Nella settimana verde del non spreco nonché della Giornata della Terra indetta dall’ONU, Acireale ha ospitato venerdì 21 Aprile, nel Palazzo di Città, il convegno intitolato “Lo spreco alimentare: Sobrietà nei rapporti con il cibo”. Organizzato dalla FIDAPA, Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari, si è proposto lo scopo ad Acireale di incidere in questo mondo positivamente in termini di alimentazione, spreco e risorse.
Alimentazione, salute e spreco
Per “spreco alimentare” si intende l’insieme dei prodotti alimentari scartati per ragioni commerciali o estetiche o perché prossimi alla data di scadenza, ancora commestibili e potenzialmente destinabili al consumo umano o animale. Secondo la FAO, oltre un terzo del cibo prodotto nel mondo va perso. Gli alimenti vengono sprecati lungo l’intera catena di approvvigionamento alimentare. Nell’azienda agricola, durante la trasformazione e la lavorazione, nei negozi, nei ristoranti e in ambito domestico. A fronte di questo, la fame nel mondo è in continuo aumento e attualmente sono 820 milioni gli esseri umani che soffrono di denutrizione.
Con l’accurata spiegazione della specialista in endocrinochirurgia e biotecnologia, Giusy Manuele, insieme alla biologa nutrizionista M. Rita Ursino, è emerso come evitare lo spreco alimentare equivalga a produrre importanti risorse. Non è dunque il singolo scarto a creare ingiustizie sociali ma la catena alimentare, commerciale e politica che si genera. Manuele avvisa: “È fondamentale curarsi della propria alimentazione specialmente perché il cibo va ad agire sul nostro DNA la parte più essenziale del nostro sistema”.
Come il cibo può intaccare la nostra salute?
Alimentarsi è il bisogno primario di ogni essere vivente. Come il cibo può incidere sulla nostra salute? Lo scopo di FIDAPA ad Acireale è quello di comunicare il disastro ambientale dello spreco e, al contempo, l’importanza delle risorse da salvaguardare. È importante evidenziare e mettere in causa i problemi fondamentali emersi in maniera particolare negli ultimi anni. Con il peggioramento del clima primo fra tutti, le piogge acide diventano un serio problema per l’agricoltura sostenibile. Non ultima la guerra in Ucraina, uno dei più pericolosi contribuenti al peggioramento dell’inquinamento ambientale. Le esplosioni provocate dai proiettili scagliano nell’aria un’ampia gamma di materiali pesanti. Senza contare i metalli pesanti e delle varie sostanze cancerogene contenute negli esplosivi stessi.
Anche il mercato del pesce allevato in tutto il mondo ha un lato oscuro: tonni o salmone da allevamento ad esempio sono molto più ricchi di grassi che mangiano da scarti bovini. Ecco quindi perché ciascuno può calcolare l’impatto sull’ambiente del proprio menù giornaliero, inserendo semplicemente nella propria dieta cibi freschi e nutrienti. Quando la nostra flora batterica va incontro ad uno stato alteratorio, sindrome depressiva maggiore, osteoporosi, diabete e obesità possono dipendere dal cibo e dalla nostra alimentazione.
L’UE lancia Farm To Fork: alimentazione sana e sostenibile
Le nuove linee guida della Commissione europea intendono ridurre del 50% l’utilizzo dei fitofarmaci e aumentare del 25% i terreni coltivati a biologico. Sono alcuni dei principali obiettivi della strategia sulla sostenibilità presentata dalla Commissione europea “Farm to Fork”, che definisce il ruolo dell’agroalimentare nell’ambito del Green Deal europeo. Bruxelles punta a raggiungere una quota di almeno il 30% delle aree rurali e marine europee protette, e a trasformare il 10% delle superfici agricole in aree ad alta biodiversità. La strategia Farm to Fork è in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile e il suo intento è anche quello di innescare un miglioramento degli standard a livello globale, attraverso la cooperazione internazionale e le politiche commerciali che coinvolgono i Paesi terzi.
