Sono stati 90 i beneficiari dei progetti SPRAR (Sistemi di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) di Acireale e Catania, tra adulti e minori stranieri non accompagnati – 80 gli alunni delle scuole secondarie di secondo grado acesi, più 10 operatori e docenti – che hanno dato vita all’ottava edizione del torneo sportivo transculturale “Un calcio al razzismo”, organizzato dal comune di Acireale, assessorato ai Servizi Sociali e dal Consorzio di Cooperative sociali Il Nodo.
“Un calcio al razzismo” – illustra una nota stampa – nato dal fortunato incontro tra lo SPRAR (Servizio di protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) di Acireale e quello di Caulonia (RC) consiste in un momento di aggregazione che, facendo leva sullo strumento elettivo di integrazione, “il pallone”, veicola interventi di sensibilizzazione e crea interconnessioni tra i diversi attori di una Comunità che a vario titolo orbitano intorno al tema dell’integrazione culturale.
Una manifestazione che quest’anno ha visto la partecipazione degli istituti scolastici acesi ITE Majorana, Ipsia Meucci, IIS Ferraris, Liceo Scientifico Archimede, Istituto Socio-Psico-Pedagogico Regina Elena.
“Questo è il senso dell’integrazione: fare squadra in tutti i sensi – ha dichiarato Gabriele Spina, responsabile progetto Consorzio Il Nodo – e si inserisce all’interno di altre attività svolte dal Consorzio, come il potenziamento del livello di alfabetizzazione all’italiano, svolte dai ragazzi del Linguistico, con la creazione delle coppie di apprendimento, e oggi insieme fanno il servizio organizzativo all’interno di questo torneo”.
Un’integrazione che trae linfa vitale dal buon esito di ripetuti e fruttuosi momenti di interazione tra individui. Tale principio spinge il Consorzio Il Nodo a promuovere momenti di incontro, tra persone diverse per età, posizione sociale, genere, etnia, credo religioso come strumento principe per conoscere, condividere ed integrare dentro la propria visione di Comunità l’Altro.
“Per noi è la seconda volta che ospitiamo la manifestazione e ci divertiamo – ha commentato Riccardo Biasco, dirigente scolastico del liceo scientifico Archimede – tutto avviene con naturalezza e semplicità con l’obiettivo di dare un calcio alle difficoltà, alle ingiustizie, alla disinformazione, ai pregiudizi e comprendere la lezione che arriva dai ragazzi di accettare, senza alcuna remora, il futuro per quello che è”.
Ai tornei di calcio a 5, basket e pallavolo, che si sono svolti all’interno del liceo Archimede hanno visto quindi il confronto tra squadre “miste” composte, in percentuale, da richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, alunni degli Istituti superiori, rappresentanti delle Istituzioni, docenti, operatori sociali e cittadini.
Questo lo spirito di “Un calcio al razzismo” che coniuga appunto lo strumento dello sport con il lavoro di incontro e confronto tra le diversità che popolano sempre più le Comunità del terzo millennio. Una visione prospettica, non finalizzata all’appiattimento ma alla sapiente valorizzazione delle differenze, che ha permesso processi evolutivi nella storia, nella politica, nella cultura, nell’arte così come nella medicina, nella biologia e nella genetica.