La storia de “La Voce dell’Jonio” inizia con un ideale diventato obiettivo dichiarato dal fondatore Orazio Vecchio: informare per formare. Il motto della sua carriera, da cui nacque la nostra testata 65 anni fa: “il giornale”, per tutti i collaboratori ed i lettori. Da quel momento in poi, la testata giornalistica non ha avuto altra missione se non essere “ giornale della gente”, perché ad essa è diretto e di essa vuole essere voce, e “giornale della Chiesa”, per servire la comunità cristiana della crescente Diocesi di Acireale.
Storia della Voce dell’Jonio / L’obiettivo di informare per formare
Orazio Vecchio affermava: “LA VOCE ha cercato con modestia di essere voce del
popolo, voce dei semplici e degli umili. Voce libera e profetica, fedele alla Chiesa”. La Voce dell’Jonio nacque come un giornale di ispirazione cristiana che vedeva nel proprio ideatore un modello cui ispirarsi. Nella redazione oggi sita in Via Genuardi 16, gli elogi scritti in sua memoria da amici e colleghi nello speciale per la sua scomparsa ne ricordano il tenore morale. “Il Prof. Vecchio era un uomo “tutto d’un pezzo”: la fede che gli ardeva nel cuore trovava la sua espressione e la risposta nel comportamento e nelle opere”.
Così La Voce dell’Jonio diventò presto motore propulsore e aderente della FISC, ovvero la Federazione italiana settimanali cattolici, come prima testata giornalistica della Sicilia. Il giornale prese forma dalla ferma volontà di Orazio Vecchio e dei suoi collaboratori di essere utile alla comunità locale sia laica che cattolica. Ma anche di colmare poi il vuoto di cui Acireale soffriva in questo campo. Sin dal primo momento, ha da posto attenzione massima all’informazione degli avvenimenti e dei temi del territorio della Sicilia orientale ma ha sempre soprattutto cercato di valorizzare e di svolgere un lavoro utile per la crescita umana personale e della comunità.
“Il pensiero va al primo numero de “LA VOCE” che uscì il 1/6/58 ,tra tante ansie e
speranze, ma con grande fiducia e sotto la spinta apostolica”. Parola del fondatore stesso della Voce, scritte per un numero speciale dedicato ai 20 anni dal primo numero del giornale che, come detto dal proprio creatore “è stato un atto di coraggio nato dalla fede e dal bisogno di esprimerla”.
Storia della Voce dell’Jonio / Un solo obiettivo, informare per formare
Orazio Vecchio era fermamente convinto che un giornale diocesano non dovesse mancare in nessuna casa, in quanto questo fosse la voce autentica della Chiesa. “LA VOCE ha cercato di svolgere la duplice funzione formatrice e informatrice con costanza, riuscendo, sia pure molto lentamente attraverso difficoltà e incomprensioni, spesso inspiegabili, a penetrare nelle famiglie per offrire la lettura di pagine che rispecchiano quei principi oggi tanto osteggiati e travisati da certa stampa”.
Per il proprio congedo, a quel tempo da ormai direttore, parlava del giornale come un proprio “settimo figlio” che crebbe nelle gioie e nei dolori. Da cui ricevette tante preoccupazioni ma anche preziosi insegnamenti e immense soddisfazioni. Ma soprattutto la possibilità di “combattere il male, diffondere il bene nella diocesi di Acireale e anche fuori di essa” (Orazio Vecchio nella lettera delle sue dimissioni). “L’ho seguito questo “figlio”, potrei dire, giorno e notte, ininterrottamente, senza mai abbandonarlo un istante”. Un amore mai tramontato per un “figlio” che quest’anno compie 65 anni e porta la propria storia e gli ideali del proprio fondatore con sé anche attraverso i cambiamenti dettati dal progresso e dall’evoluzione digitale. Ma cercando sempre, attraverso i giornalisti eredi della storia di famiglia e tanti collaboratori, di adempiere la volontà del fondatore: informare per formare.
Paola Fichera