Dieta mediterranea: patrimonio dell’umanità
La dieta mediterranea è posta al centro del dibattito tenutosi ad Acireale dall’associazione FIDAPA contro lo spreco. La dieta europea è infatti un modello alimentare equilibrato ricco di risorse, in grado di apportare al nostro organismo salute e benessere. Una dieta che affonda le sue origini nelle tradizioni alimentari dei paesi europei e che tantissimi studi hanno associato a innumerevoli benefici per la salute. Soprattutto sul fronte della prevenzione di tumori, malattie cardiovascolari e neurodegenerative.
Nel 2010 l’UNESCO l’ha dichiarata Patrimonio Immateriale dell’Umanità. Si tratta di uno schema alimentare dove prevale la scelta e l’abbondanza di cibi di origine vegetale e uso dell’olio extravergine d’oliva fonte principale di grassi. Consumo moderato di carne, pesce e uova. Consumo quotidiano di latte e derivati, meglio se a ridotto contenuto di grassi. Uso regolare di erbe aromatiche per insaporire riducendo il ricorso a sale e condimenti grassi. Assunzione moderata di vino durante i pasti. Ridotto consumo di dolci.
Last minute market, trasformare lo spreco in risorse: il progetto di Andrea Segrè
Come fa notare Manuele al convegno, un mercato per recuperare beni che altrimenti andrebbero buttati, è possibile. Andrea Segrè, preside della Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, ideatore del progetto e della società spin-off Last Minute Market srl, ha scoperto peraltro come quantificare correttamente le eccedenze alimentari della grande distribuzione. Trasformare lo spreco in risorse è proprio l’obiettivo primario del progetto Last Minute Market. Questo recupero di beni invenduti viene concepito come fornitura di un servizio per chi li produce, cioè le imprese commerciali e per chi li consuma, ovvero i bisognosi attraverso gli enti di assistenza. Diminuendo così il flusso di rifiuti in discarica, migliorare sarà l’assistenza alle persone svantaggiate.
I benefici del Last minute market
Tanti gli aspetti positivi del progetto: dal punto di vista economico, si ha un risparmio per le imprese e da quello ambientale la quantità di rifiuti sul territorio viene diminuita. Ciò aiuta il terzo settore a diminuire i loro costi di gestione, a migliorare l’assistenza alimentare, sanitaria ed educativa, favorendo anche l’inclusione sociale. La sostenibilità del sistema viene garantita dal fatto che tutti gli attori traggono benefici e nel contempo si diffondono valori etici. La molteplicità di relazione attivate, la condivisione degli obiettivi e l’approccio etico che caratterizzano l’iniziativa si traducono nella realizzazione di un legame tra i diversi attori favorendo l’accesso equo del cibo a tutti.
Gli obbiettivi sostenibili: adottare spreco zero
L’osservatorio internazionale di Waste Watcher/Spreco Zero compie ogni anno una rilevazione dei comportamenti dei consumatori di alcuni Paesi in diversi continenti, tra cui l’Italia. I beni di consumo che finiscono di più nella pattumiera sono soprattutto gli alimenti freschi: frutta; cipolla, aglio e tuberi; pane fresco, insalate, verdura. Le ragioni sono spesso da collegarsi con comportamenti consumistici, quali acquisti eccessivi di derrate alimentari, scarso ordine nei frigoriferi e spese effettuate in modo disordinato.
Il Goal 11 dell’Agenda 2030 riguarda il consumo e la produzione responsabili. Tra le azioni richieste a tutti i Paesi del mondo c’è la riduzione dello spreco alimentare, che si unisce ad altre misure dedicate al risparmio delle risorse. È fondamentale quindi fare conoscere a tutti i cittadini quali danni ambientali ed economici causa lo spreco alimentare. Secondo la World Organization For International Relations, lo spreco di cibo provoca l’emissione di 4,8 miliardi di tonnellate di gas serra, e un consumo di acqua di 180 miliardi di metri cubi.
