli sponsor, alle pubblicità, dalle pay-tv alle scommesse che ormai invadono qualsiasi ambito. Ci sono quindi nel calcio due fattori, da una parte quel romanticismo che lega ognuno di noi ad esso, e dall’altra gli affari, che in un certo senso speculano proprio su questa passione, accrescendo il imagesvolume miliardario di voci legate al business attorno allo sport più bello del mondo. Così certe incoerenze, più passa il tempo, più si fanno stridenti, fino a toccare il paradosso e certe volte il dramma.
Dramma vero infatti è quello che coinvolge i cantieri per i Mondiali di calcio 2022 in Qatar, torneo che probabilmente si giocherà d’inverno per le infernali temperature che si registrano d’estate nel Paese arabo, che in questi anni ha dovuto far sorgere dal nulla faraoniche opere per poter dimostrare di mantenere la tabella di marcia legata agli stadi mondiali. Peccato che tutto ciò sia stato fatto sulla pelle di migliaia di lavoratori, al lavoro in condizioni estreme nei cantieri qatarioti. Proprio in questi giorni sia nella sede della Figc di Roma e sia allo Juventus Stadium prima della gara di Champions League tra bianconeri e Monaco, i sindacati italiani, insieme alla Bwi ed alla Fetbb, le Federazioni internazionale ed europea dell’edilizia, hanno promosso un volantinaggio per sensibilizzare i tifosi su quello che sta avvenendo in Qatar: “Nei cantieri per i Mondiali di Calcio del 2022 – si legge nel volantino dei sindacati – si sta consumando una vera strage: ad oggi sono già morti molti operai per incidenti ed infarto. Gli operai impiegati, più di un milione, provenienti principalmente da India e Nepal, hanno turni di lavoro di 16 ore, sono ridotti in condizioni di schiavitù e lavorano con temperature che raggiungono anche 50 gradi all’ombra”.
Non possiamo conoscere e neppure verificare se l’entità delle cifre sia davvero quella enunciata dai sindacati (che parlano di centinaia di lutti), ma sicuramente il problema esiste ed è molto grave, anche perché gli ispettori della Fifa, anziché verificare solo lo stato di avanzamento dei lavori, dovrebbero già essersi resi conto in quali condizioni si opera in quei contesti. E la stessa Italia, che da sempre si ritiene una delle patrie del diritto, dovrebbe quantomeno andare a fondo della vicenda: “Non possiamo assistere a questo massacro – spiegano i sindacati – che rischia di trasformare una festa come i Mondiali in una delle più grandi stragi di innocenti della storia”. Lo sport chiede risposte, tutti noi dobbiamo capire se esiste ancora un’etica in questo mondo, altrimenti è meglio abbassare il sipario.

Leo Gabbi