Viva Santa Venera! Il culto della Santa Patrona ad Acireale

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Busto reliquiario di S.Venera

La devozione popolare verso Santa Venera ad Acireale si incrementò nel corso del Seicento. Fu quello il periodo della nostra storia civica in cui le rivendicazioni autonomistiche, le dispute e le lotte per il riconoscimento dello status amministrativo di città demaniale (cioè non soggetta alla potestà baronale) trovarono nella figura della Santa un elemento identitario.

La prima reliquia, donata secondo la tradizione dall’abate Salerno, venne trasferita dalla chiesetta di Gesù e Maria, dove era stata riposta, alla chiesa madre, il 22 gennaio 1651. Altre reliquie della Santa giunsero in città da Roma tra il 1651 e il 1725.

Nella seduta del 22 gennaio 1651 i giurati di Aci elessero Santa Venera patrona della città, come racconta nella sua crocaca il sacerdote e storico acese Tommaso Lo Bruno: “Alli 26 di luglio si solennizao per la festa di Santa Venera, Patrona di questa città eletta per conseglio pubblico et universale di 335 persone in circa allì 22 di gennaro di quest’anno 1651 […] nel quale giorno si fece l’incontro dello pezzetto della Reliquia che regalao alla Città lo Abate Salerno della città di Palermo per mezzo del sig. Pietro Fichera […] Et in detto giorno delli 22 di gennaro si fece l’incontro con farse una processione solenne, dove intervenne il Clero, Religiosi e Compagnie con la Città e con tutto il Popolo. E si piagliao detta Reliquia dalla chiesa di Gesù e Maria in processione e si portao alla Matrice Chiesa con soi lumi et una bona salva di mascoli. Et finita detta processione si fece lo consiglio detto sopra”.
Successivamente, nella seduta del 23 agosto 1665, i giurati eleggevano Santa Venera patrona principale della città; scelta, poi, ratificata dalla Santa Sede, come risulta dal decreto della Congregazione dei Riti, emanato il 15 febbraio 1668, a firma del cardinale Marzio Ginetti. Quasi due secoli dopo, il 7 giugno 1956, la Sacra Congregazione dei Riti confermava Santa Venera patrona principale della città di Acireale.

Dopo la solenne proclamazione del 1668, si iniziò ad edificare, sul lato destro del transetto dell’attuale Basilica Cattedrale (allora Chiesa Madre), l’artistica cappella di Santa Venera (1683-1729). Ciò fu possibile grazie al lascito testamentario di un cittadino, oriundo di Roma, tale Trojlo Saglimbeni (morto il 22 agosto 1658). Affrescata dai messinesi Paolo, Antonio e Gaetano Filocamo nel 1712, la cappella, nel 1729, venne decorata con stucchi dorati da Geronimo Baraggioli.

Al suo interno, dentro un’apposita nicchia, si conserva durante tutto l’anno il busto reliquiario della Patrona, realizzato nel 1654-55, in legno, dall’artigiano acese Antonino Finocchiaro e  rivestito con una lamina d’argento, eseguita dal cesellatore messinese Mario D’Angelo. Il volto della Santa fu dipinto, secondo la tradizione, dal più celebre pittore acese del ‘600, Giacinto Patania (sarà, poi, ritoccato da Antonino Bonaccorsi nel 1886).