Acireale / Spunti dal convegno Fidapa: quali iniziative per ridurre lo spreco di risorse?
Molto spesso i consumatori interpretano in modo errato le informazioni riportate sulle etichette e ritengono che sia compromessa la qualità degli alimenti dopo il termine minimo di conservazione, o Tmc, (indicato dalla scritta “da consumarsi preferibilmente entro”); in realtà non è sempre così: l’alimento potrebbe ancora essere consumato e diverse associazioni stanno chiedendo che venga impressa sui prodotti la dicitura: “spesso buono oltre”, con l’invito a osservare, annusare e assaggiare una confezione correttamente conservata dopo il Tmc.
Come ci avverte la nutrizionista Ursino: “la riduzione dello spreco si può ottenere anche con apposite app che possono monitorare i nostri consumi e suggerirci comportamenti più virtuosi”. È infatti stata da poco presentata Sprecometro, che ci fornisce informazioni sullo spreco personale e sulle perdite che subiamo in termini economici e sulle risorse ambientali. L’app TooGoodToGo consente di acquistare a prezzi scontati da ristoranti, supermercati ed esercizi alimentari i cibi che i negozianti dovrebbero buttare. Ma le strategie più efficaci si possono intraprendere in famiglia, comprando solo il cibo necessario, senza riempire la dispensa e il frigorifero di prodotti inutili. Con un grande guadagno per il nostro portafoglio, per l’ambiente e anche per la nostra salute.
Acireale / Spunti dal convegno Fidapa contro lo spreco di risorse: meno packaging e più Made in Italy
Dal convegno FIDAPA emerge il consiglio di scegliere alimenti che non siano pre-imballati per evitare lo spreco. Comprando perciò ad esempio frutta e verdura sfusa, risorse preziose per la nostra alimentazione. D’altra parte, dobbiamo saper scegliere cosa comprare sin dal momento in cui stiliamo la lista della spesa fino alla scelta finale in carrello al supermercato. Non a caso, il modello alimentare italiano del Made in Italy è anche tra i più sostenibili, perché basato sulla valorizzazione del territorio.
Siamo un Paese straordinariamente ricco di biodiversità e di produzioni locali, per le quali è fondamentale la salvaguardia del paesaggio. L’industria alimentare, rappresenta poi uno dei principali motori dell’economia del Paese. La grande varietà di prodotti originali e la presenza di marchi di eccellenza hanno consentito all’export italiano di conquistare rilevanti quote di mercato a livello internazionale. Al punto che il “made in Italy” all’estero è ormai sinonimo di gusto e di qualità. I dati evidenziano che nemmeno le crisi internazionali e la pandemia sono riusciti a frenare questa tendenza.
La salvaguardia del pianeta terra e della nostra salute attraverso il cibo
La salvaguardia del pianeta così come dell’essere umano deve sfociare nel diritto al cibo, in quanto obiettivo FAO e ONU facente parte dei 17 goal di sostenibilità da raggiungere entro il 2030 tra cui fame e povertà. La presidente torinese FIDAPA Italy, Graziella Camurati, invita a prendere esempio dalla preghiera: “Prendiamo come esempio le parole del Padre nostro, fondamentali al diritto al cibo nel rispetto di tutte le religioni”.
Dal frigo di casa si gettano dunque le basi del marketing. Limitando la produzione in ciascuna fase della filiera, il cibo diventa un vero dono. La sua ridistribuzione è linfa per l’alimentazione umana e cibo per chi soffre. Alimentarsi è il primo anelito della vita. Per cui è inaccettabile che si possa morire di fame. Il cibo è vita e per questa ragione ognuno di noi ha il dovere di preservare. Ippocrate lo aveva già intuito: “il cibo sia la tua medicina e la tua medicina sia il cibo”.
Giuliana Aglio